Giuseppe L’Abbate riapri gli ippodromi 🐎

Redazione

Ecco il comunicato di Sergio Celin inviato al sottosegretario del Mipaaf per la riapertura degli ippodromi

Gent.mo Sig. Sottosegretario con delega all’Ippica,On. Giuseppe L’Abbate:

<Come portavoce del Comitato padovano contro il doping e la macellazione dei Cavalli da corsa, ritengo sia arrivato il momento da parte del Suo Ministero, di ritornare ad aprire gli Ippodromi Italiani e di ridare fiducia, a tutte quelle persone perbene che lavorano nel mondo dell’Ippica,”sacrificando” spesso anche gli affetti personali ed affrontando enormi sacrifici economici, per non trascurare i loro amati Cavalli!Questa tragedia del Covid19, che ha sconvolto l’Italia ed il mondo intero, ha “insegnato” a tutti noi umani, che tutta la nostra arroganza, egoismo e presunta “onnipotenza” di superiorita’ su tutti gli altri esseri viventi del pianeta, ci ha relegato agli “arresti” domiciliari e questa e’ l’occasione migliore che ci viene “offerta”,per cercare di rimediare a tutti i nostri errori; iniziando col rispettare i nostri amici Cavalli,c he ritroviamo ancora una volta accanto a noi e senza paura(nonostante l’essere umano, sia l’unico che ha riempito di violenza la Terra!),che non ci hanno MAI abbandonato al nostro misero “destino”,dalla Preistoria ai giorni nostri, perche’ una nostra carezza li ripaga di tutto, dal momento che i sentimenti di generosita’ e di altruismo,ormai albergano solo nel cuore dei Cavalli!Gent.mo On. L’Abbate, capisco che sta affrontando a Roma,il compito piu’ difficile di tutta la Sua carriera politica, cercare di riportare l’Ippica, al ruolo che da sempre occupava di diritto nella societa’, perche’ e’ un’ attivita’ agonistica appassionante per i giocatori, che mette a confronto diretto i vari interpreti!Il rilancio dell’Ippica non puo’ prescindere dal Cavallo, il principale ed INSOSTITUIBILE degli interpreti(es.:al posto di un guidatore, di un fantino o di un allenatore, ne arriva subito un’altro, ma se viene a mancare il Cavallo…?),bisogna valorizzarlo al di sopra di ogni altra cosa e soprattutto RISPETTARLO!!Ora il Suo Ministero non puo’ permettersi di sbagliare,questa e’ l’ultima occasione concessa al mondo Ippico per “risorgere”,mi auguro che non dia particolare ascolto ai tanti “fenomeni” da tastiera, oppure ai tanti burocrati o “passacarte” che la circondano al Ministero; al contrario ascolti di piu’ invece, i consigli di coloro che vivono da sempre l’Ippica,365 giorni all’anno h24,c he prima del proprio tornaconto personale(anche se e’ pienamente legittimo, dal momento che un imprenditore non e’ la “Caritas”…),antepongono l’amore genuino e sincero per i Cavalli e per l’Ippica quella “SANA”, (non me ne vogliano gli altri)posso citarLe alcuni nomi:la famiglia di Anita e Milva Carelli, proprietarie dell’Ippodromo Paolo VI di Taranto; la famiglia dei fratelli D’Angelo gestori di Agnano e dell’allevamento dei GAR; la famiglia dell’Ing. Maurizio Biasuzzi di Treviso, proprietari di uno degli allevamenti al trotto tra i piu’ prestigiosi in Europa; la famiglia Fraccari di Verona, proprietari dell’allevamento la Gardesana; il team della famiglia Botti nel galoppo; l’Associazione “Horse Angels” la cui presidente Dott.ssa Roberta Ravello, e’ una profonda conoscitrice dei Cavalli ed esperta nella lotta al doping; ecc. Infine ricordi sempre una cosa:dove domina l’egoismo, fare del bene ai Cavalli e non solo, e’ visto come un capriccio od una stranezza, quando va bene, ma non deve preoccuparsene e proseguire per la Sua strada>.
Nel ringraziarLa per l’attenzione che mi ha dedicato ed in attesa di una lieta conferma, l’occasione mi e’ gradita per inviarLe i miei piu’ distinti saluti e sinceri auguri per il Suo lavoro.Sempre W i CAVALLI ❤!!
In fede:Celin Sergio Via San Marco,29635129 PadovaCell.:3896530339

———- Forwarded message ———
.

Pubblicità

Princequillo, il fondatore dell’ippica americana. Di Paolo Allegri

Schermata 2020-05-02 alle 15.37.29.png

Paolo Allegri

Con Man o’ War è il fondatore dell’allevamento del purosangue in Usa. Il principale continuatore di St Simon

Schermata 2020-05-02 alle 15.38.16

Princequillo, un baio nato nel 1940, per quella linea originata da Persimmon e che si sviluppa sulla coordinata Prince Palatine – Rose Prince – Prince Rose, ha rappresentato un punto di forza dello stud statunitense, una vera e propria colonna per l’equilibrio meraviglioso del suo pedigree e una eccezionale resa in razza. Princequillo è il capolavoro di Prince Rose, associato nella linea femminile a forti contributi di Papyrus, grande padre di fattrici, Gallinule – il padre di Pretty Polly – e Minoru. Nato in Inghilterra, trasferito negli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale, il nipote di Papyrus esordisce in una corsa a reclamare, ma ben presto denota la sua grande tenuta e sfiora il record sui 2800 in 2’56” e 1/5, poi percorre i 2600 in 2’43”. Nel modello ricordava suo padre Prince Rose, ma con proporzioni più ridotte, spalla ampia e poderosa e un posteriore muscolatissimo. In pista i suoi successi più importanti furono la Jockey Club Gold Cup e il Saratoga Handicap. Se in Europa la dinastia dei principi si affermava con Prince Chevalier (padre del laureato del Derby di Epsom Artic Prince) e Prince Bio (genitore di due vincitori di Derby francese come Sicambre e Le Petit Prince, di un laureato di Paris come Northern Light, del derbywinner italiano Sedan e di Prince Taj, da cui Prince Tady, vincitore del nostro Gran Criterium), negli Stati Uniti Princequillo produceva nel giro di alcune stagioni vincitori di 1703 corse per oltre 13 milioni di dollari. Tra i suoi migliori eredi svetta Round Table. Allevato dalla Claiborne Farm nel Kentucky, questo baio nato nel 1954 è stato un grande corridore  che ha saputo unire una straordinaria velocità a un mix tra la classe e la tempra di lottatore. Ha corso da due a cinque anni vincendo quarantatre volte su sessantasei sortite. Con un totale di 1.749.869 dollari, Round Table è uno dei maggiori vincitori di sempre negli Stati Uniti. I figli di Princequillo risultano solidi, consistenti, tenaci, già ottimi a due anni e resistenti a tre e a quattro. I migliori soggetti provengono da giumente discendenti da Nearco. Con la linea di The Tetrarch, che apportava precocità e speed, Princequillo ha dato Prince John, autore di una splendida campagna americana a due anni, vincitore delle Garden State Stakes, delle Remsen e delle Sanford, secondo nel Washington Park Futurity. Con la linea di Mahmoud ( vincitore del Derby di Epsom e genitore della seconda madre di Northern Dancer), Princequillo ha dato Misty Flight, campionessa a tre anni, Misty Morn (Monmouth Oaks) e Pèrizade. Con la linea di Man O’War ha generato Blue Prince che a sua volta ha dato Prince Tenderfoot.

Questa ecletticità di Princequillo, questo sposarsi bene con linee di sangue diverse, è frutto anche di un grande quadro genealogico nel quale spiccano la presenza del vincitore del Derby di Epsom 1923 Papyrus, nipote di Rock Sand, laureato della Triplice Corona inglese del 1903 e genitore della madre di Man O’War.  Princequillo in razza ha rappresentato la realizzazione del sogno americano, un formidabile razzatore sia come padre di maschi grandi in corsa e ottimi stalloni, sia come fantastico padre di fattrici. Le figlie di Princequillo sono grandi madri, spesso generano crack assoluti come Secretariat (la madre è Somethingroyal) o campioni affascinanti e amatissimi come Mill Reef (Milan Mill la genitrice). Questo viaggio nel grande allevamento americano ci ha portato sulle tracce di linee di sangue superbe, campioni assoluti che in epoche diverse hanno alimentato il sogno di produrre un crack, il galoppatore capace di passare di vittoria in vittoria e accendere la fantasia della gente. E realizzare un prodigio: perfino prendere il cuore di un Hemingway o di un Bukowski in quella meraviglia della vita tra le corse, i cavalli, gli ippodromi, le bevute, le donne e uno strepitoso materiale letterario.

 

A Schiavolin quel che è di Schiavolin.

Riportiamo il comunicato stampa di #Snaitech in merito al rinvio del Concorso ippico di luglio All’Ippodromo di San Siro

MILANO SAN SIRO JUMPING CUP’. RINVIATA ALL’ESTATE 2021

Sono da sempre molto scettico e spesso contrario alle scelte di #Snaitech e del suo ad dottor #Schiavolin che in questi anni nn sono stati in grado di valorizzare il grande patrimonio architettonico e sportivo voluto dalla grande borghesia milanese. Questo nn mi esime dal riconoscere l’importanza dell’iniziativa di luglio in cui si proponeva la realizzazione di un concorso ippico internazionale nell’area Dell ippodromo che ho personalmente da anni proposto anche in occasione di #MilanoHorseShow del 2012. È stato un peccato che a causa del CORONAVIRUS nn si sia potuta realizzare.

L’emergenza Covid-19 allinea lo show internazionale di Salto Ostacoli, in programma negli impianti ippici di Milano San Siro dal 2 al 5 luglio 2020, all’agenda degli eventi sportivi rinviati in tutto il mondo per il coronavirus. Snaitech, organizzatrice del concorso di equitazione, rinnova l’impegno per l’estate 2021.

Milano, 28 aprile 2020 – La gravissima situazione determinata dall’emergenza  Covid-19 nel nostro Paese – e in particolare, purtroppo, nella regione lombarda  –  e le conseguenti, necessarie misure per il contenimento del contagio decise e applicate dal governo e dai Paesi europei, hanno portato ad un fisiologico stop delle diverse competizioni sportive, con la conseguente cancellazione dai calendari internazionali di decine di eventi.

Snaitech, organizzatore unico della «Milano San Siro Jumping Cup» Csi 3*/1*  lo show internazionale di Salto Ostacoli in programma negli impianti ippici di Milano San Siro dal 2 al 5 luglio 2020 – ha dovuto prendere una decisione dolorosa quanto inevitabile, rimandando l’appuntamento con la grande equitazione all’estate 2021. E lo ha fatto allineandosi responsabilmente alle necessità del momento nella città di Milano. Il comitato organizzatore ha già comunicato alle istituzioni sportive di riferimento, nazionali e internazionali l’inevitabile decisione di rinunciare all’evento.

L’impegno di Snaitech nel colmare il vuoto storico della città di Milano nell’ambito dei grandi circuiti dell’equitazione resta comunque intatto. E, anzi, nonostante il rinvio alla prossima estate, la squadra Snaitech lavorerà ancor più duramente per dare vita ad un evento che dovrà essere –  questo è l’augurio –  testimone e testimonianza della rinascita della quotidianità, dello sport e di quei valori universalmente riconosciuti alla città.  Resta intatta l’ambizione  di guadagnare un posto di rilievo nei grandi appuntamenti dell’equitazione internazionale, consci di quanto sia importante l’evento sportivo nell’ottica della condivisione sociale. A maggior ragione dopo essere stati al centro di accadimenti così drammatici.

L’ad di Snaitech Fabio Schiavolin ha confermato questo impegno per l’estate del 2021, in data da definire seguendo il calendario dei grandi eventi internazionali: «Quando abbiamo presentato la ‘Milano San Siro Jumping Cup lo scorso novembre, l’abbiamo definita una ‘Grande avventura equestre’, nell’augurio di regalare alla città di Milano un evento che potesse essere punto di riferimento dell’equitazione ma anche dell’intrattenimento e della socializzazione. Ora – prosegue Schiavolin – siamo costretti a spostare il nostro sogno di sport un po’ più in là e, certamente, rinnoviamo l’impegno di fare qualcosa per la città e con la città già la prossima estate, anche se in questo momento testa e cuore sono rivolti a tutti coloro che a causa di questo flagello stanno soffrendo qui a Milano, in Italia e nel resto del mondo. Speriamo di tornare presto alla vita così come la conosciamo».

La scomparsa di una grande dell’ippica, Ludovica Albertoni.

Nell’immagine di apertura la genealogia del vincitore del Gp Merano, di proprietà di Ludovica Albertoni

E’ scomparsa ieri 27 aprile la Nobildonna Ludovica Albertoni di Val di Scalve un nome storico della dell’alta società Milanese, (era imparentata con i Pirelli), e altrettanto storico dell’ippica nazionale. A lei il saluto di Chavalier. net in un breve omaggio di una sua cara amica, Adriana Felli.

Adriana Felli

Di Ludovica ci sarebbe moltissimo da raccontare dato il grande impegno che la distingueva nelle molteplici attività inerenti al l’ippica.  Era la maggiore di 4 sorelle, lei ed altre due, Anna e Sofia, sono state grandissime amazzoni che hanno corso anche in Steeple  e in cross a Merano. Le ho conosciute e frequentate perché avevano i cavalli per le cacce alla volpe in scuderia da mio padre che le preparava per i cross in brughiera qui a Casorate Sempione dove abito, tuttora. E’ stata per anni anima importante della Società Milanese Cacce a Cavallo e presidente dell’associazione Gentlemen Rider. Ludovica ha avuto ottimi cavalli da corsa, lei ha vissuto per questa sua passione, e ha avuto anche la grande soddisfazione di avere vinto Il Gran Premio di Merano con Halling Joy, allenato da Paolo Favero e montato dall’asso dei fantini d’ostacoli, Raffaele Romano.

Lascia un grande vuoto . Aggiungendo che desidero immaginarla galoppare in compagnia di tanti cari amici che l’hanno preceduta. Un bacio cara Ludo.

 

CONQUESTADOR: il video della vittoria nell’internazionale di Gijon (Spagna)

Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato il resoconto della vittoria in Coppa di CONQUESTADOR, di proprietà di Roberta Zaganelli. Ora vi proponiamo il video della vittoria.

Redazione

Tadolina, una grande del Turf italiano e internazionale nel racconto di Paolo Allegri.

Schermata 2020-04-11 alle 18.37.48.png

Tadolina appartiene all’era dormelliana di Mario Incisa. Stiamo parlando del 1964. Quando i puledri della generazione 1962 entrarono in allenamento, Tadolina rimase in Italia da Vittorio Ugo Penco con altri 22 due anni, mentre sei furono inviati in Inghilterra al trainer Jack Clayton.

Nell’immagine di apertura il marchese Mario Incisa della Rocchetta, colui che dopo Federico Tesio ebbe la responsabilità dell’allevamento e della scuderia, con accanto la genealogia della cavalla.

di Paolo Allegri

Tadolina appartiene all’era dormelliana di Mario Incisa. Stiamo parlando del 1964. Quando i puledri della generazione 1962 entrarono in allenamento, Tadolina rimase in Italia da Vittorio Ugo Penco con altri 22 due anni, mentre sei furono inviati in Inghilterra al trainer Jack Clayton. Tadolina era figlia di Neckar, stallone capolista per 6 anni in Germania e padre fra gli altri di un altro dormelliano, Hogarth, vincitore del Derby Italiano 1968 e stallone di discreti meriti. Questa linea risale a Ticino, che può essere considerato uno dei prodotti più significativi ed interessanti dell’allevamento tedesco. In corsa è stato un soggetto di valore più che discreto, laureato del Derby di Amburgo e vincendo più volte il Gran Premio di Berlino e il Gran Premio di Baden. Una volta in razza, Ticino si è affermato risultando per nove anni il capolista degli stalloni in Germania. Niederlander, Orsini, Neckar e la femmina Bella Paola sono stati i migliori eredi di Ticino.

La madre di Tadolina è Trevisana (che per Franco Varola è la più forte femmina mai allevata da Tesio),  vincitrice del St.Leger 1948 e sconfitta nel Milano da Astolfina. A due anni Tadolina si confrontò con i maschi nel Criterium Nazionale e nel Gran Criterium, conquistando queste due classiche giovanili. A tre anni, prima di essere indirizzata alle prove per femmine, la figlia di Neckar sfidò il mantovano Bauto nelle nostre Duemila Ghinee, il Parioli. Perse in foto su un pesante gradito al rivale. La dormelliana tornò al proscenio nel Regina Elena per poi far rotta su Milano, storia delle Oaks d’Italia edizione 1965. Tadolina vinse di 10 lunghezze (distacco record eguagliato da Marmolada) e quella nella corsa che regala la corona femminile fu la top performance italiana della figlia di Trevisana. Dopo il trionfo milanese fu programmata una trasferta a Epsom, che fu poi annullata per un rialzo febbrile. Il tentativo internazionale fu rinviato all’autunno. Si decise per un ingaggio parigino. Arrivò il quarto posto nel Prix Vermeille. Poi l’Inghilterra, a fine stagione. La fama di Tadolina fu consolidata con il secondo posto nelle Champion Stakes. La tre anni del Marchese Mario Incisa fu autrice della sua miglior prestazione della carriera, competitiva al massimo livello e anche sfortunata, visto un grave danneggiamento ad opera del francese Trictrac, che le impedì di battere Silly Season. In razza Tadolina ebbe una carriera breve, producendo solo tre maschi, di cui uno superbo, quel Tierceron (Relko) che dopo  essere stato sconfitto da Gay Lussac nel Derby, s’impose a tempo di record dei 2400 di San Siro il Gran Premio d’Italia, confermandosi anche in autunno nel Jockey Club. La lettera T di Dormello risale all’importazione dell’inglese Try Try Again ed è  una linea che partendo dalla figlia Tofanella (Apelle) ha dato campioni come Tokamura, Tenerani, Tiziano, Tiepolo e Tavernieri. Tokamura nella stagione 1943 vinse il Regina Elena e il St.Leger. In razza si distinse come madre del laureato del Gran Premio d’Italia Toulouse Lautrec e di Tommaso Guidi, vincitore del St.Leger.  Con Tenerani questa linea dormelliana, avviata tra gli anni Venti e gli anni Trenta, approda alle stagioni di corse dal 1946 al 1949. Entrato in razza nel 1951, Tenerani darà in Ribot il suo capolavoro.

 

Le corse dalle origini in Usa nel segno di Man O’War, il Grande Rosso (video).

 

Nell’immagine di apertura Australian, e Le genealogie di Man O’War e di Australian

La storia del galoppo americano raccontata da Paolo Allegri, una storia infinita di campioni che ha arricchito il mondo del Turf internazionale. In un video in bianoco e nero, il più grande cavallo della storia degli Stati Uniti, Man O’War, il Grade Rosso.

di Paolo Allegri

Quando negli anni Sessanta dell’Ottocento, Australian, figlio del primo laureato della Triplice Corona inglese West Australian, viene esportato negli Stati Uniti, si avvia una nuova fase del galoppo americano. E’ quella dell’importazione di stalloni importanti dall’Europa, un momento storico dal quale origina la prosperità del galoppo a stelle e strisce. Eclipse, Herod e Matchem sono i tre capostipiti dai quali discendono anche i campioni di oggi. A metà dell’Ottocento, Eclipse con i suoi discendenti sembrava aver oscurato Herod e Matchem. Ma nei cultori, negli studiosi del purosangue saranno i trionfi di West Australian e la vendita negli Stati Uniti di quel suo erede, Australian, a rimettere tutto in discussione. Quel vincitore nel 1853 della Triplice Corona inglese e, a quattro anni, in stile importante della Gold Cup, infatti appartiene alla famiglia di Matchem attraverso suo padre dell’imponente Melbourne, uno dei più grandi stalloni che abbia posseduto l’Inghilterra. Australian, continuatore di quella pregiata linea del galoppo mondiale, approda nel più celebrato allevamento degli Stati Uniti, la Woodburn Farm, nel Kentucky, dove per ventuno anni, a partire dal 1857 funziona anche uno dei più grandi campioni americani, Lexington (famiglia di Herod). In razza Australian si fa subito notare come padre di Spendthritf, laureato delle Belmont Stakes. Elegante, ricordando in questo l’avo inglese West Australian, in corsa Spendthrift impone la sua qualità, vincendo nove delle sedici corse disputate. In razza è ancora più valido dando origine a grandi vincitori come Kingston (dollari 139.562, di somme vinte, un record per l’epoca) e soprattutto Hastings, un altro laureato delle Belmont che generando Fair Play dà il via a una linea, quella di Man O’War, destinata a imporsi come solida e vincente negli Stati Uniti. Fair Play, un sauro piacente, alto di posteriore, dal dorso lungo e un po’ insellato, trasmette ai suoi figli un temperamento ideale (ottimi in box, grintosi in corsa) e sanità assoluta. Fair Play, capolista degli stalloni nel 1920, 1924 e 1927 in Usa, produce il suo capolavoro in Man O’War, atleta potente dal mantello rosso. E’ il 1919 quando ‘The Big Red” scende in pista a due anni. Dieci uscite e nove vittorie con uno stile impressionante. Quando è battuto, ha lasciato molte chances perdendo la partenza, ma rimontando con un inseguimento straordinario che gli vale il secondo posto. Undici corse a tre anni e undici spettacolari successi. Per molti cultori resta ancora il più grande cavallo che abbia mai corso in America, il purosangue che accese la fantasia di una Nazione intera. Nel 1921 il suo proprietario, Sam Riddle, ricevette un’offerta di un milione di dollari. Ma rifiutò con una motivazione: “Molti uomini possono possedere un milione di dollari, ma solo un uomo può possedere Man O’War”. In razza fu formidabile padre di fattrici. Il grande Rosso fu la colonna della Faraway Farm, al centro della quale gli è stato eretto un monumento di bronzo. Man O’ War visse trent’anni e andavano a trovarlo scolaresche, appassionati, turisti come si va a visitare un monumento o un museo.  Le sue figlie generarono ben 124 vincitori di stakes. Tra i suoi figli il migliore fu War Admiral, cavallo piccolo, ricco di espressione e di coraggio. Vinse ventuno delle ventisei corse disputate, centrando la Triplice Corona americana. In razza War Admiral fu avo materno di Never Say Die, che un giovanissimo Lester Piggott portò al successo nel Derby di Epsom del 1954. Never Say Die non era facile da allenare così preso venne inviato in razza. Il suo pedigree era esemplare, da un lato attraverso il padre Nasrullah c’era il sigillo di Nearco e dunque la famiglia di Eclipse; dall’altro la madre Singing Grass, portatrice del sangue di Matchem  attraverso War Admiral, Man O’War, Fair Play, alcuni dei protagonisti di questa puntata delle storie del purosangue che abbiamo dedicato al galoppo americano. Nomi leggendari che con le loro imprese hanno regalato emozioni, quello che l’ippica, come tutto il grande sport, in ogni epoca origina, aggiungendo vita allo scorrere del tempo.

 

 

 

 

 

 

 

Sara e Camilla ecco come ricondizionano i cavalli da corsa per gli sport olimpici.

Solo incompetenti e spesso in malafede negano che il cavallo da corsa, purosangue e trottatore possa essere utilizzato nelle competizioni olimpiche e negli altri sport dedicati al cavallo. Ecco l’esempio e uno scritto di Sara Ceccacci e Camilla Orlandi (CG).

Qui sopra: da sx. Luca e Luca con Aguja una cavalla ricondizionata e ricollocata, Only Now, Orbita Azzurra e Dieta Petral

Nelle foto di apertura Sara (a sx) e Camilla

di Sara e Camilla

La storia di Camilla

Buongiorno a tutti i lettori, ci presentiamo: siamo Sara Ceccacci e Camilla Orlandi, due ragazze unite da una passione in comune che nasce in entrambe con una storia analoga. Abbiamo 26 e 25 anni, abitiamo nel Lazio e in Toscana. Ci siamo affacciate nel mondo equestre all’età di 8 anni, per lo più passeggiate. Poi ognuna di noi ha avuto un vissuto distinto, Camilla ha dato una svolta alla sua passione con l’arrivo della sua prima cavalla Orbita Azzurra, una Trotter di 3 anni. Il suo arrivo l’ha trasportata nel mondo ippico per cercare notizie sul suo passato, ed è cosi riuscita ad entrare in contatto con gli allenatori della sua puledra entrando a far parte di una delle migliori scuderie di cavalli da trotto montato. La sua passione è maturata di giorno in giorno fino ad avvicinarsi al mondo del galoppo, del quale oggi fa parte come Amazzone montando in corsa.

La storia di Sara

Invece la mia storia equestre è partita nella monta inglese con la disciplina del completo e dei pony games, ma già da piccolissima ho sempre avuto attrazione verso il cavallo da corsa. Circa sette anni fa comprai la mia prima cavalla, una Anglo araba a fondo inglese in piena attività, ritirata da me dal mondo ippico, uscita lei, entrata io, che inevitabilmente finivo con l’innamorarmi di quei cavalli speciali, in particolare uno, quello che ha fatto scattare in me la voglia di fare qualcosa di concreto per loro. Only Now, purosangue, il cavallo dei miei sogni, un carattere eccezionale, venduto a fine carriera in Sicilia. Feci una promessa a quel cavallo, gli dissi che l’avrei salvato e dopo un viaggio durato 10 mesi l’ho riportato a casa con me. Arrivò zoppo, ma con una luce negli occhi che non dimenticherò mai.

Entrambe negli anni abbiamo cercato sistemazione per i cavalli che ci sono entrati un po’ nel cuore come nel caso di Noble Soul purosangue di 3 anni che Camilla ha sistemato a Roma in una famiglia con due bambine che lo trattano come un fratello, Aguja anche lei una purosangue di 3 anni che ho presentato ad un amico e condividono da tempo una bellissima storia di intesa e collaborazione.

Il gruppo Facebook “Ricollocamento cavalli da corsa”

La nostra unione oggi si concretizza nell’idea di creare un gruppo Facebook dove segnalare e condividere cavalli in cerca di casa, in vendita o adozione, filtrando noi le richieste per assicurarci che vadano a star bene. “Ricollocamento cavalli da corsa” il nome del nostro gruppo è solo l’inizio di mille idee che vorremmo portare a compimento, come quelle di fondare un’associazione atta a rieducare questi cavalli superlativi con l’appoggio di scuderie e volontari, così da poter dare una seconda vita non solo come animali da affezione ma anche come atleti, data l’età e la breve carriera ippica restano cavalli versatili su più discipline e sarebbe un messaggio importante per rilanciare anche il settore ippico sapere che in Italia esiste un canale di redistribuzione legale che pensa al loro benessere, poter dare cavalli avviati, rieducati, trasformerebbe anche l’opinione distorta che esiste nel settore equestre del purosangue ingestibile e non adatto.

La valorizzazione di una razza straordinaria

Si rivalorizzerebbe una razza intera e cesserebbe di essere il cavallo preso perché costa poco che poi finisce nelle mani sbagliate che lo rende ingestibile. Faremo un passo alla volta sperando che questo progetto possa arrivare lontano e suscitare interesse nelle persone così da avere la possibilità di creare questa fondazione per aiutare cavalli e umani ad incontrarsi per vincere la corsa più importante insieme!

La genealogia Only Now, il purosangue di Sara

Schermata 2020-03-11 alle 16.22.45.png

 

Il filmato di Canter sui foulard di Chavalier.net

Nell’immagine di apertura alcuni esempi.

I foulard sono acquistabili inviando una mail a cg.gobbi@gmail.com

I foulard sono in seta di twile. in varie dimensioni: 40×40, 70×70, 90×90

  • Sono previsti sconti per più ordinativi
  • A richiesta è possibile modificare i soggetti

Kentucky Derby 2020. Ecco i favoriti di Eugenio Colombo.

Nella foto di apertura Eugenio Colombo

Santorre di Santarosa

Come da consuetudine, anche quest’anno abbiamo interpellato Eugenio Colombo per farci dire chi sono per lui i tre favoriti del massimo evento mondiale che andrà in scena il prossimo 5 maggio a Churchill Downs di Louisville nel Kentucky. Tra i pretendenti anche un cavallo montato da un italiano che si sta facendo onore in Usa, si chiama Luca Panici e monta per un altro emigrato di lusso, Patrik Biancone.

Le schede

Schermata 2020-03-02 alle 18.20.37.png

Schermata 2020-03-02 alle 17.33.55.png

Schermata 2020-03-02 alle 18.12.22.png

Schermata 2020-03-02 alle 18.25.06.png

Schermata 2020-03-02 alle 18.12.33.png

Schermata 2020-03-02 alle 18.26.42.png

Schermata 2020-03-02 alle 17.33.38.png

Schermata 2020-03-02 alle 18.16.56.png

Schermata 2020-03-02 alle 18.28.38.png

Schermata 2020-03-02 alle 18.28.48.png

Schermata 2020-03-02 alle 18.29.04.png