Oaks d’Italia: una corsa vera. Il servizio su LIBEROQUOTIDIANO di Claudio Gobbi

Nella foto in alto Folega, la vincitrice per la scuderia Rencati delle Oaks dello scorso anno.

Con un montepremi adeguato le Oaks sono la corsa che maggiormente rappresenta il galoppo italiano. In campo ancora una volta una squadra sei Botti importante. Dovranno vedersela con una tedesca di buona gamba e il solito Grizzetti che malgrado tutto nn demorde.

Nel pomeriggio di oggi anche un importante mercatino con anche i fiori pressati di Enrica Turba.

Ad accogliere gli appassionati il ristorante dell’ippodromo diretto da Michele Bove, che con il suo staff, propone tra l’altro crudite di pesce misto e catalana di gamberi rossi. Ci pranzò anche Mussolini durante una rara visita all’ippodromo.

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2-Merano: quando l’#ippica investiva soldi propri e non dello Stato.

Ripensando il passato di #Maia Bassa. I ricordi – pelosi – di un giornalista.

di Giorgio Bergamaschi

Oggigiorno l’ippica vive su una dimensione globale e l’Italia s’accapiglia e mai s’accorda come se si trattasse d’una bega non di condomio ma, addirittura, da pianerottolo… E sì che abbiamo conquistato il mondo e il nostro sangue è nelle genealogie più prestigiose del Pianeta… Che tristezza. Scrivo da qui, dal mio eremo ai piedi delle Alpi, e ricordo all’improvviso Toby Balding, trainer d’ostacoli inglese  fratello del più noto Jan, ma anche Venetia Williams e altri ancora della Terra d’Albione che solevano battere la rotta di Merano.

C’era anche il Mago di Ballydoyle”, lo straordinario, immenso uomo di cavalli a nome Vincent O’ Brian.

Soprattutto il sopraffino “Mago di Ballydoyle”, lo straordinario, immenso uomo di cavalli a nome Vincent O’ Brian, che era stato gentleman anche da ostacoli ed aveva particolarmente apprezzato Maia ed i suoi tracciati, dove aveva sovente visitato il neonato allevamento ed incontrato il suo amico Piero Richard. Dalla Francia, inutile fare nomi – tali e tanti sono stati i trainer non solo famosi ma anche “preclari”, – erano arrivarti uomini leggendari degli anni Trenta e poi fino ai preparatori del baron de Blonay, edi  cesellatori del materiale d’ostacoli di Renée Parveau (Dragon Vert e Lupiot…) e poi via fino a Mazoyer (Arrollo) e Francois Doumen, arrabbiatissimo perché non aveva mai trovato un saltatore della marchesa di Moratalla adatto a Maia… E poi, fra i big d’Oltralpe qui avevas eletto una sorta di domicilio per oltre un lustro il “rejoneador (torero a cavallo) de Pau”, Jacques Ortet (su tutti Or Jack, il miglior cavallo del mondo a Merano, come amava definirlo Roger Nataf),  e prima di lui anche Remì Cottin. Tutti, ma proprio tutti, i trainer transalpini avevano sempre avuto una sorta di atteggiamento reverenziale verso i nostri trainer anche se i francesi avevano portato a casa la prima edizione del “Merano”. Anche perché i nostri gl’avevano un po’… smocciato il naso, fin dalla seconda battuta in poi. La prima, aveva arriso proprio a Roi de Tréfle, ma poi…  poi è stato uno sparring incessante fra noi ed i transalpini, che avevano ben presto smesso il sorrisetto borioso alla Sarkozy… Già, la nostra grande tradizione ippico-equestre, fatta di uomini che avevano frequentato l’università nelle serate con i loro proprietari, da Berlingeri a Neni da Zara, da Mario Incisa ai Mantovani, da Ettore Tagliabue a Mariconti, Caccia e Giovanni Borghi (etc.)… Un’università che i nostri uomini oggi dimenticati ma allora fantini sopraffini come da qualche lustro non ce ne sono più – per colpa grave dell’ignavia e dell’ignoranza di una classe sedicente “dirigente” ma in realtà totalmente “demolente” – e che avevano frequentato lo studio nelle aule dell’”Umiltà”, che era “la Sapienza” delle piste…

Quando ogni ragazzo sognava di diventare un grande fantino.

Ed ecco ogni ragazzo di allora diventare fantino di grido: da Carlo Ferrari a Davide Murray, da Nello Coccia ad Orlando Pacifici, da Ferdinando Saggiomo e Pietro Santoni fino a Pietro Cadeddu e Maurizio Moretti… Ed in mezzo a questi decine di altri. Perché, dal dopoguerra in poi, un bimbo uscito di casa a 12-13 anni, diventava uomo ed imparava l’uso appropriato “anche” del  congiuntivo: grazie ai cosiddetti “signori” (altri, oggi, scambiano il tempo verbale per un’affezione oftalmica…). Questi indimenticabili Signori (che han fatto l’ippica investendo soldi propri e non dello Stato), individuata la stoffa nel giovanetto, ne curavano anche la crescita sociale. Erano i tempi di Vittorio Rosa, fantino elegante ma senza patente. Quella per l’automobile, ovviamente, tanto che arrivava ai tondini di Capannelle accompagnato dal “suo” autista… Altri tempi, altre persone. Anni fa ne parlavo con un caro amico, il Brontolone ovvero Luigi Celli. Lui era grato a Merano per i suoi gemellaggi: con Baden Baden e Pardubice, ad esempio… Interscambi culturali ed ippici che facevano palpitare il cuore, che non resisteva all’emozione nell’anima di quei compagni di ippica e di bella tradizione mitteleuropea che, all’incrocio tra via Maia e via Brenner – e qui parlo degli amici della Cechia e della Moravia –  guardavano il palazzo Jugendstiel dove aveva vissuto a lungo il loro Franz Kafka e commossi chiedevano: “Ma voi, che avete il privilegio di vivere in questa splendida cittadina ma dal dopoguerra in poi non siete stati oppressi da certi fetidi aliti, che cosa pensate di noi?”. La risposta era stata questa: “Che siamo fratelli, perché la passione per il cavallo ci accomuna e ci rende famiglia; e che siamo diversi da voi ma solo da peso a peso, perché sul traguardo a vincere deve sempre essere il migliore… Per il resto, vi amiamo “anche” perché siete stati vittime di un tentato omicidio culturale… fino a qualche anno fa. Ma, da allora in qua, anche grazie ad uno dei vostri “eroi”, Jozef Vana, avevate alzato steccati importanti, contro una certa, tentata invasione!

Oggi chi siano Vronsky e Froufrou (in Anna Karenina di Lev Tolstoj) nessuno lo sa.

E vi siete presi più di qualche rivincita. Guardando più in là nel tempo, tanti oggi (ma dei nostri, sigh!)  neppure sanno chi fosse il conte Vronsky e chi Froufrou (già, ma quella era la Russia, quella di Lev Tolstoj). L’ufficiale e la cavalla costituivano il traslato tragico del rapporto di Vronsky con Anna Karenina”… E rivolto agli Amici di Praga avevo ripreso: “Voi siete sopravvissuti, ed ora siete qui, a ri-portare con il vostro contributo quella “vita” ippica che in Italia certuni cercano impunemente di assassinare” (e credo ci abbiano provato fino a ieri…)… Già, questo accadeva circa tre lustri fa. Quando si dice… “Dài, non fare la Cassandra”… Visto dove ci hanno portati? Mah! Oggi ci rimane la bellezza del ricordo, dei nostri ricordi. E di quelli delle gesta di campioni infiniti ma anche della simpatia di veri uomini di cavalli. Che patrimonio frantumato e poi disperso! Speriamo solo che quest’ultima eco ci riconsegni almeno delle briciole, da poter seminare. Qui, sul verde di Maia… Il tempo dei”caporali” sembra passato. Ora è tempo di ritrovare i condottieri. A Merano è arrivato un uomo che ha chiamato gli amici a raccolta e questi hanno subito risposto. E penso a Roma, ma non Roma Capitale bensì a Roma “la capitale”. Aveva avuto un “vir probus” del quale, da ragazzi, avevamo imparato ad amare anche il terribile e “giusto” padre. Avrebbe dovuto ricevere mani e non manate; aiuto concreto e non sordide spallate. Ma cosa ci vuoi fare? È la vita, bellezza.

Nelle foto il Merano 2012

1-Merano: sulla “pista più verde della speranza” domenica tornano i big.

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Nella foto Al Bustan vince il Merano 2017 davanti a migliaia di appassionati e gente comune portata all’ippodromo da una gestione intelligente.

di Giorgio Bergamaschi

Quando, in una cornice di bellezza indicibile, gli atleti lanciano il cuore oltre l’ostacolo, per definizione stessa “lo sport diventa spettacolo”. Sin qui, abbiamo assistito ad un’ouverture come da anni non era dato vedere, ma anche in occasione della replica e del terzo atto stagionale la fantasia degli appassionati s’è accesa. E domenica, come d’incanto, ecco che dopo i primi debutti ricompaiono i big. A partire da Al Bustan, l’ultimo vincitore del big event di fine settembre. Già, sui tracciati di questa “pista più verde della speranza” s’apprestano a calcare la scena i pezzi da novanta. E, quando sono i big a chiedere “l’occhio di bue” perché il fascio di luce sia assicurato, beh allora insieme alla classe il divertimento e le suggestioni davvero non possono mancare.

C’è da vedere Al Bustan.

È tempo di “primi della classe”, già dei primaserie che a Maia sono sempre di casa. E questo rende il quarto convegno meranese assai rapinoso, già sulla carta. Dunque, Al Bustan, l’ultimo mattatore in ordine di tempo del 5000 in steeple di maggior richiamo di sempre, sul circuito ostacolistico nazionale. Sarà una sorta di… “prova d’assaggio” (quanta competenza e sapienza insieme negli ippici di una volta, che di tale definizione avevano fatto il nome di una delle corse più attese dell’intera annata, per tanti esordienti… Già, perché questo… invader ormai di casa, punta con questa apparizione a preparare leve e motore in vista dell’appuntamento di fine mese. E, in tale prospettiva, il portacolori della Lokotrans prepara con schiena diritta e groppa corta una sella regale per Jan  Faltejsek. Il facoltoso invader dell’Est ha fatto centro nelle ultime cinque uscite in una suite da brivido, e le ultime proprio qui, a Maia.

Tutti contro il vincitore del 2017.

Chissà se Silver Tango attenderà d’essere al dunque prima di sferrare l’attacco, e da vedere c’è pure Alcydon Fan. E si ripresenta Capivari, il grigio del team Aichner/Vana tanto atteso all’esordio meranese ma solo interlocutorio nell’ouverture di maggio. La qualità non si discute e quindi si prospetta un gran bel test per entrambi. Il gregario Home Please accompagnerà di nuovo Capivarì e come si è già potuto vedere, saprà farsi onore tanto più se sarà sottovalutato. Alcydon Fan. Né mancherà Axel Lauteix, che divide il popolo di Maia in due schiere, o meglio due correnti di pensiero: chi lo chiama già “potenziale primattore”, e chi invece ne ha già deciso un ridimensionamento, in quanto ad ambizioni. Ma, si sa, un passaggio d’età e il… “gomito” affrontato bene nell’affinare la condizione possono essere quello scampolo di stoffa che mancava per “tagliare l’abito” in modo definitivo e vincente. Sicché, ogni giudizio va rimandato. Ed ecco un altro rientro attesissimo sulla pista che lo ha eletto leader generazionale della new generation 2017: è quello di  Live your Life. Questo soggetto dorato in forza alla coppia Troger/Romano riparte dal Premio Scena un cammino, anzi un percorso che prevede, al momento, lo stazionamento nella specialità delle siepi. Come dire che lo steeple, sorta di “paradiso”, può attendere. Qui, ecco anche Solar Walker, gli ospiti Dajuka di Radek Holcak e Sansiro dello squadrone Aichner/Vana, entrambi vincitori recenti. Resta da dire, ancora, di quell’Haruza di Greg Wroblekswy, che si è invece fatta ammirare con un buon percorso tra novizi sulla pista ed ora cerca giustamente il salto di qualità.

Steeple per soggetti alle prime armi.

Sullo steeple per soggetti alle prime armi ricompare Santo Cerro che, per non farsi trovare impreparato, si è già ben distinto in buone compagnie Oltralpe, ed il fatto aveva lasciato supporre in una campagna francese. Ma il richiamo di Maia è di quelli potenti,  sicché eccolo sulla rotta dei nuovi steepler che hanno nel mirino aulici traguardi stagionali, quali il Vanoni ed il Richard…  Tra gli oppositori, da seguire Fly Filo Fly e la grigia Musique de la Nuit, che deve palesare sul tracciato qual è la sua reale forma.
Ancora le siepi a chiedere attenzione: sul tracciato dei 3500 chiamano a gran voce quel certo Brog Deas, mattatore della Gran Siepi 2016, che resta il suo più luminoso cameo. Si tratta di una “macchina da corsa” dalle leve delicate, e però di grande spessore qualitativo. In scuderia hanno lavorato di fino su questo soggetto, per portarlo agli impegni di vertice sempre pronto e al contempo defatigato, capace dunque di sferrare la zampata mortale. E però, Brog Deas non potrà concedersi divagazioni, dovendo subito registrare occhio e compasso perché Champ de Bataille non concederà tregua, specialmente ora che non solo la fame di traguardo ma anche l’onta da lavare – per il gap subìto ad opera di un avversario un paio di settimane fa – lo chiameranno a fare sul serio sin dalle prime battute: senza fare sconti a nessuno, men che meno a “Big Brog”. Della partita saranno anche un veterano come il suo compagno di colori Notti Magiche ed un neo acquisto francese della scuderia Troger, Chateaudemalmaison e, ancora, il vincitore dell’ultima Siepi di Grosseto, Finoras.

In campo anche gentlemen e amazzoni.

Nell’arco del convegno, anche tre piane per Gr e amazzoni: non mancherà Mychoon che cerca il sesto traguardo consecutivo, sempre che Point Blank (su percorso dai metri un po’ troppo… stretti), gli lasci tempo e spazio per colpìre ancora (attenzioni vanno anche a Cool Climate e Matey). Sugli 11 furlong (2200 mt) ecco poi Twilight Zone “in palla”, chiamato a concedere la rivincita a Contra, ma attenzione a con Xilano. Nell’handicap, Apelle Fan a dispetto della perizia potrebbe dare la zampata agli avversari, tra i quali non mancano quelli da quota assai remunerativa.

Champagne, sorbetti e gelati.

Insomma, un convegno vario e divertente, ricco di protagonisti di qualità, nell’ambito di una cornice ricca di svago a vari livelli: con la musica del duo Sonia Ferrari – Paolo Callegari, gli stand assai invitanti, champagneria, sorbetteria e gelateria, così come l’angolo per i più piccini che avranno a disposizione i pony, su cui emulare le gesta dei campioni. Insomma, a Maia torna di scena lo “Sport&Spettacolo”, nell’arco di un convegno che rimanderà a casa tutti felici e contenti: perché si può anche perdere qualche scommessa, ma qui l’appuntamento è tra la natura, incastonata in una tela che si chiama “Creazione sublime di una terra d’irripetibile bellezza”. Come amano dire tanti novantenni, che giungono a Merano (dall’Italia e dall’estero) per festeggiare oltre ottant’anni di “vacanze in riva al Passirio”.

 

#RazzaTicino: così si fa allevamento. Ci racconta tutto la responsabile degli stalloni #AlessandraVigliani.

Razza ticino 7-6-2018

Nella foto in alto la dottoressa #AlessandraVigliani con lo stallone #BluConstellation.

Qui sotto il servizio di Claudio Gobbi su #Liberoquotidiano di oggi 7-6-2018

Ci racconta di questo storico complesso la dottoressa #AlessandraVigliani.

È tornata la grande storia ippica italiana all’allenamento per purosangue #RazzaTicino a Gornate Superiore (VA). Grazie alla dottoressa veterinaria #AlessandraVigliani, 57 anni di Pinerolo ma milanese d’adozione, i prati in cui crebbe e fece lo stallone il grande #Molvedo, il baio scuro figlio di #Ribot e vincitore come il padre, dell’#ArcdeTriomphe per il cremisi della giubba di scuderia della Signora Verga, risuonano ancora i nitriti di puledri e fattrici, ma soprattutto ci sono nuovamente gli stalloni. L’allevamento apparteneva al nobile #DeMontel, quello delle celebri scuderie milanesi in stile liberty abbandonate al degrado dal Comune di Milano. <lo abbiamo rilevato circa vent’anni fa. Era in uno stato pietoso – dice Antonio Moglia, imprenditore nel settore dei diamanti grezzi con tanto di sequestro alle spalle negli anni di attività. È naturalmente appassionato cavaliere, appassionato anche ora che ha 88 anni e non monta più-. Abbiamo rifatto tetti e box, rimessi gli steccati, rigenerato tutto l’allevamento. Il precedente proprietario si era portato via persino le fotografie. Quest’anno alla Ticino sono nati ben 17 puledri, ed io sono felice al solo guardarli correre su questi prati>. All’allevamento grazie alla veterinaria Alessandra Vigliani, oggi sono presenti tre stalloni di pregio: il moro Blu Constellation, il sauro Benvenue, e il baio Affaire Solitaire.

Giuseppe Galizia, è il responsabile tecnico del complesso, (in gergo caporazza), dal 1995. Appassionato, conserva ancora l’elenco delle fattrici che furono inviate a #Molvedo negli anni sessanta, un documento assolutamente unico. <La struttura – dice – si estende su un area di 40 ettari, dispone di 50 box per il ricovero di fattrici, puledri. C’è anche un importante tondino in muratura per far sgranchire le gambe agli stalloni e temerli in forma>.

La dottoressa #AlessandraVigliani, è un personaggio storico del mondo dell’allevamento del cavallo purosangue e trottatore in Italia. Alle sue cure hanno ricorso importanti allenatori come Bruno Grizzetti vincitore di Derby Italiano e di corse all’estero di peso tra cui il #PrixRobertPapin. Attualmente collabora con la scuderia #Incolix, forse la prima per qualità dei cavalli e di vittorie importanti, tra cui due Derby Italiani di galoppo. La dottoressa Vigliani inoltre opera come consulente per l’acquisto di puledri alle aste. Tra i suoi successi #Saent, che per la scuderia #Incolinx ha vinto il Derby italiano di galoppo. <La Razza Ticino – ci dice – è un allevamento storico. Era di proprietà del nobile De Montel. Poi una volta passato alla famiglia Verga diede i natali a Molvedo, l’ultimo grande campione italiano, con vittorie nel Gran Prix de Deauville, e nell’Arc de Triomphe poi grande padre di madri di stalloni. La zona – prosegue Alessandra Vigliani – è decisamente vocata all’allevamento del cavallo, come del resto tutta questa parte della Lombardia che è chiamata Little England>.

La dottoressa è la responsabile degli stalloni. <Solo da tre anni, l’allevamento è tornato alle antiche origini, quelle di stazione di monta con la presenza di Blu Constellation, Benvenue, e di Affaire Solitaire, tre . Precedentemente la struttura teneva solo cavalli a pensione e alcune fattrici. Oggi decine di puledri sono tornati a galoppare con le loro mamme su questi prati che sono fatti apposta per l’allevamento del cavallo.>

Contro la #speculazioneedilizia: #SuderieDeMontel: ecco come votare i #LuoghidelCuore. Con il #Fai per salvarle.

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Nella foto, particolare del disastro delle ScuderieDeMontel

VOTATE VOTATE VOTATE

Nell’ambito del concorso indetto cal fai #LUOGHIDELCUORE, il #LiceoLeopardi ha presentato il progetto per la ricostruzione delle #ScuderieDeMontel. Per un intervento del fai sul #ComunediMilano e quindi bloccare la speculazione edilizia in atto sono necessari almeno 2000 voti.

Questo il link

https://www.fondoambiente.it/luoghi/ex-scuderie-liberty-de-montel-a-san-siro?ldc

#BADENRACING: Iquitos incanta e sorprende nel 46° #GROSSERPREISDER BADISCHENWIRTSCHAFT, clou del convegno conclusivo del #FRÜHJAHRSMEETINGS

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Nella foto sopra, Iquitos respinge con autorità l’assalto degli avversari. Sotto, al dissellaggio il fantino francese con il trainer Groeschel

Dati e cifre sulle 4 giornate di corse a #BadenBaden. Complessivamente,sulle 36 corse in programma sono stati scommessi 2.130.179,23 €, con una media per corsa di 59.171,65 €, mentre gli spettatori sono stati complessivamente 40.350. 

#BadenBaden – Per una volta, il campo più avaro di concorrenti s’è rivelato il più prodigo. Il 6 anni Iquitos ha conquistato le attenzioni e l‘entusiasmo degli 11.000 presenti ad Iffezheim, accorsi per salutare i protagonisti del Grosser Preis di Primavera, attendendosi la rivincita tra i due contendenti ormai storici: Iquitos vincitore nel 2016 e Guignol mattatore lo scorso anno, proprio ai danni di Iquitos.

Ma sul traguardo del Gr II sugli 11 furlong (che fa parte degli 11 appuntamenti di German Racing Champions League), il portacolori dello #StallMulligan – composto da quattro amici che hanno messo su scuderia nel Golf Club di Colonia -, ha contenuto ogni tentativo di attacco mossogli dagli avversari. Solo 6 partenti, Oriental Eagle subito precipitoso nel prendere il comando della corsa, lasciava a nopn meno di 6-7 lunghezze gli avversari. In realtà ha fatto letteralmente la pappa ad Iquitos, che avvantaggiato dal ritmo imposto dal leader , quando è stato il momento di gravitare sul vincitore del Gerling-Preis (Gr.2), ha dovuto solo attendere che la grande fiammata del battistrada si esaurisse (finendo mestalmentre fanalino di coda). Lì, Iquitos ha prodotto un paio di cambi di rapporto a dovere come richiesto dal suo pilota, il francese Eddy Hardouin (nella foto, con il trainer Hans-Jürgen Gröschel) , riuscendo a concludere assai vitale disponendo per mezza lunghezza di Walsingham, più ficcante di Guignol che nelle battutte conclusive restava sul passo, seguito da Colomano.

Hans-Jürgen Gröschel, trainer di stanza al Neue Bult di Hannover, nell’intervista seguita al dissellaggio confermava che „Iquitos ama la pista di Iffezheim, come del resto dimostra il suo score su questo traguardo, dove nelle ultime tre edizioni ne ha vinte due e lo scorso anno è stato secondo“.

 Ipoteca regale sul traguardo di Amburgo: Royal Youmzain domina il Derby Trial

Come atteso favorito, il 3 anni Royal Youmzain (16:10) non s’è fatto sfuggire l’occasione di correre da protagonista la corsa di preparazione al Nastro Azzurro di Amburgo, dettando legge nell‘Ittlingen Derby Trial, sponsorizzato da Manfred Ostermann. Il Gr. III sui 2000 metri dotato di 55.000 euro non è sfuggito all’allievo di Andreas Wöhler, dosato alla perfezione da #EddyPedroza che lo ha fatto gravitare a lungo nelle retrovie. Quando però il jockey panamense ha allentato le redini e permesso al 3 anni di aggiustare l’azione per lanciarsi in avanguardia, beh si può dire cher la corsa finiva lì… Perché in un amen l’allievo di #AndyWöhler ha raggiunto l’avanguardia, liquidando gli avversari infine staccando Theo di due lunghezze e mezzo abbondanti, mentre il terzo posto era appannaggio di Guiri.

Così il trainer nel dopocorsa:Con un soggetto di qualità quale è Royal Youmzain, va da sé che è lecito sperare che in corsa non si presentino sorprese, ma quando ai comandi precisi e composti del fantino un 3 anni dimostra una tale maturità, beh allora ti viene da pensare davvero in grande“. Dal canto suo, il jockey #Pedroza ha sottolineato che „io sapevo che sotto la sella avevo un cavallo con caratteristiche… speciali, ma il modo in cui ha risolto la partita mi ha lasciato davvero stupìto. Sicché, come dice il „Boss“ (Andreas Wöhler, ndr), ora si tratta di attendere l‘8 luglio per essere protagonisti anche all’Horner Moor di Amburgo, nelle cui casse c’è la corsa più importante e più ricca del galoppo tedesco“.

Nel convegno conclusivo, uno squarcio di luce anche per la femmina Rope A Dope, che ha primeggiato nel Badener Jugendpreis sui 1.000m. Si trattava del primo evento per i 2 anni in Germania e la pupilla di Peter Schiergen (favorita a 27:10 s’è affermata con eccellente scelta di tempo da parte di Andrasch Starke nei confronti di Molly Massimo e Linaria.

 

C’E’ L’ITALIA ALLA SERATA DELLE PREMIAZIONI 2017 DELLA GERMANIA IPPICA.

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Nella foto, la serata della premiazione

di Giorgio Bergamaschi

Baden-Baden– Il Presidente onorario del  Direktorium (l’Unire tedesca), Albrecht Woeste, sabato sera (vigilia del Gran Premio di Baden), è stato premiato con la medaglia d’oro al merito – massima onoreficIenza del turf tedesco -, nel corso di una bella cerimonia tenuta al casinò di Baden. Si è trattato di un „cameo“, incastonato nell’ambito della premiazione dei „campioni“ del 2017. Emozionato Woeste, che solo 80 giorni fa ha passato il testimone di presidente del Direktorium a Michael Vesper. A fare gli onori di casa, ovviamente, Andreas Jacobs che (nella bella cornice della sala delle feste del casinò, presenti circa 150 invitati), ha sottolineato come „senza la nostra casa da gioco, in questi nostri primi 160 anni di vita difficilmente la realtà ippica sarebbe potuta sopravvivere“. Nel corso dell’elegante serata, tra le scuderie e allevatori, per il 2017, è risultato campione il  Gestüt Röttgen che sopravvive alla sua ideatrice Maria Mehl Muehlens, che ha trasformato l’allevamento e il centro di allenamento (molto più belli di tanti ippodromi europei) alle porte di Colonia in una fondazione. Oltre alle premiazioni dei leader nella categoria fantini, Alexander Pietsch e Filip Minarik, ha toccato il cuore di tutti la memoria „illuminata“ da calde parole di stima e affetto spese per Daniele Porcu: „Un nostro figlio e fratello che, nonostante fosse gravemente malato, ancora montava nelle corse più importanti del nostro calendario. Per cui, poco importa che il vincitore sia Minarik oppure Pietsch, perché il vero vincitore è il „nostro“ Daniele“.

 I VINCITORI DELLE CLASSIFICHE 2017

Corse piane
ALLEVATORI   Gestüt Röttgen Come eproprietario: 860.400 Euro come allevatore Züchter mit 987.150 Euro

TRAINER          Markus Klug 65 Siege
JOCKEYS           Filip Minarik und Alexander Pietsch 68 v.
GR.                     Vinzenz Schiergen 12
AMAZ.               Lilli-Marie Engels 20

Corse ostacoli
PROPR.             Eugen-Andreas Wahler 4v.
TRAINER          Christian von der Recke 7
Sonja Daroszewski 7

CAVALLO DELL’ANNO: Dschingis Secret (Soldier Hollow vs Divya-Platini), Proprietario: Horst Pudwill, Allevatore: Gestüt Park Wiedingen