Lettera aperta alla ministra senatrice Teresa Bellanova.

Questo il link per iscriversi al comitato aderente a Italia Viva sul mondo ippico ede equestre https://www.italiaviva.it/chavaliermag

Gentilissima ministra Teresa Bellanova,

mi rendo conto che l’argomento può apparire banale. Questo Paese è quello di Ribot e del suo inventore Federico Tesio. Ma è anche un Paese che ha sempre demonizzato questo mondo.

Lei con mio grande dispiacere nn era a Fieracavalli 2019. Avrebbe avuto modo di constatare quanta passione animava i 168.000 appassionati di questa edizione.

Mi ha fatto molto piacere invece quando ha affermato di volere lo sviluppo del settore agricolo e zootecnico. E ho notato con piacere che uno dei suoi primi atti è stato la visita ai pastori sardi. A cui ha parlato con chiarezza.

Con altrettanta chiarezza le chiedo di prendere in considerazione un suo importante intervento in e sul settore. Perché i margini di sviluppo in termini economici sono assolutamente importanti come alcuni dati del settore a livello internazionale confermano.

Nel comparto cavallo da corsa le ultime aste Usa hanno fatturato in tre giorni cdi settembre circa 360 milioni di dollari. Complessivamente gli Stati Uniti il purosangue dovrebbe valere almeno 2 miliardi di dollari, tanto che uno stato, il Kentucky, regge la sua economia sulla produzione del cavallo da corsa. E ha come emblema il cavallo. In Irlanda il settore vale il 10% della produzione di questo paese.

Il nostro paese ha dato i natali a Federico Tesio, che come ho accennato è l’inventore di Ribot, e soprattutto di Nearco il purosangue che ha rivoluzionato la genetica e le corse nel mondo, tanto che il 90% dei purosangue del mondo discende in linea maschile da questo capostipite.

In Italia, invece una politica di espropriazione di troppi governi tra cui quello in cui il ministro dell’economia era Tremonti, ha ridotto questo settore alla fame. Mentre altri governi in cui il referente del Mipaaf era Martina si sono completamente disinteressati del comparto.

Ebbene, oggi siamo l’ultimo dei paesi ippici. Le nostre corse, il nostro allevamento sono ai margini del sistema. Basti pensare che la produzione è assolutamente minoritaria, con necessario ricorso a importazioni dall’Europa per quanto riguarda il cavallo da corsa e per quello da concorso ippico in cui la Germania grazie a una accorta politica di investimenti produce ogni anno circa 100:000 puledri che vanno ad ingrossare le fila di un parco cavalli importate è capace di esportare per una bilancia dei pagamenti in grande attivo. Non solo, ma le nostre strutture sono sanzionate dall’Ue, ma nessuno ci fa assolutamente caso. I nostri gran premi sono annualmente declassati dal comitato pattern internazionale, a cui dovrebbero partecipare i ministeriali, che ormai neppure ci vanno non si sa per menefreghismo, o per vergogna.

Di riforma neppure a parlarne, affossata in commissione agricoltura di cui era relatore Paolo Cova (Pd). Nel frattempo gli operatori, allevatori e proprietari non ricevono quanto vinto nelle corse da mesi. Una fantomatica task force costituita dal precedente ministro, è miseramente fallita.

Gentile ministra l’ippica ha bisogno di ripartire. Di dimostrare la sua grandezza. Il compito solo apparentemente é complesso, in realtà bastano per iniziare esclusivamente questi interventi.

* pagamento dei premi entro 10 gg come avviene in Francia

* ricerca tramite una qualificata agenzia di sponsor che coprano una cospicua parte del montepremi. Una operazione che solo qualche anno fa era possibile grazie all’intervento della famiglia reale saudita e fatto fallire da un funzionario del Mipaaf che snobbo il tentativo, tale Gatto.

* una struttura del calendario corse riportandolo alla fine degli anni sessanta. Ove oggi regna la confusione assoluta, riportare i gran premi alla loro originaria destinazione, quella di fare selezione e spettacolo e quindi pubblico e quindi gioco e quindi entrate per l’erario .

* contrattare con il comitato pattern internazionale (l’organismo che gestisce i calendari internazionali delle corse) la nostra presenza nello stesso, fornendo garanzie di solvibilità nella liquidazione delle spettanze ai vincitori d e i gran premi internazionali e in merito al l’adeguamento delle strutture ippiche italiane agli standard europei come richiesto e per cui siamo stati penalizzati da tempo senza che il Mipaaf vi abbia posto rimedio.

* defiscalizzazione per chi acquista cavalli nati e allevati in Italia secondo uno schema adottato dagli Stati Uniti in modo che venga rimesso in moto il circolo virtuoso dell’ingresso di nuovi proprietari e allevatori . Ovviamente ponendo recise clausole in modo da evitare azioni truffaldine.

Certo che Lei gentile ministro vorrà prende in considerazione queste mie note, spero vivamente che possa intervenire sul settore per restituirgli quello che merita.

Con ossequio

Claudio Gobbi

Giornalista professionista – cg.gobbi@gmail.com – telefono 338.6100949

Specifico inoltre che con alcuni amici abbiamo da poco costituito il comitato Ippica Equitazione aderente a Italia Viva

 

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Arc 1🐎Enable nella storia del Purosangue tenta il triplo nell’Arc. La corsa nelle parole di Paolo Allegri.

Foto di apertura. Enable vince le King George 2019

Una particolare analisi della corsa e dei partecipanti misurati attraverso il loro rating

di Paolo Allegri

PARIGI. La corsa più bella al mondo. Così a Parigi hanno scritto sulla locandina dell’Arc. Domenica, tra le quinte rosseggianti del Bois, nel nuovo Longchamp di meraviglioso disegno architettonico, la Regina Enable cercherà di entrare nella leggenda cercando il suo terzo Arc. La figlia di Nathaniel allenata da John Gosden, con Lanfranco Dettori in sella, parte dal valore di 128 acquisito nelle Yorkshie Oaks in agosto. Enable per chi ama i numeri regala lo score straordinario di ben 11 performance, partendo dalle Oaks 2017, con valori superiori a 122. Diciamo un valore sicuro e costante di eccellenza che fa dormire sonni tranquilli ai periziatori.

Che invece hanno dovuto pensare, scrivere e correggere i numeri da scrivere accanto al nome di Ghaiyyath, il quattro anni da Dubawi sellato da Charlie Aplleby che con la sua stratosferica performance nel Gran Premio di Baden Baden ha alzato l’asticella dall’alto delle 14 lunghezze rifilate agli avversari. Il tema è questo. Il quattro anni inglese dovrà confermare quel valore di 126 (ma Racing Post lo valuta addirittura 128, sullo stesso piano di Enable) in un contesto ben più consistente. E c’è una corrente di pensiero che sostiene che nell’Arcourt di gruppo 2 l’erede di Dubawi avrebbe espresso quel rating se il suo jockey non avesse praticamente smesso di comandare a 100 metri dal traguardo.

Resta il fatto che pensare ad una sconfitta della cavalla imbattibile sembra utopistico e improbabile. Una corsa come l’Arc estende lo sguardo ad altri partecipanti di valore. Se chi ha confidenza con le perizie è sempre attento alla curva ascensionale di rendimento di un purosangue, il profilo da monitorare è quello di Waldgeist, il francese di 5 anni da Galileo che porta colori tedeschi. L’avvicinamento alla grande corsa d’autunno è stato in pieno stile Andrè Fabre, quasi a fari spenti. Nel Qatar Prix Foy di gruppo 2 è bastato correre su un 119 senza sprecare niente, con un Pierre-Charles Boudot conservativo in sella. E’ stato il secondo Foy per Waldgeist che nel 2018 aveva galoppato da 121. Ma quello vero lo abbiamo ammirato nel superbo contesto delle King George, un ottimo terzo posto esprimendosi al suo top, un 124 che è il suo valore di partenza nell’Arc. Se ripetuto vale il podio per questo soggetto consistente e programmato in maniera sopraffina dal Muto di Chantilly.

Guardando in Irlanda e nello specifico in quella bottega straordinaria che è la scuderia di Aidan O’Brien ecco Magical, cavalla molto consistente. La laureata delle Irish Champion Stakes nell’annata ha corso da 122 e più volte. Identico standard espresso da Japan, tre anni da Galileo che ha vinto il 14 luglio il Grand Prix de Paris per poi confermarsi nelle Juddmonte International Stakes di gruppo 1.

In avvicinamento all’Arc diventano seguitissimi, con tanto di foto e filmati, i lavori. Ecco un Soumillon che a Chantilly scende entusiasta dopo l’ultimo galoppo di rifinitura del giapponese Kiseki, sul quale è stato ingaggiato. “Aveva un’azione molto bella, ci sono molti cavalli che nella prova di preparazione (il Foy, dove ha figurato al terzo posto) non rubano l’occhio eppoi vengono avanti nell’Arc”, ha dichiarato il top jockey. Kiseki nella prima sortita in terra di Francia ha fatto vedere un 113.

L’orientamento dei periziatori francesi è quello di valutarlo sul secondo posto nel gruppo 1 corso in Giappone, che lo porta a un valore di partenza nelle gabbie dell’Arc di 119. Non basta per fare l’arrivo, visto che con quel numero sarebbe dietro anche a Sottsass, il tre anni da Siyouni presentato da Jean-Claude Rouget e con in sella il nostro Cristian Demuro. Nel Pric Niel ha fatto 115 ma quella prestazione va ben pesata. Ha corso in maniera prudente, vedendo sempre la corda, e correndo solo gli ultimi 200 metri. Un ballo in maschera, solo una ricognizione sul percorso. Il Sottsass vero è quello che ha vinto il Prix du Jockey Club e qui la linea di pensiero degli handicapper è che quella corsa sia molto veritiera, una linea consistente che si è confermata, visto che anche i battuti si sono poi confermati ad ottimo livello. Dunque, Sotssass parte da quel 120 del Jockey Club, con il leader dei tre anni francesi chiamato a stupìre ancora con i migliori del mondo.

Rouget, visto che il cielo ha rovesciato acqua su Parigi, e domenica si prevede un terreno autunnale, ha supplementato il pesantista Soft Light, un tre anni da Authorized. Lo avevamo visto affacciarsi nel Prix de Paris, corso su 105 di rating, per poi rivelarsi a pieno nel Grand Prix de Deauville, con un progresso che lo portava gli amanti delle perizie a scrivere 114. Il team ha fiducia in una sua buona prova,tanto che è stato ingaggiato la leggenda giapponese Yutaka Take.

Arbiter: il servizio sugli europei di polo a Villa a Sesta.

il servizio di Claudio Gobbi

Il testo completo

Chissà se Alfio Marchini per consolarsi dal brutto risultato delle elezioni a Sindaco di Roma è tornato a volare con il suo jet nei celi d’Europa con al seguito gli amati 19 cavalli da polo con cui ha vinto al cospetto della Regina la mitica Quee’s Cup, il trofeo più prestigioso al Mondo? Tuttavia non era presente a Villa A Sesta, oggi il più importante campo di gioco continentale voluto da quel grande appassionato che è Riccardo Tattoni, uomo di finanza che ha ospitato il Campionato europeo di polo 2018, un evento che ha raccolto 10 squadre in rappresentanza di altrettante nazioni sotto l’egida della Federazione italiana sport equestri e del Coni.

Particolare la storia di questo gioco così amato da personaggi di altissimo livello come John Kerry, segretario di Stato di Obama, che qualche anno fa sul campo di giuoco di Chantilly – Francia – si ruppe una spalla cadendo durante una fase di gioco.

Le sue origini risalgono alla notte dei tempi. Era giocato dai persiani e poi dai bizantini, in India, in Mongolia dove pare che Gengisc Khan ne fosse un grande estimatore. Uno Sport dei Re e il Re degli Sport come si usa definirlo.  Non a caso passato dalle regge dei maragià che lo praticano tutt’ora con gli elefanti oltre che a cavallo (ma viene disputato anche a dorso di cammello), ai campi di gioco dei Reali d’Inghilterra, primo fra tutti il principe Carlo. Un gioco che dall’Asia è prima giunto in Gran Bretagna, per poi migrare in Argentina dove infiniti spazi sono il naturale approdo per questo sport che ogni anno a novembre mette in scena l’Abierto, un torneo che coinvolge tutta la nazione e paragonabile per popolarità al calcio.

Il polo è uno sport duro, <Si molto impegnativo, in cui ci vuole dedizione e volontà>. Ad affermarlo non è un prestante cavaliere, ma una appassionata signora milanese, Ginevra Visconti che ha giocato a Villa a Sesta il torneo riservato alle donne in cui l’equipe italiana ha portato a casa la medaglia d’argento. <Una storia e una passione che viene da lontano la mia, dai miei trascorsi in Argentina dove quasi per caso impugnai una mazza da polo che poi non ho più smesso di usare. Tranne per un paio d’anni, quelli necessari per riavermi da una brutta caduta durante una fase di giuoco. <Mi ci è voluto del tempo per riprendermi, poi ho ricominciato a giocare a Villa a Sesta con due cavalli>.

Accanto alla durezza che non possiamo più evidentemente definire maschia, ecco l’eleganza. E così non a caso che agli europei fosse costante la presenza di un “Signore della Moda”, Salvatore Ferragamo. Una passione “giocata” sui campi di famiglia poco distanti da Villa a Sesta con tanto di figli e nipoti, tanto da formare l’equipe di 4 giocatori che compongono una quadra.

A Villa a Sesta al seguito delle loro nazionali sono giunti i club di tutta l’Europa del polo che conta. Che oggi gioca in Toscana, domani sul ghiaccio del lago di St Moritz. E che fa del polo un ambito assolutamente esclusivo, forse l’unico rimasto in cui l’élite finanziaria, politica e sociale internazionale si incontra e discute di affari, propone mode e modi, e personaggi. Perché è presto detto. Il polo non è da tutti, richiede importanti investimenti che costituiscono un budget importante, A cominciare dall’acquisto e mantenimento dei cavalli (ce ne vogliono almeno due per giocare una partita), all’iscrizione a un club, per finire spesso a una tenuta di proprietà.

Ed è in uno di questi club, Villa a Sesta che la Fei (federazione equestre internazionale), ha scelto per disputare l’edizione 2018 dei campionati europei. Qui è svolto un altro capitolo di questo sport reale da giovedì 20 a domenica 30 settembre, con la titolazione di FIP European Polo Championships Quantocoin Cup. Non un luogo qualunque, ma il maggiore polo club europeo, con un campo che per dimensioni è più ampio di quello di Palermo a Buenos Aires dove in novembre si giocherà l’Abierto, mi maggiore torneo mondiale

Sui 4 campi di Villa a Sesta sono scese in campo 10 nazioni: Azerbaigian, Austria, Francia, Germania, Irlanda, Paesi Bassi, Slovacchia, Spagna, Svizzera e Italia. Quattro di queste – Francia, Germania, Italia e Paesi Bassi – hanno schierato anche una squadra tutta ‘rosa’ al via nel Campionato femminile. Ha vinto l’Italia capitanata da Eduardo Mendez.

Ma che fatica! É stato un match all’ultimo tempo di galoppo, con scontri vibranti a rischio penalty. Schiuma che colava dalle spalle e dalle groppe dei cavalli e tanto stress che macchiava di sudore le immacolate casacche dei giocatori. Paragonabile a quello stress dei giocatori di una partita di calcio. Poi è finita 8 goal per l’Italia e 4 per l’Azerbaigian tra gli applausi, le coppe le foto di rito e una favolosa cena di gala.

E i cavalli? L’altro protagonista di questo sport.  Oggi si usa molto il purosangue inglese, monto scattante. Le razze impiegate tuttavia sono il polo pony e il criollo, un cavallo allevato in Argentina. I costi di acquisto partono da 5000 euro fino a un massimo di 150.000 a soggetto, per i professionisti.

Non sono mancati gli sponsor, ovviamente trattandosi di uno sport che divenire ben frequentato è poco. Us Polo fra tutti. Mentre l’equipe femminile era supportata da Castiglion del Bosco, tra le case vinicole pù prestigiose produttrici del celebre Brunello di Montalcino. Oltre a Hadoro Paris, Kinks Polo, Nero champagne, e a Azerbaigian land of fire. Sponsor ufficiale del torneo, la piattaforma bancaria Quantocoin.

Tutte le foto del torneo

Nella foto grande qui sopra #GinevraVisconti.

Oggi le aste all’ippodromo La Maura con un catalogo interessante.

Nella foto di apertura il servizio di Claudio Gobbi su Liberoquotidiano di oggi 21 settembre 2018
Qui sopra le foto dell’asta del 2017

Redazione

Il servizio completo su Libero di Claudio Gobbi

Sabato (oggi) presso l’ippodromo La Maura a Milano, va in scena la fiera dei sogni per ogni amante di quel meraviglioso animale che è il purosangue. Grazie alla Società Gestione Aste sarà possibile acquistare un cavallo da corsa che potrà essere il futuro vincitore della corsa per antonomasia, il Derby. Un sogno, appunto, che l’appassionato coltiva fin dal giorno in cui il cavallo entrerà in pista. Solo allora si vedrà se è degno di partecipare al grande evento ippico che decreta il miglior puledro della generazione, o se già dalle prime corse dimostrerà purtroppo di essere un brocco.

I migliori allevatori italiani presentano i puledri di 18 mesi, che come ogni anno iniziano il loro percorso verso la gloria o l’oblio. Sotto l’egida dell’associazione Allevatori, presieduta dal competente Massimo Parri, passeranno sotto il martello del banditore e nel ring ricavato dal parterre dell’ippodromo, 167 puledri in rappresentanza di 41 allevatori. Sono i figli di 66 stalloni italiani ed esteri.

<Malgrado la crisi del settore – afferma Massimo Parri – gli allevatori italiani hanno fatto un grande sforzo per produrre puledri importanti. In molti hanno inviato le loro fattrici alla monta di stalloni esteri di qualità. Con il risultato di elevare il livello del prodotto nazionale>. In particolare tra i soggetti presentati spicca un figlio dello stallone top Camelot, che ricordiamo vincitore di un Derby di Epsom, a sua volta nato da un grande campione, Montjeu. Mentre tra gli stalloni italiani presenti con i loro figli, da notare Blue Constellation presentato dalla Razza Ticino. <Queste aste – prosegue Parri – sono uno stimolo per la rinascita di tutto il mondo ippico nazionale che ci auguriamo possa tornare agli antichi fasti>.

L’ippica italiana malgrado le problematiche ormai conosciute si avvale di grandi professionisti tra cui un fantino importante come Dario Vargiu vincitore di derby e di importanti prove all’estero. I nostri professionisti inoltre si fanno onore in Francia, Inghilterra, Emirati, Stati Uniti.

L’asta è divisa in due parti. Nella prima passano i soggetti altamente selezionati da una apposita commissione e che certamente non sono per tutte le tasche. Nella seconda parte invece sarà possibile l’acquisto anche di puledri a prezzi più bassi: introno ai 3, 4000 euro. Ecco cosa ne pensa Alessandra Vigliani, la più importante veterinaria di San Siro. <é un buon catalogo, si possono fare ottimi affari, a prezzi molto contenuti, e, soprattutto a queste aste è presente la migliore produzione italiana>.

 

A #Deauville (25 agosto) la III edizione di #Au-DelaDesPistes. Ovvero quando il cavallo da corsa trova una nuova vita negli sport equestri. Ma in Italia i #commerciantidicavalli non li vogliono

Nelle foto le varie specialità in cui è usato il purosangue (Zuzanna Lupa Photography)
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di Marine Thevenet

Nella stessa giornata il galà dei campioni delle corse conMARCHAND D’OR, SOLOW, CIRRUS DES AIGLES, AFRICAN STORY Ospiti della Stars alla Champions Parade

Organizzata dall’ente benefico francese Au-Dela Des Pistes con il sostegno di France Galop, la terza edizione del Retraining of Racehorses Day si svolge sabato 25 agosto all’ippodromo di Deauville-La Touques.

MARCHAND D’OR, SOLOW, CIRRUS DES AIGLES, AFRICAN STORY Ospite Stars alla Champions Parade

Il clou della giornata è l’ormai tradizionale Parade of Champions, che vedrà il ritorno della leggenda di Deauville MARCHAND D’OR al suo posto preferito che lo ha visto con il Prix Maurice de Gheest tre volte per Freddy Head, nel 2006, 2007 e 2008 Il suo allenatore ha recentemente vinto la gara di nuovo questo mese. Il campione Sprinter, che è stato corso dai Girals, ha anche vinto il Qatar Prix de l’Abbaye de Longchamp e la Coppa di luglio 2008, prima di ritirarsi a Jean-Pierre e Guillaume Garcon’s Haras de l’Hôtellerie.

Sarà accompagnato nella parata da un altro ex campione di Freddy Head, SOLOW. Di proprietà dei fratelli Wertheimer, l’eccezionale miler ha vinto cinque Group 1 durante la stagione 2015 in Francia, Inghilterra e Dubai.

Inoltre, la coppia Godolphin dei vincitori della Coppa del mondo di Dubai AFRICAN STORY (2014) e PRINCE BISHOP (2015) sarà di nuovo in parata, così come il campione di Corine Barande-Barbe e l’ambasciatore Au-Dela Des Pistes CIRRUS DES AIGLES, che ha trionfato in sette gruppi 1 nella sua carriera.

La Progenie di SHARETA nella dimostrazione di dressage

Tra le otto gare, ci saranno esibizioni di cavalli da corsa riqualificati in discipline quali dressage, western riding, horse-ball e show-jumping che mostreranno la loro adattabilità e versatilità. Gli appassionati di breeding saranno particolarmente interessati a osservare la dimostrazione del dressage degli ibridi Aga Khan Stud, SHAROUN, che non è altro che il figlio di Champion SHARETA. Recentemente riqualificati, questi castrati di quattro anni disoccupati sono ora sotto la cura di Eugenie e Robert Danloux, i fondatori di DH Stable in Normandia.

Incontra i campioni da vicino

Il pubblico avrà l’opportunità di incontrare tutti gli ex cavalli da corsa presenti durante il giorno e le loro nuove connessioni durante le visite organizzate dai volontari di Au-Dela Des Pistes, che discuteranno del processo di riqualificazione che questi cavalli hanno attraversato.

L’associazione avrà anche uno stand situato vicino all’anello della parata, dove tutti coloro che sono interessati potranno scoprire Au-Dela Des Pistes in modo più dettagliato, oltre a come aderire e sostenere l’ente benefico.

Christophe Soumillon donerà il 5% delle sue vincite all’associazione

Ambasciatore per Au-Dela Des Pistes e personalmente coinvolto nella riqualificazione dei cavalli da corsa, il otto volte campione di Flat Jockey Christophe Soumillon ha deciso di concedere il 5% delle sue vincite in gara all’associazione.

Merano domenica 29: un altra grande giornata di corse nell’ippodromo che oggi è il maggiore della Penisola.

di Giorgio Bergamaschi

Pomeriggio torrido, a Maia, che non è riuscito a rinfrescare neppure per un attimo la colla umida che ha attanagliato un pubblico accorso numeroso a dispetto del tempo e del sole implacabile, ogni tanto magari richiamandolo all’ombra fra le due tribune, per ammirare Greta Marcolongo, nel suo recital ammaliante, dalle tonalità spesso inaspettate e suadenti, spaziando fra molti generi nella complicità della sua notevole complessione vocale.

Corse belle, sia in ostacoli (con repertorio marginale) che in piano, settore questo al debutto stagionale che ha fatto ammirare le nostre cravaches impegnate in arrivi palpitanti sia nelle condizionate che negli handicap, spesso salutati dall’esattezza della perizia.

Un’occhiata, subito, alla siepi Nell’Imprezer sui 3300 metri abbiamo applaudito una giovane trainer ed un bravo, giovane jockey al rientro dopo un infortunio: Ilenia Nero e Alessio Pollioni. Per oltre un anno, Ilenia s’è sentita dileggiare perché con questo Dalton che batte le prestigiose insegne di Dormello ha vissuto un viaggio fino all’inferno… quello del dileggio, della derisione, di un ambiente pieno di pecche ma capace di guardare solo la pagliuzza bell’occhio dell’altro, non wllw trwve nel proprio. Già. Questo Dalton anche a primavera era stato sanzionato dai commissari ed era problematisissimo sia al mattino che in corsa, da un po’ di tempo se n’era andato via dalla follia della pista e avanti col lavoro per stradine di campagna e mulattiere di montagna…

Oggi, il risultato l’hanno visto tutti. Per la gioia di tutti, esclusi magari i detrrattori che hanno ingoiato un bel rospo. Con Pollioni abile a farlo girare in partenza ed a prendere buono il primo lancio, ecco per per Dalton s’è aperta una corsa in avanti ben dosata, anzi calibrata. Fin dal primo metro, il figlio di Gentlewawe è schizzato in avanti, ma senza foga o mancanza di senno: invece, con azione felpata, suadente, proficua. E così, impegnato in una corsa all’attesa correndo in avanti, quando a metà della piegata finale Pollioni s’è lasciato sfilare le redini con bella diluzione, la retta d’arrivo s’è aperta promettente e s’è conclusa in un piccolo, “grande trionfo”. Per gli avversari, la consolazione di aver visto un… cavallo ritenuto matto rinsavito mirabilmente, ed il lavoro di un’umile ragazza conferire un prestigio di cui la Dormello Olgiata non ha bisogno, e però di uomini, anzi una donna affidabile e costante, di questo certamente sì.

Nel cross, intestato a Fatal Mac, puntuale l’affondo di Kitano per la regia di Raf Romano, con il compagno di training Tequila Tango affidabile runner up.

Il clou del convegno era offerto da una buona condizionata per anziani sui 1600, in cui Captain Cirdan ha svettato: lui, nella schiera degli eletti in giovanissima età, ha saputo beffare l’appoggiato Fortissimo che era invece atteso in uno sparring spietato con Dream Up ma, per il principio del “terzo escluso”, ecco invece Captain Ciordan che, dopo percorso all’attesa, piazzava nel rush una punta di speed di bella fattura in virtù del quale veniva con la sua fucilata in corda a regolare Torna a Surriento ed il cèco Lagaro, che concludevano in lotta serrata. Fortissimo invece, per via di un percorso un po’ trafficato, doveva arrendersi e seguire Dream Up col quale era entrato in pista condividendo il pronostico.

Le due tris riuscivano col… “fiocco”, confezionate davvero in modo pregevole. Nella prima il facoltoso Allimac , bene interpretato da Toni Migheli, in barba alla quintalata imposta dall’handicap spadroneggiava dalla sgabbiata al traguardo, imprendibile per Desire to Fire suo runner up, seguito dalla favorita del campo, Dollar Exchange.

La combinazione vincente 1 – 4 – 2. Poi, nella seconda e più ingarbugliata prova, si assisteva ad un arrivo assolutamente spettacolare, con ben quattro cavalli aperti a ventaglio piombati pressoché simultaneamente sul traguardo: aveva la meglio Tout a Fait, anch’egli risalito dalle retrovie per linee interne, e sotto il pungolo puntuale e ficcante di Gavino Sanna carpiva una corta testa a Trivial Force e Southpark ( combinazione vincente 10 – 8 – 11) finiti sul palo divisi da un…. niente, e di un solo baffo dinanzi ad Acire Xam, che a pochi metri dal palo era sembrato assolutamente dominatore della corsa. In scia ad Axire, la favorita Wake Gold era quinta, a contatto.

In apertura, Dario Vargiu aveva pilotato a traguardo Destination Aqlaam a liberandosi di Corral Canyon insistente ed impegnativo fino quasi all’epilogo, , mentre neppure il quintale imposto sulla schiena di Matey poteva impedire a Nicolas Guilbert di far suo l’impegno sul miglio curando passaggi interni e scelte di tempo tali, da rendersi imprendibile a Streetcore.

 

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Tutte le foto di domenica 29 luglio (FOTO PRESS ARIGOSSI)