Santorre di Santarosa
Invitiamo i lettori di questo blog a scriverci per proporre idee e suggerimenti per una discussione sull’ippica e sull’equitazione per il 2020. Questa la mail di riferimento: chavalier.magazine@yahoo.it
Come da tempo è purtroppo noto, l’ippica e più in generale il mondo del cavallo sono abbandonati a se stessi. In lento e inesorabile declino. Soprattutto l’ippica e in particolare il mondo del galoppo sono un fantasma che si aggira negli ippodromo della penisola, senza che nessuno ne abbia la benché minima cura. La percezione, poi, del settore è del tutto nulla. Vive in un universo sotterraneo una conflittualità permanente del tutti contro tutti che non è neppure il caso di citare.
Unici elementi positivi, le vittorie dei nostri trottatori sulle piste d’oltralpe anche se spesso venate da una acredine nei nostri confronti, soprattutto, credo, perchè vinciamo troppo e senza che il Mipaaf intervenga per tutelare i nostri operatori. E un ippodromo che si distingue, quello di Merano per le capacità manageriali di Giovanni Martone e della figlia Chiara che nn smetterò mai di elogiare.
Nel galoppo, la nebbia è assoluta. Bassi premi, nessuna sponsorizzazione, se nn per qualche euro sul trotto. Con soggetti di terz’ordine che calano sulle nostre piste a fare incetta di quei gran premi che non dovrebbero neppure avere lo status di Gr2, l’ultimo che ci è rimasto. Galoppo e trotto si salvano per opera di alcuni professionisti di valore che hanno capito come l’ippica debba essere passione ma anche industria, si chiamano Botti Family e Alessandro Gocciadoro.
Capitolo a se le aste, Danno grandi soddisfazioni per i risultati quelle del trotto che offrono soggetti di grande qualità capaci di attrarre acquirenti da tutta Europa e frutto di una selezione importante e di un sangue che si è rinnovato negli anni, disponendo di un parco stalloni e fattrici di prim’ordine.
Sul fronte politico, quello che dovrebbe essere lo strumento per il rinnovamento e ristrutturazione del settore; nulla. La parentesi Centinaio, veniva da un inetto ministro del Mipaaf come Martina, attento solo alla propria personale carriera che agli interessi di chi avrebbe dovuto tutelare e rappresentare, non solo riferendosi all’ippica, ma ad esempio anche agli ulivi pugliesi affetti dalla mortifera xilella pugliese che solo in questi giorni hanno trovato soluzione con un importante stanziamento del ministero.
Ricordo che un tempo in parlamento esisteva addirittura un gruppo interpartitico “amici dell’ippica”, di cui Giulio Andreotti era il sostanziale nume tutelare di un serttore che quel politico amava profondamente. Si diceva tra l’altro fosse lui il reale proprietario dell’ultimo grande campione del galoppo nazionale, quel Toni Bin vincitore di Arc.
Poi da tempo il deserto. Con ministri come Romano, che dispersero quel patrimonio economico costruito con il prelievo sulle macchinette che sarebbe servito come il pane per il rilancio del settore, senza parlare di Tremonti a cui si deve la famigerata cancellazione dell’Unire, in modo da poter disporre del quattrino derivato dalle scommesse, per altri scopi, cosi che alla fine con Renzi è arrivato Martina che neppure per una volta ha voluto essere presente alla Fieracavalli di Verona delegando tale Castiglioni che aveva in carico l’ippica e che poi lasciò con l’altrettanta famigerata classificazione degli ippodromi, poi abolita.
Poi, appunto, Marco centinaio, leghista della tradizione ippica di questo partito. Ecco dunque la costituzione della Taske Force. Fallita miseramente dopo pochi mesi, prima con l’abbandono di Roberto Mazzuccato, poi con le dimissioni degli altri suoi membri, personaggi già noti alle cronache ippiche che nulla più avevano da dare, avendo già dato spesso e male anche in passato. Risulterebbe allo scrivente che Centinaio abbia dirottato risorse sui premi minori. Il pagamento dei premi comunque è rimasto ben lontano da quello che avviene in Francia, dove dopo 10, dicasi 10 giorni, i vincitori riscuotono quanto dovuto.
Oggi a capo del dicastero c’è Teresa Bellanova. Malgrado sollecitata da più parti, nn risulta aver proposto progetti e programmi per il rilancio del settore. Sia in termini di corse sia per l’allevamento, comprendendo anche quello del cavallo sportivo che dipende ancora pesantemente dalle importazioni da Germania, Olanda, e in misura minore da Francia, Belgio e Irlanda.
Una chiosa sulla stampa e la pubblicità del settore. Teleippica o come cavloo si chiama non funziona come dovrebbe. Per il resto, solo trafiletti da ultima pagina della Gazzetta.
Mi piace:
"Mi piace" Caricamento...