Storie di cavalli sulle pagine dei libri. Canterwood Crest.

Nell’immagine di apertura a sx l’autrice della serie Jessica Burkhart e la copertina di uno dei suoi racconti

Una raccolta di storie di cavalli e cavalieri. Un’adolescenza a cavallo di libri: la serie in inglese per ragazzi che amano montare: #Canterwood Crest, ideata da J#essica Burkhart. 

di #Greta Milesi

“La lettura è il viaggio di chi non può prendere un treno” – Francis de Croisset

Sono convinta ormai da anni che siamo, in realtà, tutti grandi lettori. Da quando sono bambina credo che, per tutti coloro che non amano leggere, esista da qualche parte il libro e la storia che li farà finalmente innamorare della lettura. Alcuni sono più fortunati e incontrano facilmente questo libro, altri lo devono cercare un po’ di più. È esattamente per questo motivo che, e chi mi conosce lo sa fin troppo bene, suggerisco da sempre libri a chiunque mi vuole stare a sentire! Oggi mentre scrivo penso a tutti i giovani adolescenti a cui mancano i cavalli e i maneggi. È proprio per loro che vi consiglio questi libri, con la speranza che magari qualcuno possa trovarvi il libro che lo farà diventare finalmente un gran lettore.

Jessica Burkhart, autrice americana per ragazzi, ha fin da piccola un forte amore per il mondo equestre. Cresciuta a pochi passi da un maneggio, si innamora presto dei cavalli, inizia a montare a otto anni e sogna, un giorno, di far parte della squadra nazionale. Quando da più grande scopre anche il mondo della scrittura, decide di rimboccarsi le maniche, prendere in mano le redini e dedicarsi ai libri che conquisteranno tantissimi giovani in tutto il mondo: la serie di Canterwood Crest.

Con i suoi diciotto libri, Burkhart regala ai giovani tantissime avventure. Insieme alla protagonista Sasha Silver e il suo amato cavallo Charm, il lettore del primo libro della serie, ‘Canterwood Crest: Take the Reins’, si trasferisce nella prestigiosa Canterwood Crest Academy. Qui, Sasha inizia una nuova vita. Tra nuovi compagni, amicizie, professori e allenatori, l’unica costante è l’amore per l’equitazione e il bellissimo Charm.

Quella di Canterwood Crest è un serie avvincente che riesce ad abbracciare sia il mondo dei giovani adolescenti che quello equestre. Il lettore affronta con Sasha non solo allenamenti e concorsi ma anche diatribe tra amiche, la prima cotta e la determinazione di chi vuole realizzare i propri sogni.

Questi libri, disponibili su Amazon sia in versione cartacea che digitale, sono stati scritti per ragazzi madrelingua inglese dai 9 ai 12 anni. Non sono purtroppo stati tradotti in italiano. Tuttavia, questo presenta un’ottima opportunità. Infatti, data la particolare attenzione a un mondo di giovani adolescenti e un linguaggio semplice da seguire, queste storie potrebbero essere la ricetta perfetta per chi, anche se un po’ più grande, vuole migliorare il proprio inglese.

Mentre il Coronavirus continua a tenere noi e i nostri figli confinati nelle mura di casa, lontani da scuola, amici e dai tanto amati maneggi e cavalli, questa serie può essere di grande aiuto. Con dei libri che potrebbero aiutare a migliorare il loro inglese, la Burkhart regala ai nostri figli la possibilità di sentirsi ancora una volta vicini al tanto amato mondo equestre. “La lettura è il viaggio di chi non può prendere un treno” scriveva Francis de Croisset. Ecco, al momento un treno noi purtroppo non lo possiamo prendere. Usciremo dalle nostre case, torneremo a viaggiare e torneremo a montare, ma, nel frattempo, prendiamo in mano un bel libro e viaggiamo tra pagine e parole, ci aspettano mille fantastiche avventure!

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Kentucky Derby 2020. Ecco i favoriti di Eugenio Colombo.

Nella foto di apertura Eugenio Colombo

Santorre di Santarosa

Come da consuetudine, anche quest’anno abbiamo interpellato Eugenio Colombo per farci dire chi sono per lui i tre favoriti del massimo evento mondiale che andrà in scena il prossimo 5 maggio a Churchill Downs di Louisville nel Kentucky. Tra i pretendenti anche un cavallo montato da un italiano che si sta facendo onore in Usa, si chiama Luca Panici e monta per un altro emigrato di lusso, Patrik Biancone.

Le schede

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Irish Derby 2019. Coolmore, Coolmore e Galileo, Galileo e ancora Galileo.

Coolmore come per Epsom, a The Curragh ha piazzato tre dei suoi nei primi tre posti. Il Derby irlandese è casa Colmoore ormai da alcuni anni. Non solo, ma Coolmore ha ormai inflazionato tutto ‘allevamento europeo con i figli, i nipoti e quant’altro di Galileo, lo stallone top di questo che è il maggiore allevamento continentale e fra i primi cinque al mondo. Ha vinto il meno quotato, il cavallo che tra gli otto partecipanti era dato a

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Ordine d’arrivo e quote

 

Il video del Derby.

Il video delle corse della giornata

Nel video e nella foto di apertura, l’arrivo in cui si vede bene, la portata della vittoria di Sovereign, di questo sauro figlio di Galileo che ha condotto dall’inizio alla fine lasciando poi secondo ad almeno 4 lunghezze il vincitore di Epsom.

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La scomparsa di #MilBorromeo. Uno di noi.

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E’ stato uno dei pochi allenatori a vincere un gruppo 1 con un cavallo allevato e allenato in Italia, il Prix d’Ispahan con Prince Kirk, con cui poi fu secondo nel Jean Prat e terzo nell’Ornano. Con De Sica vinse il Derby italiano di galoppo.

di Claudio Gobbi

Mil Borromeo, rappresenta l’ultimo esempio di quella borghesia milanese – e italiana – che fu artefice della costruzione del Paese. E per la quale le corse, e il cavallo da corsa purosangue erano una nobile professione cui dedicarsi. Dopo il ritiro di questi ultimi tra cui Gaetano Benetti, Ibido, Donati, Manfredini, tanto per citare alcuni di loro ancora nella memoria dei più e personaggi della grande ippica, sono subentrati personaggi senza alcuna cultura, ex uomini di scuderia, per i quali il cavallo da corsa è divenuto un mero strumento di sostentamento e solo da sfruttare. Faceva parte dell’ultima generazione di appassionati, cultori del cavallo nella sua più nobile delle espressioni, la corsa.

Un abbraccio commosso di tutti noi di Chavalier.net alla mamma, Totò Badini

Il ricordo di Giorgio Bergamaschi

Mil Borromeo non è piu’. Se n’è andato in silenzio, con la signorilità che l’ha sempre contraddistinto. Non ha avuto malattie di sorta… No, Mil è entrato improvvisamente in coma, a seguito di un improvviso malore, laggiù in Marocco. Le sue condizioni erano subito apparse critiche, per via della violenta emorragia cerebrale patìta. Poi è sopraggiunta la morte. E pensare che nel suo ultimo viaggio a Casorate Mil era apparso persino ringiovanito, col piglio fiero e il sorriso di sempre.
E invece…Addio, Mil. Conoscerti è stato un privilegio. Per chiunque in questi ultimi 40 anni abbia avuto la chance di incrociare il proprio cammino con il tuo! Ma… proprio tu… e adesso. E’ terribile, non ci si può credere! Ti ho nel cuore, perché hai sintetizzato nel modo migliore l’ippica degli anni Settanta. Ora, in una sorta di ricongiungimento familiare, sei con nonno Emilio Badini e il tuo caro fratello, anch’egli prematuramente scomparso Ti ricordo con affetto, Mil, davvero.
Da ragazzo, ti prendevano molto i giochi in brughiera, con le corse simulate assieme ad Adriana Felli emulando gli adulti in sella…
Poi, era venuto il tempo della liaison con Gianpietro Mozzati e dei walzer infiniti tra Merano e Monza, Torino, Firenze e poi Roma, Grosseto, Pisa e su, fino a Treviso, prima di ritornare a Merano. Un carosello infinito.
Si’, da ragazzo davi spettacolo in sella, da uomo hai dato lustro al turf tricolore dalla cabina di regia, sellando progetti interessanti e campioni autentici. Su tutte, la tua vittoria più bella impressa nella mente e nel cuore è però quella del tuo grigio Fandango nel Nazioni, in cui – dopo una retta testa a testa – con un guizzo d’orgoglio hai strappato la vittoria a #FredyGang, in sella alla saura Rainbow Jet, di sua moglie #VerenaFuchs.

E’ stato, quello, uno dei Nazioni più combattuti ed appassionanti.
Mil caro, porta il nostro abbraccio a Marco (Rocca), che con te ed Andrea (Donati) ancora fortunatamente vispo fra noi, è stato il “terzo moschettiere” della Merano più bella di sempre, la Merano cui la grande Kuca (Olga Roaldi) aveva dato impulso, portando da Le Querce saltatori e cavalieri di rango. Ciao Mil, ora voi che ci precedete, tessete un’azione propizia all’ostacolismo da lassù. Siete in molti, liberi da una biologia che nell’etere non ha più senso: ora, aiutate il cavallo sportivo e quello da ostacoli in particolare. Voi, che lo avete onorato fino all’ultimo sulle piste e nello stile di vita.