Buckpasser, una formidabile macchina da corsa raccontata per noi da Paolo Allegri (video).

Schermata 2020-05-08 alle 16.36.34.pngUna nuova puntata delle storie dei grandi cavalli. Ecco il bellissimo Buckpasser.

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di Paolo Allegri

La stagione 1965 del galoppo americano, nel circuito dei due anni, rivelò un puledro di bellissimo modello, Buckpasser. Figlio di Tom Fool, un vincitore di handicaps con pesi proibitivi, e di Busanda, una cavalla della linea di La Troienne, madre base dello stud statunitense, tra l’estate e l’autunno questo baio dal collo lungo e sottile, una bella spalla e un posteriore altissimo, disputò 10 corse, vincendone otto. Buckpasser in quella carriera giovanile scese in pista nelle canoniche prove di selezione del galoppo americano. In luglio vinse le Tremont Stakes, la prova da cui sono passati assi come Man O’War e Alydar. Quindi si confermò nelle Sapling, la corsa che rivelò Hail To Reason e confermò le ambizioni di Alydar. In agosto il portacolori di Phipps proseguì in questa splendida carriera dei due anni affermandosi nelle Hopefull, nel cui albo d’oro figurano fuoriclasse del calibro di Man O’War, Native Dancer, Secretariat e Affirmed. In settembre altro successo nell’Arlington Washington Futurity seguito dal secondo posto nelle Futurity. Chiusura di un’intensa stagione a due anni con il ritorno alla vittoria nelle qualificanti Champagne, la prova di gruppo che legittimò le ambizioni di Seattle Sew, un vincitore della Triplice Corona.

Il nipote di War Admiral (padre della madre) all’inizio della stagione dei tre anni vinse a fatica le Flamingo Stakes ad Hialeah Park. L’allenatore Eddie Neloy pretese una visita accurata del puledro e Buckpasser, infatti, presentò un’incrinatura all’interno dello zoccolo anteriore destro. Un contrattempo che gli fece saltare l’intera stagione classica. Il figlio di Tom Fool fu messo a riposo e rientrò a Belmont Park il giorno dell’ultima prova della Triplice Corona. Vinse un handicap non importante. Successivamente, rientrò nel salotto buono del galoppo a stelle e strisce conquistando le Leonard Richards, l’Arlington Classic (battendo Kauai King dal quale riceveva mezzo chilo e stabilendo il nuovo record del mondo sul miglio: 1’32” e 3/5). La serie proseguì riportando il Chicagoan (precedendo quell’ Abe’s Hope dal quale aveva rischiato di perdere nelle Flamingo), il Brooklyn e l’American Derby. A fine stagione, in ottobre, ancora un successo prestigioso sulle due miglia della Jockey Club Cup di Aqueduct. A quattro anni vinse il Metropolitan Handicap con 62 chili e mezzo. Venne ritirato in razza contando venticinque successi e due secondi posti su trentuno uscite, per complessivi dollari 1.462.014. L’enorme struttura fisica gli è stata dannosa da stallone, almeno nelle prime annate, coi prodotti maschi, mentre le femmine, di modello più gentile, hanno assorbito la potenza in maniera utile. Citiamo per tutte Numbered Account ( miglior puledra della stagione 1971 e della stessa famiglia del vincitore del Kentucky Derby 2014 California Chrome) e La Prevoyante, cavalla dell’anno in Canada nel 1972.  Nel pedigree di Buckpasser di rilievo l’apporto di La Troienne, che dopo modesta e breve carriera in Francia fu importata negli Stati Uniti e si affermò come madre base. Il suo nome si trova nelle genealogie di molti campioni americani. Non solo Buckpasser ma anche il vincitore dell’Arc Pearl Cap (figlio di quella Pearl Maiden che compare nella linea femminile dell’italiana Maggiolina, la madre di Molvedo) e il francese Pearl Diver, laureato del Derby inglese del 1947. E pensate che questo fil rouge tra America, Francia e Italia nelle linee di sangue del galoppo internazionale origina dagli anni Trenta ed ha come approdo  quell’Arc de Triomphe del 1961 che Molvedo, figlio di Ribot vestito della casacca rosso-cremisi della Razza Ticino, vinse con un grande allungo finale.

Vedete quanto sia appassionante viaggiare nelle alchimie e nei punti di contatto delle genealogie del purosangue. Un bagaglio di conoscenza sconfinato e sempre da rinnovare nel valore prezioso, fondamentale di cultura e tradizione.

 

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Storie di cavalli sulle pagine dei libri. Canterwood Crest.

Nell’immagine di apertura a sx l’autrice della serie Jessica Burkhart e la copertina di uno dei suoi racconti

Una raccolta di storie di cavalli e cavalieri. Un’adolescenza a cavallo di libri: la serie in inglese per ragazzi che amano montare: #Canterwood Crest, ideata da J#essica Burkhart. 

di #Greta Milesi

“La lettura è il viaggio di chi non può prendere un treno” – Francis de Croisset

Sono convinta ormai da anni che siamo, in realtà, tutti grandi lettori. Da quando sono bambina credo che, per tutti coloro che non amano leggere, esista da qualche parte il libro e la storia che li farà finalmente innamorare della lettura. Alcuni sono più fortunati e incontrano facilmente questo libro, altri lo devono cercare un po’ di più. È esattamente per questo motivo che, e chi mi conosce lo sa fin troppo bene, suggerisco da sempre libri a chiunque mi vuole stare a sentire! Oggi mentre scrivo penso a tutti i giovani adolescenti a cui mancano i cavalli e i maneggi. È proprio per loro che vi consiglio questi libri, con la speranza che magari qualcuno possa trovarvi il libro che lo farà diventare finalmente un gran lettore.

Jessica Burkhart, autrice americana per ragazzi, ha fin da piccola un forte amore per il mondo equestre. Cresciuta a pochi passi da un maneggio, si innamora presto dei cavalli, inizia a montare a otto anni e sogna, un giorno, di far parte della squadra nazionale. Quando da più grande scopre anche il mondo della scrittura, decide di rimboccarsi le maniche, prendere in mano le redini e dedicarsi ai libri che conquisteranno tantissimi giovani in tutto il mondo: la serie di Canterwood Crest.

Con i suoi diciotto libri, Burkhart regala ai giovani tantissime avventure. Insieme alla protagonista Sasha Silver e il suo amato cavallo Charm, il lettore del primo libro della serie, ‘Canterwood Crest: Take the Reins’, si trasferisce nella prestigiosa Canterwood Crest Academy. Qui, Sasha inizia una nuova vita. Tra nuovi compagni, amicizie, professori e allenatori, l’unica costante è l’amore per l’equitazione e il bellissimo Charm.

Quella di Canterwood Crest è un serie avvincente che riesce ad abbracciare sia il mondo dei giovani adolescenti che quello equestre. Il lettore affronta con Sasha non solo allenamenti e concorsi ma anche diatribe tra amiche, la prima cotta e la determinazione di chi vuole realizzare i propri sogni.

Questi libri, disponibili su Amazon sia in versione cartacea che digitale, sono stati scritti per ragazzi madrelingua inglese dai 9 ai 12 anni. Non sono purtroppo stati tradotti in italiano. Tuttavia, questo presenta un’ottima opportunità. Infatti, data la particolare attenzione a un mondo di giovani adolescenti e un linguaggio semplice da seguire, queste storie potrebbero essere la ricetta perfetta per chi, anche se un po’ più grande, vuole migliorare il proprio inglese.

Mentre il Coronavirus continua a tenere noi e i nostri figli confinati nelle mura di casa, lontani da scuola, amici e dai tanto amati maneggi e cavalli, questa serie può essere di grande aiuto. Con dei libri che potrebbero aiutare a migliorare il loro inglese, la Burkhart regala ai nostri figli la possibilità di sentirsi ancora una volta vicini al tanto amato mondo equestre. “La lettura è il viaggio di chi non può prendere un treno” scriveva Francis de Croisset. Ecco, al momento un treno noi purtroppo non lo possiamo prendere. Usciremo dalle nostre case, torneremo a viaggiare e torneremo a montare, ma, nel frattempo, prendiamo in mano un bel libro e viaggiamo tra pagine e parole, ci aspettano mille fantastiche avventure!

CONQUESTADOR: il video della vittoria nell’internazionale di Gijon (Spagna)

Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato il resoconto della vittoria in Coppa di CONQUESTADOR, di proprietà di Roberta Zaganelli. Ora vi proponiamo il video della vittoria.

Redazione

Equitazione. Storia di una passione: cronaca di una coppa delle nazioni. (parte prima e seconda)

Questa l’esplosione di gioia dopo l’ultimo salto di Antonio Alfonso ultimo percorso dei due giri di coppa, percorso netto. Duccio abbraccia il papà di Filippo Bologni.

Nella foto l’esplosione di gioia del team vincitore. A sx Duccio Bartalucci capo spedizione.

Nelle foto qui sopra. A sx la proprietaria del cavallo, Roberta Zaganelli. Al centro in alto CONQUESTADOR e Antonio Garofano. A dx una fattrice con redo di Roberta Zaganelli.

Un racconto unico, la storia di un cavallo, e di un concorsi ippico internazionale vinto nelle parole della sua appassionata proprietaria.

di Roberta Zaganelli

Di quando ha inizio l’avventura.

Una gara di Coppa delle nazioni da dietro le quinte sono un’esperienza senza eguali nel mondo dell’equitazione, ma io che sono una proprietaria di cavalli la soffro ancora di più. La preparazione sportiva parte molto tempo prima, all’inizio della stagione agonistica cominciando con un severissimo vet check una gestione alimentare equilibrata, un programma atletico ben studiato, esercizi in campo, consigli, confronti e conforti. I proprietari invece, insieme ai supporter le mogli i parenti e affini di tutti i componenti della squadra, attivano immediatamente il tam tam delle operazioni di routine: spunta calendario iscritti, pillole di serotonina, esercizi mentali sopravvivenza grande evento, scongiuri di rito, richiesta di interventi soprannaturali, formule magiche, superstizioni e scaramanzie.

Il giorno della partenza del van, insieme al portellone si chiude un capitolo importante, l’immenso lavoro per quei 90 secondi di gara, e quando cavallo e cavaliere partono per il concorso, I supporter tessono una ricca trama di relazioni ai quali viene affidato il fragile compito di supporto dei supporter stessi: pensatemi, mandate influssi positivi, guardate lo streaming, non ditelo a quello, quell’altro deve fare le stesse cose dell’altra volta e così via con le indicazioni di massima. Last but not least chat collettiva al fine di minimizzare le perdite di tempo, perchè si sa in gara il tempo è prezioso.

Il giorno della gara ha inizio con quell’insolito silenzio misto a nausea per ansia da prestazione. Sveglia traumatica, adrenalina in circolo, abbigliamento rigorosamente appropriato. Eh si i vestiti hanno un’importanza direttamente proporzionale all’entità del concorso. Maglietta fortunata, braccialetti scaccia malocchio, scarpe da letame-campo prova-pioggia-fango e scaramanzie.

La preparazione di noi proprietari e accompagnatori si svolge con il mantra della filosofia decoubertiana, siamo qui per partecipare, non per vincere. Non ci dobbiamo creare aspettative. Sarà quel che sarà…certo che…però…

Nel frattempo in scuderia i riti sono più o meno gli stessi, ovviamente con una attenzione maggiore perché è decisamente più accurato l’impegno del binomio, ogni piccolo errore può compromettere la gara. Preparare il cavallo invece è tutta un’altra storia, il quale a suon di coccole passa il vaglio di vari controlli, verifica gambe, garretti, piedi, massaggio schiena, pulizia e lucidatura pelo, intrecciatura criniera. Conquestador è un cavallo molto dolce ed educato, ama i grattini in testa ed è ghiotto dii brownies. 30 minuti prima di ogni gara ne mangia due mentre subito dopo Antonio allunga degli zuccherini. Perché Antonio, ama Conquestador e lo tratta come fosse un gioiello di famiglia, di una famiglia molto allargata, la ‘big’ family composta da me, la vera proprietaria di mia figlia Elena, la sorella Carlotta, la moglie di Antonio Sonia, l’amichetto di Conqui (groom) e naturalmente la sua metà, Antonio Maria Garofalo.

Lucidato. testiera, sella paratendini, testiera si scartano come fossero reliquie le dotazioni della FISE per le gare di Coppa delle Nazioni il sottosella e cuffietta. Non parliamo della tanto sospirata giacca rossa di Antonio con il tricolore nel colletto. Si signori oggi si combatte per il tricolore! E noi siamo fieri ed anche tanto emozionati.

Calpestare campi prestigiosi degli CSIO 5 stelle e poter ammirare un parco ostacoli che non ha eguali, non è appannaggio di molti, averci un cavallo che ci gareggia ancora meno. Mi ritengo fortunata di aver un elicottero chiamato Conquestador, un concentrato di forza e propulsione. Nato da Nabab de Reve e Melissa (da Farmer) ne eredita quella impulsività tipica dei cavalli di talento. Di difficile gestione ha bisogno di un cavaliere pacato e dai modi gentili. Testardo suscettibile ma con un cuore grande ripaga la sua incontenibile esuberanza con la generosità durante lo svolgimento di percorsi complessi che richiedono grandi sforzi.

La ricognizione del percorso per noi accompagnatori invece finisce sempre con gli stessi commenti: è un giro immenso, da qui non se ne esce vivi, legna per questo inverno, no vabbè ma il “4” lo hai visto? Perché il centrale della doppia? la rivieraaaa!

Il campo prova è la penultima dolorosa prova che si affronta. Concentrati e orgogliosi accompagniamo i nostri guerrieri al fronte, e si perché di guerra trattasi miei cari. Dal campo prova la postazione spesso è la seguente: alcuni sbirciano nascosti dietro gli alberi, altri rimangono in attesa in un limbo separato, io assisto e divulgo i dispacci ai turni con Sonia: ha appena iniziato! No sta ancora lavorando in piano… sta cominciando a saltare! Non sai…sta su un oxer che è una casa, Conqui si cappotta, non puoi capire come salta…sta al passo…l’ultimo verticale…aiutoooo.

Garofalo to the gate. Panico.

Chi non appartiene al mondo dei cavalli non può rendersi conto della sofferenza che si prova e l’adrenalina che si produce quando si guarda il percorso dal “kiss and cry”, e nemmeno può immaginare che il percorso oltre al cavaliere lo saltano anche gli accompagnatori. E chi non ha il coraggio di guardare, viene avvolto da un silenzio sempre più assordante. Ogni minimo errore può compromettere il duro lavoro di mesi e anche quello della squadra, dove niente viene lasciato al caso. Si soffre e si gioisce insieme perché anche se l’equitazione non è un gioco di squadra in realtà si avvale di una squadra grandissima.

Antonio Maria Garofalo Conquestador Filippo Bologni Quilazio Antonio Alfonso Donanso  Emanuele Camilli Jakko i quattro principi delle Asturie agli ordini del capo equipe Duccio Bartalucci hanno tutti contribuito alla vittoria della storica Coppa delle nazioni di Gijon in Spagna. Un anno di lavoro per quei maledetti pochi secondi per poi salire sul gradino più alto del podio.

Qualcuno mi ha chiesto più volte se io ero a conoscenza delle caratteristiche di Conquestador che per me è come un figlio, e io non ho mai avuto dubbi. Una mamma lo sa e non può sbagliare!

 

La commemorazione di Pio Bruni nel servizio di Liberoquotidiano

Redazione

Alle esequie celebrate nella chiesa di san Marco, tra gli altri oltre ai famigliari erano presenti tra gli “ippici”, Alduino Botti e la consorte, Paolo Reinach e il figlio, Claudio Gobbi, Mario Sivieri, Annibale Brivio Sforza e signora, il presidente della Sire, di cui Pio Bruni era presidente onorario, Giorgio Guglielmi di Vulci.

Il testo completo

E’ scomparso il 31 ottobre il maggiore di Savoia Cavalleria Pio Bruni, l’ultimo testimone della carica di Isbuscenskij, 24 agosto 1942. In cui il reggimento Savoia Cavalleria sconfiggeva i russi sul Don sfidando nidi di mitragliatrici. La carica prende il nome dalla piccola località (chutor) di Izbušenskij (хутор Избушенский in cirillico), situata in Russia presso un’ansa del fiume Don, anche se in realtà il piccolo villaggio non venne coinvolto negli scontri.

Pio Bruni, è stato l’ultimo uomo che con il cardinale di Milano Alfredo Ildefonso Schuster, incontrò Benito Mussolini in arcivescovado tentando una mediazione con le forze del CNL Poi poco prima dell’arrivo di Pertini con i suoi, Mussolini si diede alla fuga, con l’esito che tutti conosciamo.

Era nato il 13 agosto del 1918, proprio alla fine della Prima Guerra Mondiale. E lunedì 13 agosto 2018 il sindaco di Milano Beppe Sala ha partecipato alla festa per i 100 anni di Pio Bruni, nella sua casa di via Cernaia a Milano, un palazzo in cui in ogni angolo si respira il profumo dell’ippica italiana e internazionale, la sua grande passione che lo ha accompagnato per tutta la vita fini all’ultimo.

Era un uomo del Novecento che ha attraversato tutto d’un fato con i cavalli nel cuore sempre cercando di fare il bene a questo mondo che purtroppo oggi è ai più misconosciuto.

Imprenditore, ad della multinazionale FAG (cuscinetti a sfera) da sempre ha operato per un ippica all’altezza delle sue grandi tradizioni, quelle di Federico Tesio, l’inventore di cavalli come Ribot e Nearco, che Pio Bruni ha avuto il privilegio ei incontrare e cha a buon diritto ne è stato l’erede. A Pio Bruni il mondo del purosangue deve molto. Prima in quanto commissario della Società degli Steeple Cases, poi consigliere dell’Unire. Nel “privato” ha diretto con intelligenza i maggiori complessi ippici nazionali. In primo luogo la Trenno, proprietaria degli ippodromi di San Siro, quando i due ippodromi erano la Scala del galoppo e del trotto continentali, prima che arrivasse la decadenza che politiche poco accorte hanno portato ai risultati che sono sotto gli occhi di tutti. É stato vice presidente di Villa Glori, e di Capannelle, i due ippodromi della Capitale. Con la Razza di Vedano è proprietario di scuderia e allevatore nei tempi gloriosi dell’ippica nazionale. Giubba bordeaux, maniche verdi, hanno portato i suoi coloro colori oltre a Capo Bon, anche Veio, Adamello, Dir el Gabi, Casteggio. É tutt’ora il presidente della S.i.r.e. La più antica e gloriosa società di corse italiana. Libero con il direttore Pietro Senaldi e il direttore editoriale e grande appassionato Vittorio Feltri, oltre allo scrivente si associano al dolore della famiglia.

 

 

 

 

Straight Egyptian World Championship. La VII Edizione a Vermezzo.

Nella foto di apertura Claudio Gobbi, titolare del blog Chavalier.net, con nell’edizione dello scorso anno con lo sceicco Hamad Bin Ali Al Thani, che parteciperà all’evento con le scuderie Al Shaqab e Al Rayyan.

Santorre di Santarosa

Il 12 e 13 ottobre 2019 si svolgerà a Vermezzo, alle porte di Milano, la settima edizione del prestigioso Straight Egyptian World Championship che premia i più imortanti rappresentanti di questa razza.

Il 12 e 13 ottobre 2019 si svolgerà a Vermezzo, alle porte di Milano, la settima edizione del prestigioso Straight Egyptian World Championship, show ideato da Barbara Morali, CEO del Gruppo Morali & C. e riservato ai più prestigiosi cavalli arabi di linea egiziana provenienti da tutto il mondo. Il campionato è supervisionato da Christianne Chazel e Dominik Briot, note come le più importanti event directors del settore.

I cavalli arabi di linea egiziana costituiscono solo il 4% circa dei cavalli arabi di tutto il mondo e rappresentano la razza equestre più nobile e rara.

Il campionato del mondo premierà gli esemplari più belli. La scorsa edizione ha visto come main sponsor la prestigiosa maison Harry Winston, conosciuto come ‘il gioielliere delle star’, che ha confermato la sua presenza anche per quest’anno.

Main sponsor di questa edizione è Al Waab Farm di proprietà dello Sceicco Ahmed Bin Abdulla Al Thani, membro della famiglia reale del Qatar, celebre in Italia per l’acquisizione, tra le altre, della maison Valentino. Il Qatar sarà protagonista nel 2022 in quanto organizzatore dei prossimi campionati del mondo di calcio.

L’evento sarà sostenuto, anche come nelle passate edizioni, dalla Qatar Foundation e dallo sceicco Hamad Bin Ali Al Thani, che parteciperà all’evento con le scuderie Al Shaqab e Al Rayyan.

Sono oltre 30 le scuderie provenienti dal Medio Oriente e dall’Europa (Qatar, Egitto, Kuwait, Emirati Arabi, Arabia Saudita, Israele, Gran Bretagna, Francia, Svizzera, Danimarca, Germania, Austria, Belgio, Italia) a sfidarsi presentando i loro migliori esemplari in un appuntamento imperdibile per gli appassionati di cavalli arabi.

Dietro allo show ruota una importante macchina organizzativa, sotto un servizio di sicurezza imponente: il trasporto dei cavalli viene effettuato in aereo con voli dedicati; i cavalli vengono accuditi e preparati allo show da uno staff di oltre 100 persone tra addetti alle scuderie, trainer, maniscalchi e veterinari.

L’evento è aperto e gratuito al pubblico e si svolgerà nelle giornate del 12 13 0ttobre a Vermezzo alle porte di Milano. Gli orari sono presenti nel sito web www.sewcmialn.com.

Il 12 e 13 ottobre 2019 si svolgerà a Vermezzo, alle porte di Milano, la settima edizione del prestigioso Straight Egyptian World Championship, show ideato da Barbara Morali, CEO del Gruppo Morali & C. e riservato ai più prestigiosi cavalli arabi di linea egiziana provenienti da tutto il mondo. Il campionato è supervisionato da Christianne Chazel e Dominik Briot, note come le più importanti event directors del settore.

I cavalli arabi di linea egiziana costituiscono solo il 4% circa dei cavalli arabi di tutto il mondo e rappresentano la razza equestre più nobile e rara.

Il campionato del mondo premierà gli esemplari più belli. La scorsa edizione ha visto come main sponsor la prestigiosa maison Harry Winston, conosciuto come ‘il gioielliere delle star’, che ha confermato la sua presenza anche per quest’anno.

Main sponsor di questa edizione è Al Waab Farm di proprietà dello Sceicco Ahmed Bin Abdulla Al Thani, membro della famiglia reale del Qatar, celebre in Italia per l’acquisizione, tra le altre, della maison Valentino. Il Qatar sarà protagonista nel 2022 in quanto organizzatore dei prossimi campionati del mondo di calcio.

L’evento sarà sostenuto, anche come nelle passate edizioni, dalla Qatar Foundation e dallo sceicco Hamad Bin Ali Al Thani, che parteciperà all’evento con le scuderie Al Shaqab e Al Rayyan.

Sono oltre 30 le scuderie provenienti dal Medio Oriente e dall’Europa (Qatar, Egitto, Kuwait, Emirati Arabi, Arabia Saudita, Israele, Gran Bretagna, Francia, Svizzera, Danimarca, Germania, Austria, Belgio, Italia) a sfidarsi presentando i loro migliori esemplari in un appuntamento imperdibile per gli appassionati di cavalli arabi.

Barbara Morali, Show Director ed organizzatrice del campionato, dichiara: “Sono orgogliosa che questa manifestazione si stia affermando sempre di più come evento internazionale di riferimento per gli appassionati del settore. Stiamo già lavorando ad un prossimo importante appuntamento che si svolgerà nel 2020”. Barbara Morali, Ha detto ancora: “Sono orgogliosa che questa manifestazione si stia affermando sempre di più come evento internazionale di riferimento per gli appassionati del settore. Stiamo già lavorando ad un prossimo importante appuntamento che si svolgerà nel 2020”

Dietro allo show ruota una importante macchina organizzativa, sotto un servizio di sicurezza imponente: il trasporto dei cavalli viene effettuato in aereo con voli dedicati; i cavalli vengono accuditi e preparati allo show da uno staff di oltre 100 persone tra addetti alle scuderie, trainer, maniscalchi e veterinari.

L’evento è aperto e gratuito al pubblico e si svolgerà nelle giornate del 12 13 0ttobre a Vermezzo alle porte di Milano. Gli orari sono presenti nel sito web www.sewcmialn.com.

Global Tour. Ci voleva Jan Tops per un grande evento equestre in Italia.

Nella foto qui sopra il marchio del Global ed Emanuele Gaudiano

Prende il via a Roma nella prestigiosa location del Foro Italico, il Global Tour, una delle massime competizioni equestri continentali e del Mondo. Merito di Jan Tops, se anche l’Italia è sede di questa straordinaria manifestazione che porta enorme visibilità all’equitazione, con servizi su tutti i massimi organi di informazione. Una operazione mediatica che dovrebbe servire alla Fise, per imparare come si fa grande sport e grande comunicazione, in questo paese che definire italietta è ancora troppo poco (CG).

di Paolo Manili

Presentata alla stampa martedì scorso la tappa romana del Longines Global Champions Tour e Chamapions League, che si svolgerà fino a domenica 8 settembre nello Stadio dei Marmi “Pietro Mennea”, al Foro Italico. A delineare lo spessore e il ruolo di questa manifestazione valgono le parole del presidente del Coni, Giovanni Malagò: ««Sono felice di questo evento -ha dichiarato – del luogo scelto per ospitarlo. Questo stadio capitolino  è una location altamente rievocativa sia per lo sport che per il contesto storico. Il Global è un evento importante a cui parteciperanno sei cavalieri italiani, sei atleti in cui io credo moltissimo. Da pochi giorni è arrivata la qualifica della squadra azzurra di completo all’Olimpiade di Tokyo 2020 e ora non ci resta che sperare anche per quella del salto ostacoli». Oggi a Roma Malagò ha anche incontrato il Presidente della Federazione equestre internazionale, Ingmar De Vos.

Gli italiani in gara cui ha fatto riferimento Malagò sono sei: a cominciare da Alberto Zorzi ed Emanuele Gaudiano, quest’ultimo ammesso alla tappa romana di diritto, grazie alla sua posizione nel Longines Fei Ranking. Poi due atleti “reduci” dei recenti campionati d’Europa di Rotterdam, ossia Luca Marziani, Giulia Martinengo Marquet. Quindi il lombardo Roberto Turchetto e il 23enne Matias Alvaro.

Come già detto sopra l’evento è iniziato già oggi, giovedì 5 settembre, con le gare del Csi “due stelle”, mentre le gare della Global Champions League e del Global Champions Tour, entrambi “cinque stelle”, scatteranno da domani. Il culmine dello spettacolo sportivo si avrà poi sabato con il Longines Grand Prix, dopo il secondo round della Global Champions League. Il GP, previsto per metà pomeriggio, assegna i punti per il ranking del ricchissimo circuito inventato e diretto da Jan Tops, e al contempo definisce i partecipanti ai play-off che si terranno Praga, ai quali parteciperanno dunque tutti i vincitori dei diversi GP “Global” nell’arco della stagione.

Va ricordato che alcuni azzurri eccellenti non saranno presenti perché impegnati in trasferta nello Csio di Calgary, Canada: si tratta di Bruno Chimirri (Tower Mouche), Lorenzo De Luca (Dinky Toy vd Kranenburg), Massimo Grossato (Lazzaro delle Schiave), Riccardo Pisani (Chaclot) e Piergiorgio Bucci (Driandria).

Proprio la concomitanza tra le tappe del Longines Gobal Champions Tour e gli Csio con le loro Coppe delle Nazioni è uno dei punti dolenti del calendario internazionale: le scuderie dei cavalieri professionisti spesso preferiscono puntare ai ricchi montepremi dei circuiti come il Global anziché sulle Coppe delle Nazioni, più impegnative e con minore dotazione di montepremi. E i “cittì” delle squadre nazionali spesso faticano a convocare i loro migliori binomi perché questi optano per il Global.

La Fei cerca di mediare tra le legittime aspirazioni dello sport-business, che in effetti negli ultimi anni ha fatto crescere l’equitazione sia in termini di economia sia di livello organizzativo e tecnico,  e gli imperativi dello sport olimpico che invece vuole l’attaccamento principale alla bandiera e soprattutto al merito sul campo.

La presenza delle Istituzioni

Come hanno più volte ribadito le Autorità presenti alla conferenza stampa, il Global non è solo sport ma una splendida occasione per Roma – così come per per tutte le città che ospitano questo circuito – di coniugare lo sport con la valorizzazione del territorio. Lo ha sottolineato l’Assessore allo Sport, Politiche Giovanili e Grandi Eventi di Roma Capitale, Daniele Frongia «Questo evento è di rilievo non solo per lo sport di altissimo livello ma anche per il suo valore sociale. Essendo un evento gratuito per il pubblico è molto amato dai cittadini e permette alle persone di avvicinarsi all’equitazione, che durante queste tre giornate di gara viene presentata sotto molte delle sue sfaccettature».

Come ha detto anche l’On. Federico Mollicone «Il circuito ideato da Jan Tops è una perfetta strategia di marketing per il turismo».

Per il Sen. Claudio Barbaro, Presidente ASI, «E’ fondamentale in queste manifestazioni così importanti il connubio con solidarietà e integrazione e la capacità di utilizzare i palcoscenici incredibili offerti dall’Italia per promuovere lo sport amatoriale».

Per Eleonora Di Giuseppe, Show Director della tappa romana «E’ un sogno che si avvera e si consolida. Il Global è una visione strategica che garantisce standard di eccellenza. In questo evento è possibile vivere il cavallo senza filtri, avvicinarsi in modo gratuito all’equitazione. Grazie alla collaborazione delle istituzioni il risultato è una visione armonica che coniuga sport, cultura, integrazione, storia, caroselli e festa rinascimentale».

Infine l’Event Director del Longines Global Champions Tour, Marco Danese, una delle priorità per gli organizzatori è quella di garantire il benessere e la salute dei cavalli. Fra le perle del Global Tour è da considerare la clinica mobile “ …100% made in Italy…” del Dott. Centinaio, alla quale quest’anno si è aggiunto anche un comparto dedicato alla fisioterapia equina.

Il metodo Deerinck: Come insegnare a un ex cavallo da corsa … ad andare lento.

Il servizio e il video di Alessandra Deerinck e gli appuntamenti di giugno in Italia (testi in italiano e inglese).

Il video

Human Horse Sensing Horsemanship in Giugno sarà in Italia e terrà due eventi. Il 15 giugno saremo ospiti di Giulia Galbazzi, presso Equitazione in Armonia a Calestano (Parma) e introdurremo il metodo Human Horse Sensing con particolare attenzione al lavoro in libertà. Per informazioni o iscrizioni rivolgersi a Giulia Galbazzi, al 348 8139440.

Il 21, 22 e 23 Giugno saremo ospiti del Centro Etologico Friulano (contatto Cristina de Marco 328 544 9093). Questo corso copre il comportamento equino, come espressione completa dell’individuo e come dare una struttura alla relazione tra uomo e cavallo.

Testo in Italiano

E’ uso comune affermare che il purosangue sia un cavallo non riconvertibile negli sport equestri. Una diceria che fa comodo solo ai commercianti che proponano agli ignari clienti soggetti provenienti da mezza Europa spesso scarsi ma a prezzi pesanti. Quando invece il cliente potrebbe usufruire di un ps a un costo ragionevole e avere un cavallo, come dimostra Alessandra Deerinck, assolutamente affidabile. E come anche certifica l’associazione francese Au-Delà des Pistes, (association officielle de promotion de la reconversion des chevaux de courses en France, soutenue par France Galop).

Se non fosse per l’ippica, la razza purosangue inglese non esisterebbe nemmeno! Indipendentemente da tutte le controversie sulle corse, i cavalli da corsa sono ancora cavalli, animali che hanno servito l’umanità a creare la civiltà, pur essendo allo stesso tempo un prodotto di essa.

Come esseri umani, dovremmo sentirci responsabili per i cavalli da corsa, ma la realtà è che i cavalli sono apprezzati per quello che fanno per noi. Pensando a un cavallo da corsa, tutte le persone possono ricordare il suo nome, il suo sesso e, a volte, quanto denaro è stato guadagnato dalla sua performance. Mentre la carriera dei cavalli da corsa finisce generalmente a cinque anni, in realtà i cavalli vivono molto più a lungo, e la vita di un cavallo da corsa dopo le corse cade nelle mani di coloro che apprezzano veramente, ma soprattutto amano i cavalli.

Quando un cavallo da corsa ha la possibilità di essere adottato, ci sono sempre riserve sulla sua disposizione e personalità. Alcuni allenatori cercano di far dimenticare agli ex cavalli da corsa la loro esperienza in pista lasciandoli riposare in un pascolo per lungo tempo, altri cercano di insegnare loro una nuova attività, ma anche dopo che il periodo di riaddestramento è finito, pochissimi sono i cavalieri che possono adottarli con successo . Mentre l’enfasi è sempre messa sulla performance Human Horse Sensing ha sperimentato il modo in cui il cavallo da corsa si sente riguardo alla relazione e alla comunicazione con gli esseri umani. Non sorprende che ciò che è venuto fuori dall’esperimento è che le relazioni sociali svolgono un ruolo molto efficiente nell’aiutare la transizione dei cavalli dalle corse alle altre discipline equestri. Umani e cavalli appartengono a specie diverse, ma condividono l’importante tratto di essere individui sociali, che consente loro di relazionarsi.

Human Horse Sensing (www.hhsensing.com) ha un sistema che stabilisce una comunicazione spontanea immediata con qualsiasi cavallo, e le persone sono spesso impressionate guardando quando insegno e lavoro con cavalli che non ho mai incontrato prima. Mi piace affermare che non è “la mia magia”. I cavalli comprendono la comunicazione e la apprezzano per il modo in cui è formulato il metodo e perché capiscono senza bisogno di addestramento.

Il metodo è il soggetto del libro pubblicato Human Horse Sensing Horsemanship, e ci sono corsi programmati per giugno 2019 in Italia e corsi online sempre in svolgimento.

Se osserviamo da vicino come i cavalli interagiscono, possiamo vedere chiaramente che la comunicazione avviene attraverso il movimento ed è sempre correlata alla situazione e al momento in cui il movimento sta avvenendo. Un punto molto importante mi è venuto quando ho iniziato a concentrarmi sulla fisica del comportamento sociale e della comunicazione. Ho spostato la mia attenzione dall’addestramento del cavallo per un’azione volta ad approfondire i dettagli sul contenuto effettivo della mia comunicazione. Questo mi ha reso in grado di interagire con i cavalli in qualsiasi circostanza spontanea. Era come “parlare il cavallese”, che è quello che la gente dice quando lo guarda accadere.

La radice del problema del passaggio di un cavallo da corsa a una nuova vita è la sua capacità di muoversi a velocità elevate, ovvero la principale caratteristica genetica del cavallo da corsa. Il cavallo da corsa, come qualsiasi altro cavallo si allontana dalla pressione, ma nella corsa avviene principalmente in linea retta, e più veloce rispetto a qualsiasi altro sport equestre. Può essere molto difficile per un cavaliere controllare la fisica di tali prestazioni, che si scontra in molti aspetti con l’uso del cavallo nelle altre discipline. Un altro problema è il tipo di superficie di contatto che i cavalieri hanno con il cavallo. I fantini sono sospesi a mezz’aria su corti staffili, a volte si attaccano alla bocca del cavallo, mentre nelle altre discipline i cavalieri si siedono sul cavallo e esercitano il controllo sul cavallo attraverso il seggio. Entrambe le posizioni consentono un diverso equilibrio tra cavallo e cavaliere e costruiscono una diversa risposta agli aiuti del cavaliere. Oltre a questo, i fantini usano la frusta per colpire i cavalli, per farli andare più velocemente, cosa che produce dolore nel cavallo e che provoca paura. Questa emozione non è qualcosa che un cavallo può superare solo lasciando l’ambiente della pista, o riposando in un pascolo per qualche tempo. La paura può far reagire un cavallo all’azione del cavaliere in qualsiasi momento e produce mancanza di fiducia tra uomo e cavallo. Purtroppo, questo non è solo vero per il cavallo da corsa. I cavalli problematici esistono in qualsiasi disciplina equestre e la maggior parte di loro condivide le abitudini indesiderate che possiamo osservare nei cavalli da corsa che si stanno spostando dalle corse alle altre discipline equestri.

A prescindere dalle prestazioni, la personalità di ogni singolo cavallo, con componenti innate e apprese, viene mostrata attraverso il suo comportamento, e una parte critica è l’interazione con altri individui, che rientra nella sfera della socialità. Le relazioni sociali tra cavalli e altri individui, equini e umani, sono spesso intenzionalmente ignorate dai cavalieri, ma influenzano notevolmente le prestazioni che chiediamo loro.

La socialità è un aspetto del purosangue, o di qualsiasi altra razza, difficile da considerare perché alcuni degli elementi chiave che determinano la loro capacità di interagire con altri individui deriva da come il cavallo è stato allevato e da ciò che ha vissuto durante il periodo di crescita. I cavalli corrono in pista quando sono ancora molto giovani, immaturi mentalmente e fisicamente, e spesso, sono stati allevati in condizioni di solitudine per un periodo critico in cui dovrebbero invece imparare a interagire con altri cavalli. La corsa richiede che i cavalli siano in grado di lavorare in gruppo, e io avevo provato in prima persona quanto sia difficile montare in corsa cavalli che non sanno come comportarsi nelle vicinanze di altri cavalli. All’inizio della corsa, vengono spinti in uno spazio molto ristretto, e sono molto vicini ai cavalli nelle gabbie a fianco, ma separati. Poi, quando il cancello si apre, i cavalli e i cavalieri sono vicini, al punto che si toccano l’un l’altro. Possono anche essere colpiti da zolle di terra, sollevate da altri cavalli in movimento, e devono fare i conti con la mancanza di spazio. Se il loro allenamento è stato accurato, possono rispondere all’azione del fantino e prendere le giuste indicazioni. Se questo non è il caso, alcuni reagiscono diventando più veloci, o scartando, e scappando avanti, altri rimangono indietro e si rifiutano di essere nel gruppo. Soprattutto, sperimentano paura, dolore e sviluppano abitudini che spesso sono indesiderabili e quasi impossibili da dimenticare. Fortunatamente, non è mai troppo tardi per introdurre i cavalli nelle relazioni sociali, che sono parte del loro comportamento istintuale, ma deve essere fatto in modo appropriato dal punto di vista equino. Il modo di comunicare Human Horse Sensing è semplice da imparare e da applicare e può essere utilizzato in qualsiasi situazione in cui l’uomo e il cavallo lavorino insieme. I risultati ottenuti con i cavalli da corsa usando Human Horse Sensing sono molto evidenti e i cavalli si sono misurati con successo in altre discipline, ma soprattutto hanno raggiunto l’obiettivo di avere una nuova possibilità nella vita.

La socialità, gli elementi fisici della comunicazione, la leadership tra uomo e cavallo sono affrontate e sviluppate in dettaglio, a fianco a come i cavalli usano i sensi e come li usiamo noi, esseri umani nella comunicazione con il cavallo con e senza i finimenti.

Solo parte di questo corso avviene in sessione, il resto della storia appartiene a voi e al vostro cavallo. Per partecipare non è richiesto alcun requisito particolare all’interno del tradizionale panorama equestre. Qualsiasi obiettivo desiderato, può essere raggiunto attraverso la relazione con il cavallo che sceglie liberamente di farne parte. Questo corso è per proprietari, cavalieri, allevatori, professionisti, dilettanti, e chiunque sia interessato a imparare come il cavallo vive, pensa, impara, comunica e gioca dal suo punto di vista. Il risultato della relazione è il prodotto delle possibilità che creiamo e in cui riusciamo a coinvolgere il cavallo senza forza.

TESTO INGLESE

If it weren’t for horseracing, the Thoroughbred breed would not even exist! Regardless all of the controversies about racing, racehorses are still horses, which have served humanity to create civilization, while being a product of it at the same time.

As human beings, we should feel responsible for the racehorses, but reality is that horses are valued for what they do for us. Thinking about a racehorse, all people can remember is his name, sex and sometime how much money was earned by his performance. While the racing career of horses generally ends at five years of age, in reality horses live much longer, and a racehorse’s life after racing falls in the hands of those who truly value, but most of all, love horses.

When a racehorse has the possibility of being adopted, there are always reservations about its mind and personality. Some trainers attempt to make ex racehorses forget their experience at the track by letting them rest in a pasture for a long time, others try to teach them a new performance, but even after the retraining period is over, very few riders can successfully adopt them. While the emphasis is always put on the performance Human Horse Sensing experimented with the way the racehorse feels about the relationship, and the communication with human beings. Not surprisingly, what came out of the experiment is that social relationships play a very efficient role in helping the horse transition from racing to other equestrian disciplines. Human and horses belong to different species, but share the important trait of being social individuals, which allows them to relate.

Human Horse Sensing (www.hhsensing.com) has a system that establishes an immediate spontaneous communication with any horse, and people are often impressed by watching when I teach and work with horses that I have never before approached. I like to state that it is not “my magic”. The horses comprehend the communication participate and enjoy it because of how the method is formulated, and because they understand without the need of training.

The method is the subject of the published book Human Horse Sensing Horsemanship, and there are courses programmed for June 2019 in Italy and online classes always ongoing.

If we watch closely how horses interact, we can clearly see that the communication happens through movement, and is always related to the situation and time when the movement is taking place. A very strong point came to me when I began focusing on the physics of social behavior and communication. I moved my focus from the training of the horse for an action to deepening the details about the actual content of my communication. This made me able to interact with horses in any spontaneous circumstance. It was like “talking horse”, which is what people say when they watch it happen.

The root of the problem of transitioning a racehorse to a new life is it’s ability to move at fast speeds, that is the racehorse’s main genetic feature. The racehorse, as any other horse moves away from pressure, but in racing it happens mainly in a straight line, and faster than in any other equestrian sport. It can be very difficult for a rider to control the physics of such performance, which conflicts in many aspects with the horse’s use in the other disciplines. Another problem is the kind of contact surface that riders have with the horse. Jockeys are suspended on short stirrups in mid air, at times hang on the horse’s mouth barely touching the horse, while in the other disciplines riders sit on the horse, and exercise control on the horse through the seat. Both positions allow for a different balance between horse and rider, and build a different response to the rider’s aids from the horse. In addition to this, jockeys use the whip to hit horses, to make them go even faster, and produce pain in the horse that results in fear. This emotion is not something a horse can overcome just by leaving the racetrack environment, or resting in a pasture for some time. Fear can make a horse react to the rider’s action at any time, and produces lack of trust between human and horse. Sadly, this is not just true for the racehorse. Problem horses exist in any equestrian discipline, and most of them share the undesired habits we can observe in racehorses that are transitioning from racing to other equestrian disciplines.

Aside from performance, the personality of any individual horse, with innate and learned components, is displayed through his behavior, and a critical part is the interactions with other individuals, which falls within the sphere of sociality. Social relationships between horses, and other individuals, equines and humans, are often purposefully ignored by horsemen, but greatly affect the performance we ask of them.

Sociality is one aspect of the Thoroughbred, or any other breed, difficult to consider because some of the key elements that determine their ability to interact with other individuals comes from how the horse was raised, and what he experienced during the growing period. Horseracing happens while horses are still very young, immature mentally and physically, and often, raised in condition of solitude for a critical time in which they should instead learn to interact with other horses. Racing requires the horses to be able to perform in a group, and I had experienced first hand how difficult it is to ride in a race on horses that do not know how to behave in the vicinity of other horses. At the beginning of the race, they are pushed in a very confined space, and they are very close to the horses in the next stalls, but separated. Then, as the gate opens, the horses and riders are extremely close, to the point they bump into each other. They can also get hit by dirt clods, raised by other horses moving, and have to deal with lack of space, and horses swerving. If their training was accurate, they can respond to the jockey’s action and properly take directions. If this is not the case, some react by becoming faster, or swerving, and going forward, others fall behind and refuse to be in the pack. Most of all, they experience fear, pain, and develop habits that often are undesirable, and almost impossible to forget. Fortunately, it is never too late to introduce horses to social relationships, which are part of their instinctual behavior, but it needs to be done in a proper way from the equine point of view. Human Horse Sensing way to communicate is simple to learn and to apply and can be used in any situation where human and horse work together. The results achieved transitioning racehorses off the track by using Human Horse Sensing were very evident, and the horses successfully approached other disciplines, but most of all achieved the goal of having a new chance at life.

Human Horse Sensing Horsemanship in June will be in Italy and will hold two events. On June 15 we will be with Giulia Galbazzi at Equitazione in Armonia, in Calestano (Parma) and we will introduce the Human Horse Sensing method with particular attention for the work in freedom of movement. For more information or to register contact Giulia Galbazzi at 348 8139440.

On 21, 22 and 23 June we will be guests of the Centro Etologico Friulano (contact Cristina de Marco +39 328 544 9093). This course covers equine behavior, as a complete expression of the individual and how to structure the relationship between man and horse.

Sociality, the physical elements of communication, the leadership between man and horse are dealt with and developed in detail, alongside how horses use the senses and how we human beings use them in communicating with the horse with and without tack.

Only part of this course takes place in session, the rest of the story belongs to you and your horse. To participate, no special requirements are required within the traditional equestrian world. Any desired goal can be achieved through the relationship with the horse that freely chooses to be part of it. This course is for owners, riders, breeders, professionals, amateurs, and anyone interested in learning how the horse lives, thinks, learns, communicates and plays from his point of view. The result of the relationship is the product of the possibilities we create and in which we manage to involve the horse without force.

 

 

 

 

 

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Gian Marco Centinaio informati. Così il cavallo aiuta che è affetto da autismo

In un video di #GabriellaIncisdiCamerana una grande dimostrazione dei benefici che apporta il rapporto con il cavallo anche bambini affetti da autismo.

https://youtu.be/cHKYoQUmz2o

Equitazione nelle scuole🏇Orlandi e Fise lombarda all’avanguardia. Parte il progetto Equiponiamo.

Il servizio di Claudio Gobbi di oggi 19 maggio su Liberoquotidiano. Apertura di pagina 39.

IL TESTO COMPLETO

È certo che in periodo elettorale cialtroni di tutti i colori usano promettere di tutto e di più. Salvo poi, una volta eletti, disattendere i giuramenti solenni fatti da palchi e tv. Ebbene c’è un signore che le promesse le ha fatte e ora sta mettendo in campo i progetti per le loro realizzazioni. Il signore in questione è il Cavalier Vittorio Orlandi, olimpionico a Monaco di salto ostacoli, titolare del maneggio di Castellazzo a Bollate in provincia di Milano, che a ottobre dello scorso anno è stato eletto presidente della Fise Lombarda, con un programma ambizioso tra cui quello di portare l’equitazione, da sempre considerata uno sport d’élite, nelle scuole della Lombardia della prima infanzia e primaria <in modo da coprire un bacino di utenza – come dice a Liberoquotidiano – di circa 700.000 potenziali cavalieri e amazzoni, a cui si aggiungono altri 3000 ragazzi che frequentano gli oratori>.

Un progetto fortemente voluto da questa presidenza, in prima persona da Vittorio Orlandi che già nel passato è stato l’artefice di una iniziativa che ha rivoluzionato l’equitazione italiana con il lancio dei Pony Club Fiorello Italia: il modo per avvicinare i giovani e giovanissimi all’equitazione e che ha avuto uno sviluppo straordinario tanto che oggi in ogni maneggio c’è di una sezione dedicata. Nella consapevolezza che montare a cavallo per i ragazzi e i bambini è uno strumento per “accompagnarli verso una indipendenza fisica ed emotiva” come recita la proposizione del progetto.

<Gli obiettivi dell’iniziativa che abbiamo chiamato Equiponiamo – specifica Vittorio Orlandi – sono di varia natura. E attengono dall’ambito scientifico, etologico, culturale, artistico, al sociale e ambientale>. Lo scorso mese il progetto ha iniziato la sua corsa. É stato elaborato da una equipe della Federazione Lombarda, con la supervisione dello stesso Orlandi con le scuole di equitazione della Lombardia, e con l’Ufficio scolastico per la Lombardia. Lunedì 8 aprile ha effettuato la sua prima uscita pubblica presso la scuola/asilo Anderson di Senago.

<Alla Anderson – specifica Orlandi che ha partecipato e supervisionato personalmente la giornata – sono stati coinvolti tutti e 70 gli allievi che frequentano l’istituto. Come da progetto, questa “visita” era il primo di tre step previsti in cui agli allievi e agli educatori/insegnanti sono stati e illustrate finalità e metodica dell’iniziativa che poi si è sviluppata con il “battesimo della sella” sotto la guida di istruttori e personale Fise Lombardia. Progetto Equiponiamo successivamente prevede un secondo step a cui parteciperanno anche i genitori e della durata di tre ore. Dove i ragazzi potranno cimentarsi nelle attività di scuderia.

<Dopo questo secondo step – prosegue Orlandi -, e sempre presso il centro ippico scelto dalla Fise Lombardia per la vicinanza alla scuola aderente all’iniziativa, avverrà un terzo incontro la domenica successiva in cui sarà chiesto ai genitori di partecipare alle attività proposte insieme ai loro ragazzi. La Fise Lombarda ha attivato una copertura assicurativa speciale e rilascerà la Patente Prova il Pony che sarà valida per tutti gli allievi>.

Successivamente i genitori potranno scegliere se avviare o meno i loro ragazzi all’equitazione, facendo diventare questi primi momenti, uno sport vero e proprio. La Fise Lombarda, al termine dei tre incontri effettuerà scuola per scuola una verifica sia quantitativa relativa al numero di allievi che sono stati interessati al momento formativo equestre, sia qualitativa rispetto al grado di apprendimento e gradimento da parte degli allievi stessi e degli insegnanti. A tale scopo verrà consegnato un semplice questionario di gradimento sia ai docenti sia ai ragazzi con la richiesta a questi ultimi di raccontare la loro esperienza attraverso uno o più disegni

Abbiamo chiesto a Vittorio Orlandi se è soddisfatto di quanto è stato fatto. <La mia gioia più grande è stata quella di aver visto tanti, tanti bambini felici. Sapere che questo processo avrà un seguito perché ogni anno ci sarà un ricambio generazionale, e che questa passione che stiamo alimentando in tanti ragazzi durerà tutta la vita>. Il Comitato Lombardo, inoltre sta elaborando una serie di testi da mettere a disposizione di insegnanti e allievi che illustrano le finalità dell’iniziativa e di utilità per gli allievi e gli insegnanti delle scuole che parteciperanno agli step.

All’iniziativa a tutto aprile 2019, hanno aderito già 130 scuole su un Totale di 5000 istituti bombardi, con solo 1 mese e mezzo di promozione. Per questi primi momenti di equitazione non è necessario un particolare abbigliamento, tipico di chi monta a cavallo e che verrà adottato in un momento successivo quando i giovani e giovanissimi sceglieranno questo sport. Basteranno pantaloni lunghi, stivaletti con suola di cuoio e un cap messo a disposizione dal centro ippico.