Un garbato scritto relativo alla dormelliana di Giorgio Bergamaschi
Video La corsa del debutto della dormelliana
di Giorgio Bergamaschi
Sulla pagina di Dormello Olgiata Fans Club ho letto una nota dell’appassionato, “lucido e prudente” Francesco Paolo Di Cuia, che definisce la vincitrice e la sua runner up del Seregno disputato a San Siro “toste”. A mio modo di vedere, me ne scuso con Di Cuia che ha signorilmente fatto una sorta di mea culpa, che “tosto” è un aggettivo qualificativo magari un po’… dozzinale, e però certamente efficace laddove sottintende (le avversarie) caparbio, incisivo, capace e ficcante… Già… Ma Lamaire, in questo convegno prefestivo, ha forse demeritato perché è arrivata… “solo” terza? Direi di no. E il treno di corsa, lo sviluppo del rush, visti alla… moviola, hanno forse sancito una condanna prematura della baia di Bolgheri? Quando ha debuttato a Maia, la dormelliana pareva un soggetto anziano e smaliziato, bene annervata e però ligia agli ordini del suo jockey: era partita bene in mano, aveva carburato il passo all’esterno della leader poi rifiatando in curva… Quando in retta (600 metri abbondanti) si era presentata con un’azione perfettamente bilanciata, Lamaire aveva iniziato a mettere in campo un’azione di bella fattura, come a San Siro non ha potuto fare… Perché? Ma prima di tutto perché nel Seregno hanno fatto promenade fino in curva, poi la retta è stata affrontata in modo certo non annervato e a 250 metri dal traguardo la bella dormelliana stava ancora cercando un’azione che non riusciva a tirare fuori, praticamente galoppamdo sopr’azione… Non per demerito, ma semplicemente perché aveva dovuto subire tutta strada… A partire da un treno per lei inadeguato. Mi chiedo: quando Lamaire ha vinto a Maia all’esordio in un crescendo rossiniano,su quale distanza era impegnata? Sì, la distanza… qual era? Dal movimento complessivo lungo il percorso fino al raccoglimento del compasso all’imbocco della retta meranese “falsamente tecnica” e poi al momento dell’allungo (si veda il filmato, qui sopra), non è forse ipotizzabile che Lamaire stesse già dimostrando (allora, nella aprima decade di agosto) di essere una due anni dalle caratteristiche quantomeno di mezzofondista… allungata? Di bello non si mangia, certo che no; di qualità, invece, sì. E allora, aspettiamo un paio di giorni e attendiamo un commento del suo valente trainer. D’accordo, la 3 anni di Don Nicolò Incisa della Rocchetta ha subìto due coetanee toste, ne prendiamo atto. Ma… dai 1800 in su, galaoppando fin dalla sgabbiata in scia alle prime per carburare il passo migliore, potrebbero realmente cambiare i termini. Ed il Seregno sarebbe solo un ricordo… (che propongo qui, con il link della corsa – http://www.ippodromisnai.it/category/video-milano-galoppo/#) .In attesa di smentite, diamo a questa bella, elegante e capace dormelliana gli atout necessari, per smentire ogni Cassandra.