Redazione
Un antiparassitario per equini distrugge il CORONAVIRUS in 48 ore. Testato in Australia da una equipe di scienziati.
http://www.mondoturf.net/2020/04/coronavirus-studio-australiano.html
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PARIGI. La corsa più bella al mondo. Così a Parigi hanno scritto sulla locandina dell’Arc. Domenica, tra le quinte rosseggianti del Bois, nel nuovo Longchamp di meraviglioso disegno architettonico, la Regina Enable cercherà di entrare nella leggenda cercando il suo terzo Arc. La figlia di Nathaniel allenata da John Gosden, con Lanfranco Dettori in sella, parte dal valore di 128 acquisito nelle Yorkshie Oaks in agosto. Enable per chi ama i numeri regala lo score straordinario di ben 11 performance, partendo dalle Oaks 2017, con valori superiori a 122. Diciamo un valore sicuro e costante di eccellenza che fa dormire sonni tranquilli ai periziatori.
Che invece hanno dovuto pensare, scrivere e correggere i numeri da scrivere accanto al nome di Ghaiyyath, il quattro anni da Dubawi sellato da Charlie Aplleby che con la sua stratosferica performance nel Gran Premio di Baden Baden ha alzato l’asticella dall’alto delle 14 lunghezze rifilate agli avversari. Il tema è questo. Il quattro anni inglese dovrà confermare quel valore di 126 (ma Racing Post lo valuta addirittura 128, sullo stesso piano di Enable) in un contesto ben più consistente. E c’è una corrente di pensiero che sostiene che nell’Arcourt di gruppo 2 l’erede di Dubawi avrebbe espresso quel rating se il suo jockey non avesse praticamente smesso di comandare a 100 metri dal traguardo.
Resta il fatto che pensare ad una sconfitta della cavalla imbattibile sembra utopistico e improbabile. Una corsa come l’Arc estende lo sguardo ad altri partecipanti di valore. Se chi ha confidenza con le perizie è sempre attento alla curva ascensionale di rendimento di un purosangue, il profilo da monitorare è quello di Waldgeist, il francese di 5 anni da Galileo che porta colori tedeschi. L’avvicinamento alla grande corsa d’autunno è stato in pieno stile Andrè Fabre, quasi a fari spenti. Nel Qatar Prix Foy di gruppo 2 è bastato correre su un 119 senza sprecare niente, con un Pierre-Charles Boudot conservativo in sella. E’ stato il secondo Foy per Waldgeist che nel 2018 aveva galoppato da 121. Ma quello vero lo abbiamo ammirato nel superbo contesto delle King George, un ottimo terzo posto esprimendosi al suo top, un 124 che è il suo valore di partenza nell’Arc. Se ripetuto vale il podio per questo soggetto consistente e programmato in maniera sopraffina dal Muto di Chantilly.
Guardando in Irlanda e nello specifico in quella bottega straordinaria che è la scuderia di Aidan O’Brien ecco Magical, cavalla molto consistente. La laureata delle Irish Champion Stakes nell’annata ha corso da 122 e più volte. Identico standard espresso da Japan, tre anni da Galileo che ha vinto il 14 luglio il Grand Prix de Paris per poi confermarsi nelle Juddmonte International Stakes di gruppo 1.
In avvicinamento all’Arc diventano seguitissimi, con tanto di foto e filmati, i lavori. Ecco un Soumillon che a Chantilly scende entusiasta dopo l’ultimo galoppo di rifinitura del giapponese Kiseki, sul quale è stato ingaggiato. “Aveva un’azione molto bella, ci sono molti cavalli che nella prova di preparazione (il Foy, dove ha figurato al terzo posto) non rubano l’occhio eppoi vengono avanti nell’Arc”, ha dichiarato il top jockey. Kiseki nella prima sortita in terra di Francia ha fatto vedere un 113.
L’orientamento dei periziatori francesi è quello di valutarlo sul secondo posto nel gruppo 1 corso in Giappone, che lo porta a un valore di partenza nelle gabbie dell’Arc di 119. Non basta per fare l’arrivo, visto che con quel numero sarebbe dietro anche a Sottsass, il tre anni da Siyouni presentato da Jean-Claude Rouget e con in sella il nostro Cristian Demuro. Nel Pric Niel ha fatto 115 ma quella prestazione va ben pesata. Ha corso in maniera prudente, vedendo sempre la corda, e correndo solo gli ultimi 200 metri. Un ballo in maschera, solo una ricognizione sul percorso. Il Sottsass vero è quello che ha vinto il Prix du Jockey Club e qui la linea di pensiero degli handicapper è che quella corsa sia molto veritiera, una linea consistente che si è confermata, visto che anche i battuti si sono poi confermati ad ottimo livello. Dunque, Sotssass parte da quel 120 del Jockey Club, con il leader dei tre anni francesi chiamato a stupìre ancora con i migliori del mondo.
Rouget, visto che il cielo ha rovesciato acqua su Parigi, e domenica si prevede un terreno autunnale, ha supplementato il pesantista Soft Light, un tre anni da Authorized. Lo avevamo visto affacciarsi nel Prix de Paris, corso su 105 di rating, per poi rivelarsi a pieno nel Grand Prix de Deauville, con un progresso che lo portava gli amanti delle perizie a scrivere 114. Il team ha fiducia in una sua buona prova,tanto che è stato ingaggiato la leggenda giapponese Yutaka Take.
https://www.arqana.com/catalogue/vente_de_yearlings_d-octobre_deauville_22_octobre_2019/255
The October Yearling Sale continues to be a source of Group winners across the globe. SISTERCHARLIE continues to add to her winnings having triumphed in the Diana Handicap (Gr.1) at Saratoga and the Beverly D. Stakes (Gr.1) at Arlington Park. LORD GLITTERS won the Queen Anne Stakes (Gr.1), during the prestigious Royal Ascot meeting having finished third in the Dubai Turf (Gr.1) at Meydan
In France, GRAND GLORY finished an excellent third in the Prix de Diane Longines (Gr.1), less than a length off the winner, CHANNEL. Other graduates of this sale, ROBIN OF NAVAN, GALLIC CHIEFTAIN, CARTIEM, MORANDO, ELYSEA’S WORLD, PRIVILEGIADO, ALWAAB and Scandinavian champion SQUARE DE LUYNES, have all distinguished themselves at Listed and Group level. Several promising juveniles have also shown their talent this season such as WOODED, MY LOVES PASSION and GUILDSMAN. This year, a total of 609 yearlings will attempt to follow in their footsteps. The sale will begin on October 22 at 3pm with the first session, made up of 162 lots. The second session is made up of 181 lots and will take place on the Wednesday from 3pm, with the third session starting on the Thursday at 2pm. Finally, 90 colts and fillies will go under the hammer on Friday, October 25 at 11am for the final session, which closes the saleA total of 583 yearlings qualified for the 2020 Haras de Bouquetot – October Sale Criterium. The Critérium de la Vente d’Octobre, won last year by MASTER BREWER, subsequently exported to Hong Kong, will take place on Saturday, October 5 at ParisLongchamp Racecourse. Reserved for two-year-olds sold at the 2018 sale and qualified by their owners, the third edition of the race is worth €275,000 in prize-money down to eighth place, with €137,500 to the winner. The breeders of the first three home will be rewarded by the race sponsor Haras de Bouquetot with a free covering to Shalaa for the winner, Olympic Glory for the second, and Zelzal for the third. Of the 609 yearlings in the 2019 catalogue, 583 of these colts and fillies are qualified for the 2020 race, which takes place during the prestigious Qatar Prix de l’Arc de Triomphe weekend at ParisLongchamp.
The Critérium de la Vente d’Octobre, won last year by MASTER BREWER, subsequently exported to Hong Kong, will take place on Saturday, October 5 at ParisLongchamp Racecourse. Reserved for two-year-olds sold at the 2018 sale and qualified by their owners, the third edition of the race is worth €275,000 in prize-money down to eighth place, with €137,500 to the winner.
The breeders of the first three home will be rewarded by the race sponsor Haras de Bouquetot with a free covering to Shalaa for the winner, Olympic Glory for the second, and Zelzal for the third.
Of the 609 yearlings in the 2019 catalogue, 583 of these colts and fillies are qualified for the 2020 race, which takes place during the prestigious Qatar Prix de l’Arc de Triomphe weekend at ParisLongchamp.
Il Deutsches Derby è una gara per cavalli purosangue in piano di gruppo 1 in Germania aperta a puledri maschi e puledri purosangue di tre anni. È gestito ad Amburgo-Horn su una distanza di 2.400 metri (circa 1½ miglia). Solitamente si svolge ogni anno anella prima domenica di luglio.
Gruppo 1 gara | |
Città dove si disputa | Horner Rennbahn Amburgo , Germania |
---|---|
Primo Derby | 1869 |
Tipo di gara | Corsa piana per purosangue |
Sponsor | IDEE |
Ippodromo | Amburgo |
Informazioni sulla corsa | |
Distanza | 2.400 metri (1½ miglio) |
Superficie | torba |
Tracciato | A mano destra |
Proposizione di corsa | per puledri di tre anni esclusi i castroni |
Pesi | 58 kg 1½ kg in meno per le puledre |
Dotazione | € 650.000 (2016) € 300.000 al primo arrivato |
Cenni storici
L’evento fu fondato nel 1869 e originariamente era chiamato Derby Norddeutsches. Divenne noto come Deutsches Derby nel 1889.
Per gran parte della sua storia la corsa si è disputata ad Amburgo. È stato anche messo in scena a Grunewald (1919), Hoppegarten (1943-44), Monaco (1946) e Colonia (1947). Fu intitolato Grosser Deutschlandpreis der Dreijährigen durante la seconda guerra mondiale.
L’attuale sistema di classificazione fu introdotto in Germania nel 1972 e al #DeutschesDerby fu assegnato lo status di Gruppo 1.
La corsa è stata sponsorizzata da BMW dal 1991 al 2008. È stata supportata da IDEEKaffee dal 2009 al 2011 e Sparda-Bank dal 2012 al 2014, prima che IDEE tornasse come sponsor dal 2015.
(Successivamente ogni mese aggiorneremo questi pronostici sulla base delle prestazioni)
Italian Derby di Paolo Allegri Giornalista ippico
- MISSION BOY PACO BOY (IRE) b. 2005 – MISS MISSION (IRE) b. 2001 – SECOND EMPIRE (IRE) dkb/br. 1995
Leader giovanile, imbattuto in 4 corse, compreso il Gran Criterium. Figlio di Paco Boy, di proprietà della scuderia Blueberry. Ha classe, se tiene la distanza può puntare anche al Nastro Azzurro.
- CALL ME LOVE SEA THE STARS (IRE) b. 2006 – FRESNAY (GB) dkb/br. 2004 – RAINBOW QUEST (USA) b. 1981 [CS]
Femmina da Sea The Stars, di proprietà della scuderia Effevì. Imbattuta in due corse, compreso il Premio Campobello. Il team dovrà decidere se puntare alle Oaks o tentare di realizzare il sogno del signor Villa di vincere il Derby con una femmina.
- THE WORLD IS YOUR RULER OF THE WORLD (IRE) ch. 2010 CONTEMPORARY (IRE) b. 1999 – ALZAO (USA) br. 1980
Maschio da Ruler of the World (linea di Galileo), terzo nel Premio Riva (linea di Mission Boy) e secondo nel Campobello (linea di Call Me Love). Ha dimostrato di galoppare forte, a contatto con i due migliori prospetti finora visti sulle piste nazionali.
Prix di Jockey Club par Bernard Salvat Consulente
- ANODOR ANODIN (IRE) b. 2010 – DECIZE (FR) ch. 2010 – KENTUCKY DYNAMITE (USA)
ch. 2003- PERSIAN KING KINGMAN (GB) b. 2011 – PRETTY PLEASE (IRE) b. 2009 – DYLAN THOMAS (IRE) b. 2003
- MOTAMARRIS LE HAVRE (IRE) br. 2006 – THAMARAT (GB) dkb/br. 2003 – ANABAA (USA) br. 1992
Kentucky Derby di Horse Racing Nation Magazine on line Usa
- GAME WINNER CANDY RIDE (ARG) b. 1999 – INDYAN GIVING (USA) dkb/br. 2009 – A.P. INDY (USA) dkb/br. 1989 [IC]
- IMPROBABLE CITY ZIP (USA) ch. 1998 – RARE EVENT (USA) b. 2009 – A.P. INDY (USA) dkb/br. 1989 [IC]
- WAR OF WILL WAR FRONT (USA) b. 2002 – VISIONS OF CLARITY (IRE) b. 2000 SADLERS WELLS (USA) b. 1981 [CS]
IL DECALOGO DI HORSE PAINTING
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Verranno anche coinvolte una o più persone con esperienze professionali maturate in campo artistico, che si esibiranno esprimendo la propria arte dal vivo, sperimentando questa novità e introducendo l’argomento pittorico nella sua totalità, a cominciare dalla preparazione della tavolozza dei colori.
Un progetto IAA è tale quando si prefigge, come scopo, una relazione eterospecifica che porti lo stato di salute o lo sviluppo emotivo e psichico di un individuo ad equilibri nuovi.
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Le esperienze creative nello sviluppo infantile, come queste, coinvolgono tutti i sensi e rafforzano l’acquisizione di competenze.
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HORSE PAINTING privilegia la relazione ed il contatto con il cavallo, in capezza, che può essere tenuto semplicemente alla longhina, in modo che abbia la possibilità di esprimere, volendo, il proprio eventuale disagio momentaneo. Si farà quindi fare una piccola passeggiata a mano, prima di riprendere il laboratorio di equipittura. È anche un modo per far capire al bambino che il cavallo non è solo un animale da sellare ma un compagno con cui porsi in maniera diversa e ugualmente affascinante. Un “complice” con cui giocare.
HORSE PAINTING rispetta i canoni di coinvolgimento di cavalli anche anziani nelle Attività Assistite. Il cavallo è uno degli animali sociali d’eccellenza; la comunicazione chimico-fisica attraverso i diversi organi di senso, il linguaggio del corpo e le vocalizzazioni, origina dal fatto che il cavallo vive naturalmente in branco e possiede una potente memoria che ne influenza la percezione della realtà e la sua performance futura. Cavalli che hanno vissuto molti anni in scuderia e hanno il compito giornaliero di un lavoro in campo, hanno sviluppato una visione della realtà e della propria vita peculiare e soggettiva. Se verso di loro sono sempre stati applicati comportamenti etici, la consuetudine, il riconoscere le persone, l’aver instaurato rapporti sia gerarchici sia di amicizia con cospecifici e/o eterospecifici, risultano d’importanza fondamentale per il mantenimento del suo benessere anche da anziano. In un Centro Ippico mettere a riposo un cavallo, vuol dire per lui mantenere la possibilità di continuare ad avere i rapporti sociali abituali e non interrompere le relazioni con i suoi simili o con le persone che ha visto per anni, non interrompere in modo brusco le attività relazionali stabilite con particolari soggetti. Permettere al cavallo anziano di scegliere se svolgere e per quanto tempo Attività Assistite cosiddette “a terra”, ovviamente in modo consono e congruo alle sue possibilità, può essere veramente importante per il mantenimento del suo benessere psichico ed anche fisico. Il mantenimento del legame con il suo coadiutore e con alcuni piccoli utenti, soddisfa il forte bisogno di relazione sociale che il cavallo ha. I suoi rapporti di amicizia, fondamentali, possono continuare.
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La scelta del colore della tela-coperta, indossata dai cavalli, mediatori e catalizzatori empatici d’eccezione, non è casuale. Infatti, il blu è uno dei colori che il cavallo distingue meglio, insieme al giallo. A livello cromoterapico, inoltre, questa tonalità ha un effetto rasserenante e calmante sia sugli equini che sugli umani, che vanno a interagire in stretta equazione relazionale tra loro.
La tonalità del blu-denim è un colore che può essere associato all’oscurità, accogliente e profondo, che non distrae ma procura benessere interiore.
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Durante questa attività di pittura, è meglio privilegiare le forme astratte che non interferiscono con la libera espressività artistica dei bambini, sono adatte a tutti, e incentivano a giocare con i colori, con le tecniche e con gli strumenti. Eventualmente, oltre all’uso delle mani, è possibile affiancare degli stampini di spugna molle. Le diverse forme devono avere una dimensione adatta per le piccole dita dei bambini e i soggetti seguiranno un preciso percorso educativo. Il valore speciale che possiede l’attività grafico-pittorica consiste nell’elemento narrativo che questa contiene perché il bambino, mentre scarabocchia o dipinge, racconta sempre qualcosa di sé.
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Traspare sempre la serenità e la pittura lascia ampi spazi all’interazione fisica con le parti dei cavalli che la tela-coperta lascia scoperte.
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HORSE PAINTING : SCATTI D’AUTORE
«Amo fotografare, a 360° gradi, persone, paesaggi, luoghi; raccontare storie con la macchina fotografica è la sintesi che si racchiude in un’immagine sopra un foglio di carta, fatta di un momento in cui tutto si concentra e si raccoglie: cultura, memoria, ricordo, testimonianza, documentazione.
E ci sono momenti in cui un fotografo chiude gli occhi e fotografa con il cuore; questo mi è successo durante la giornata Horse Painting al Centro ippico del Meisino. Ho visto la gioia negli occhi, nelle mani, nei sorrisi di bambini che hanno dato sfogo alla loro felicità in simbiosi con cavalli, colori, natura, sotto lo sguardo tenero di genitori, assistenti, amici. E poi capisci che la disabilità è un pensiero relativo, che esiste solo nella non conoscenza, ovvero nell’ignoranza.»
(Emilio Ingenito, autore di questi scatti di HORSE PAINTING, presidente de « Il terzo Occhio » nato come gruppo di ricerca, e divenuto in seguito associazione culturale artistica fotografica, grazie alla comune collaborazione di alcuni fotografi dell’area metropolitana torinese. La sua ricerca artistica è orientata principalmente nella rappresentazione dell’uomo nel paesaggio e negli spazi urbani, e nella produzione di lavori più concettuali. Lavora in progetti tematici, pubblicazioni, calendari e organizzazione di mostre).
Per maggiori informazioni: A.S.Se.A. Onlus 333 752 0732 / a.assea@libero.it
Se un appunto si può fare ai Botti “italiani”, è quello di non essere in grado di alzare pesantemente il livello della qualità. Sono nel piccolo, un Coolmore in miniatura. Con volontà potrebbero diventare un colosso quantomeno europeo che fa concorrenza alle grandi scuderie e allevamenti. Con Sea of Class, hanno raggiunto un importante traguardo, ma c’è ancora molta strada da fare.
Sabato 16 marzo prende il via la nuova stagione del galoppo all’ippodromo di San Siro. I problemi del mondo ippico sono tutt’ora irrisolti e non se ne vede la fine. La #TaskForce terminerà il suo lavoro entro l’anno. Ovvero un anno ancora perso, quando i problemi era possibile risolverli con una azione diretta e importante del Ministro in tema pagamenti, promozione e calendario delle corse. Ma niente, si prosegue con quello che c’è. Con tanto di sanzioni della Ue in relazione al riordino degli ippodromi.
la prossima stagione a San Siro, si apre come si è chiusa quella precedente. Senza un piano organico, senza una qualsivoglia programmazione e con un calendario che nn produce nessuna selezione. Prosegue con la sistematica distruzione del palinsesto corse, nel caso con l’anticipo di una corsa faro come il Cesare degli Occhi alla prima giornata di corse.
In questo scenario si inserisce la Botti Family. Odiata da molti, accusata di monopolizzare le corse in cui, ad esempio su 6 partenti, 5 appartengono a scuderie da loro allenate. Tutto vero, tutto verificato. Ma se nn ci fossero loro, le corse chi le farebbe? È a questo interrogativo che i loro detrattori devono rispondere. Tanto più che nuovi proprietari all’orizzonte nn se ne vedono. E senza che la società metta in campo un programma promozionale degno di questo nome che sia in grado di portare davvero i milanesi all’ippodromo e nuovi proprietari nelle scuderie di San Siro. Ma tant’è: cosa importa alla società guidata da #FabioSchiavolin di valorizzare un patrimonio come San Siro, che nn appartiene solo a Snai, ma alla Città di Milano, su cui un sindaco intelligente dovrebbe quantomeno buttare uno sguardo. E quindi?
Vent’anni fa dicevo che se un imprenditore ippico intelligente, avesse pesantemente investito nell’ippica, gettando sul mercato una quantità importante di cavalli, sarebbe stato gioco facile accaparrarsi tutto il monte premi. I Botti hanno capito che quella era la strada. Il declino dell’ippica li ha sostanzialmente e pesantemente agevolati, spazzando via quel poco di concorrenza esistente. Sparite le grandi e medie scuderie, spariti allenatori capaci, rimasti solo simulacri delle grandi tradizioni dei Pandolfi, o dei Benetti, tanto per fare un paio di nomi illustri, ci sono solo loro. E loro, hanno cominciato ad operare. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Giusto o nn giusto è così, che lo si voglia o no. Oggi sono i Botti a fare le corse. E a tenere in piedi comunque la si giri tutto il sistema corse del galoppo italiano. E all’orizzonte nn si vede chi possa contrastarli.
Ps. sono queste io ritengo, le uniche osservazioni che meritano rispetto sull’operato della Botti Family. Il resto prodotto dall’ambiente, dal parterre di San Siro sono solo chiacchiere livorose.
L’equitazione è l’unica prova olimpica in cui uomini e donne gareggiano insieme, alla pari.
Il rapporto delle donne con il cavallo è stato studiato da etologi, etnologi, sociologi e psichiatri nonché evocato in alcuni grandi miti dell’antichità. A cominciare da quello delle Amazzoni, che sono le prime a ricorrere alla cavalleria in una società matriarcale in cui gli uomini sono i loro schiavi, o ne sono esclusi, fino alla realtà di quelle tombe sauromate femminili dell’antichità che contengono finimenti e armi, a dimostrazione di quanto queste donne sappiano combattere e cavalcare. Tra gli #Sciti e i #Sarmati, la pratica dell’equitazione, anche militare, da parte delle donne, era infatti una realtà ordinaria.
Donne e cavalli venerati, invece, dai #Celti che la incarnano in #Epona, una dea molto popolare, il cui culto è attestato da fonti gallo-romane. È lei, la dea che si prende cura dei cavalli, un animale emblematico dell’aristocrazia militare gallica, e assume anche un ruolo di fertilità nonché di guida psicosomatica, l’accompagnatrice delle anime verso le isole dell’altro mondo.
La figura guerriera dell’eroina-cavaliere, di cui #Giovanna d’Arco è la più conosciuta in Francia e per estensione in Occidente, è comune a molte civiltà, come tra i #Berberi del Sahel, la #Dihya una regina guerriera berbera che combatte gli #Omayyadi durante la conquista musulmana del Maghreb nel VII secolo. Fonti arabe la chiamano #al-Kāhina, che significa “profetessa”, soprannome dato dai suoi avversari musulmani, per la sua capacità di predire il futuro e ancora oggi viene rappresentata, nella tradizione #Amazigh, in sella al suo berbero dal mantello niveo.
Durante il Medioevo, in Occidente, numerose corporazioni accettavano l’adesione delle vedove in modo che potessero continuare l’attività dei loro mariti defunti e alcune donne si dedicavano ai mestieri inerenti al cavallo. Nelle campagne, le donne spesso assumevano uomini per la propria fattoria ma le cure, la gestione e la salute dei cavalli da traino e da lavoro rimanevano nelle loro mani femminili.
Ma, nonostante le difficoltà, molte donne percorrevano comunque lunghe distanze e le mogli dell’alta società spesso accompagnavano i loro mariti nei tornei. Le religiose e le donne pie compivano, in sella o in portantine ippotrainate, i pellegrinaggi mentre le nobildonne, talvolta, si davano ad attività come la caccia e la falconeria a cavallo, come dimostrano le numerose miniature dell’epoca.
La maggior parte delle donne medievali cavalcava a cavalcioni, con una gamba su ciascun fianco del cavallo, anche se un modello di sedile con un poggiapiedi fu inventato nel XII secolo per consentire alle nobildonne di cavalcare all’amazzone, cioè con entrambe le gambe sullo stesso lato, consentendole d’indossare abiti elaborati. Donne a cavallo e anche in guerra, come #Matilde, imperatrice del Sacro Romano Impero che, bardata d’armatura, si pone alla guida del suo esercito contro il cugino Stefano d’Inghilterra.
Regine in sella, sempre, dall’imperatrice d’Austria, #ElisabettadeWittelsbach detta #Sissi, che monta infaticabilmente i suoi cavalli russi di razza #Orlov, i #Junker ungheresi, gli #Anglo-arabi e i #Lipizzani in campagna o nella sua personale pista da circo, dove perfeziona le figure di Alta Scuola, all’inglese #ElisabettaII, altra amazzone appassionata e intrepida, che a 91 viene sorpresa in una passeggiata equestre, nella sua proprietà di #Balmoral. Passando per #AlexandraFeodorovna, moglie di #NicolaII e ultima #ImperatricediRussia, ritratta in alta uniforme sul suo cavallo dalle alle alte balzane posteriori.
#LisHartel, invece, è la prima donna a vincere una medaglia olimpica nell’equitazione, una medaglia d’argento individuale, ai Giochi del 1952. Questa Olimpiade segna la prima partecipazione delle donne alla competizione in questa disciplina. Ma non solo, in quanto questa amazzone è ancora più meritevole perché vittima della poliomielite, durante la sua seconda gravidanza, che la lascia paralizzata dalle ginocchia in giù. La sua carriera e il suo impegno la rendono una delle pioniere dell’#equitazione handisport.
La disabilità ha altre «eroine», a cominciare da #TempleGrandin, giovane autistica con molti problemi di relazione, che pensa in immagini ma possiede una speciale affinità con gli animali, che la portano non solo a conseguire due lauree, di cui una in medicina veterinaria, ma anche a farla diventare, grazie alle sue scoperte, una dei maggiori esperti del comportamento animale. Le sue spiccate abilità di pensiero visivo e associativo le permettono, inoltre, di gettare una nuova luce sui Disturbi dello Spettro Autistico (DSA) e d’individuare possibili strade per migliorare la qualità della vita di chi ne soffre.
E come non ricordare la pioniera della #riabilitazioneequestre, grazie alla complicità e alla mediazione del cavallo, la professoressa #RenéedeLubersac, classe 1925, un’aristocratica francese le cui origini familiari risalgono all’XI secolo. Attivista durante la Resistenza, dopo la Liberazione si trasferisce a Parigi, dove inizialmente si occupa di giornalismo e design della moda, per diventare in seguito una creatrice di giochi educativi e attività psicomotrici. Allo stesso tempo, studia psicopedagogia e terapia psicomotoria allargando il proprio campo di ricerca nell’#ippoterapia per il trattamento delle psicosi dei bambini e degli adolescenti,
La sua prima opera «#Rieducareconl’equitazione», scritta insieme al fisioterapista e cavaliere #HubertLallery, viene pubblicata nel 1971.
Elementi di psicomotricità come la costruzione dello spazio, l’adattamento al ritmo, l’equilibrio, il tono, ecc. vengono lavorati grazie alla pratica equestre. Ma la #Lubersac andrà oltre, codificando l’approccio dell’equitazione come « terapeutica » se si dà l’opportunità al paziente di scoprire il cavallo non nel classico e rigido setting dell’#equitazione ma a piedi, mettendolo in situazioni in cui sviluppare una relazione come prendersi cura del cavallo, fargli brusca e striglia o camminare con lui, considerarlo permettendogli, in tutti questi momenti, di essere un vero partner.
E, infine, ci sono anche quelle donne che amano l’avventura e vivono « fuori dagli schemi » e dalle convenzioni imposte da una società che non vede di buon occhio i loro eccessi e le loro stravaganze. Come #JaneDigby, l’aristocratica inglese che a 47 anni e dopo 3 matrimoni, 6 figli e innumerevoli amanti, trova l’amore, tra le dune del deserto siriano, nel giovane sceicco #MedjuelElMezrabAl-Enezi, principe di Palmira, uomo colto e raffinato, che s’innamora immediatamente della sua bellezza e del suo sorprendente modo di domare i cavalli selvaggi, retaggio della sua educazione britannica.
E mentre le donne continuano, in occidente, a montare all’amazzone, oltreoceano la scandalosa condotta della leggendaria #CalamityJane coincide con l’ondata dei movimenti contestatori femministi del XX secolo che indurranno la Francia ad autorizzare le donne a portare i pantaloni e a montare a cavallo «come gli uomini» solo nel 1930.
Grazie al cavallo, che incarna i viaggi all’aria aperta, l’autocontrollo, la padronanza di sé e la comunicazione con la natura, anche i mestieri della filiera equina si aprono alle donne, che comunque conservano un atteggiamento « più materno » nel loro confronti.
Nel video gli stalloni Blu Constellation e Benvenue.