Il servizio di Claudio Gobbi. Liberoquotidiano, oggi 21 aprile Pasqua.
Nella foto di apertura stivali per giovinetta per la nipote Matilde.
Cristina Risciglione photographer
Il mondo del cavallo, l’equitazione in genere è ancora uno dei settori della vita del Paese che è riuscito a conservare tradizioni importanti, di un saper fare che troppo spesso è finito nel crogiolo del tutto subito al minor costo possibile, con conseguenze che si sono sviliti i prodotti e il loro valore affettivo, e in cui l’usa e getta è la regola. É la standardizzazione. Ma non tutto è perduto, tantomeno la tradizione tutta bombarda della produzione di stivali su misura, Una tradizione che viene da lontano, dal tempo in cui un ciabattino di Pogliano Milanese, Anselmo Ronchetti, conquistò il Bonaparte con stivali fatti «a occhio» divenendo il ciabattino personale dell’Imperatore. A cui Porta dedicò un sonetto, e il Parini il suo orologio a pendolo. A ricordarlo è rimasta solamente una piccola via del centro; quello stretto e nascosto budello che collega via Borgogna a corso Monforte, dove si sente ancora il sapore della vecchia Milano, ma dove non c’è nulla, nemmeno una consumata iscrizione, che ne celebri la memoria.
Una tradizione lombarda che ha conquistato anche Hermés jumping-boot che gli stivali se li fa fare da un artigiano di Abbiategrasso. Altri artigiani lombardi, producono ancora manufatti dello stesso livello e che nulla hanno da invidiare a quelli della celebre casa parigina di Hermés, 24 Faubourg Saint Honoré Paris, la via più chic di Parigi ai cui Ingressi stazionano regolarmente uomini della Gendarmerie.
In Brianza, a Lentate sul Seveso mai così tanto lontana dalla Ville Lumiere, ma mai così vicina per qualità dei manufatti equestri, in una ristretta via sulla statale dei Giovi, una famiglia di artigiani si tramanda di padre in figlio, l’arte di produrre scarpe di cui gli stivali da equitazione sono la produzione di eccellenza. Sono i Manzato, Erminio, il papà e Cristiano il figlio che ha ereditato l’attività.
Ecco cosa ci ha raccontato Erminio del percorso di vita che fin da bambino lo ha introdotto in questo mondo delle calzature, indispensabili capi di abbigliamento da quando l’essere umano ha assunto la posizione eretta!
Erminio Manzato, che ora ha lasciato l’attività al figlio Cristiano, ci racconta di quegli anni sessanta, quando tredicenne come molti di quella generazione lascia gli studi per andare a bottega. Erano gli anni del boom economico. <Staccai il primo libretto di lavoro – ci dice – come apprendista. Lavorai subito nel settore, in una fabbrica di Lentate che produceva ciabatte>. Dovettero passare oltre 10 anni prima che questo intraprendente brianzolo doc, decidesse di mettersi in proprio. <Era il ’72, una vita fa. Il laboratorio lo avevo dentro al supermercato il Gigante di Cinisello. A 15 anni sapevo già fare scarpe nuove, dopo-sci e scarpe classiche. Mi sono messo in proprio principalmente perché in autonomia potevo fare come mi pareva, mi è sempre piaciuto creare, e le scarpe fatte su misura, sono una vera e propria passione e creazione. Questo prodotto richiede una lavorazione particolarissima. Non è un lavoro come quello che viene fatto in serie. Come pochi altri facciano scarpe personalizzate, tutti lavori su ordinazione>.
E gli stivali da equitazione quando sono arrivati? <Mi sono sempre piaciuti i cavalli e una volta montavo pure. A Copreno, ho messo in piedi un piccolo maneggio. Poi è arrivato Cristiano, mio figlio maggiore con la sua passione per questo sport ed il gioco è stato facile>. Cristiano è ora oltre che il titolare dell’azienda, anche un ottimo cavaliere, istruttore sposato con Nadia una bionda tedesca lei pure istruttrice. L’attività equestre la svolge presso il Centro Ippico Pie’s Horse di Usmate Velate, un nuovissimo complesso, con un grande maneggio coperto in lamellare, dove monta anche la loro figlioletta Matilde a cui il papà ha fatto fare espressamente da nonno Erminio, un paio di stivali che sono una vera e propria chicca.
<Il maneggio – prosegue Erminio Manzato – l’ho fondato nel 1980 e lasciato nel 2000. Gli impegni erano troppi. Non ci stavo più dietro. Così sono andato avanti con il laboratorio, specializzandomi nella produzione di manufatti su misura in particolare in quella degli stivali, un lavoro molto complesso, ma che paradossalmente richiede meno tempo rispetto alla realizzazione delle scarpe: circa circa 10 giorni invece dei 15 che richiedono queste ultime>. Sono evidentemente tutte lavorazioni a mano con macchinari particolari, e i pellami? <Per gli stivali sono necessari i “vitelli ingrassati” perché garantiscono l’impermeabilità. Mentre per le scarpe si usano le nappe, il cervo, oppure il vitello>. Oggi l’Erminio si gode una meritata pensione e l’attività viene esercitata dal figlio Cristiano, che si divide tra il maneggio e il laboratorio.
Info cristianomanzato@gmail.com.
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