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Santorre di Santarosa
Presentiamo un documento eccezionale, un video in cui Peyo, un stallone di 17 anni Francese accompagna i malati terminali nella loro sofferenza.
di Paolo Allegri
Una metamorfosi straordinaria la sua, da brutto anatroccolo a candido cigno dal portamento regale. Arriva in Inghilterra dopo essere cresciuta in Irlanda. La genealogia non è da urlo, qualcosa in pista il padre Gellinule aveva fatto vedere ma la madre era stata una cavalla da ostacoli e neppure di prima. Pretty Polly si mostra al suo nuovo allenatore Peter Gilpin come una cavalla dal carattere pigro, scontrosa e intrattabile. Solo una stella in fronte ne rende meno sgradevole l’aspetto. Nei lavori di preparazione sonnecchia, resta apatica in fondo al gruppo quando i compagni di scuderia galoppano allegri su e giù dalla collina di Warren Hill. Un giorno le mettono nel box accanto al suo un pony di nome Joey. Di notte la puledra svogliata e quel piccolo cavallino si trasmettono nitriti che significano affetto e tenerezza, voglia di non separarsi mai.
Una mattina Gilpin decide di far lavorare Pretty Polly con Delaunay, la grande speranza della scuderia per le classiche. La saura dalla stella in fronte, che ha trovato il suo amico del cuore in quel pony, appare trasformata. Pretty Polly vola, è un’autentica furia, ha vinto la sua pigrizia. Si è spogliata del torpore che la teneva prigioniera. Il mantello si è fatto lucido, adesso brilla di riflessi oro. È il momento di debuttare in una corsa vera. L’inseparabile Joey l’accompagna alla partenza e all’aprirsi delle gabbie nell’ex brutto anatroccolo scatta una scintilla. È il là ad un galoppo esplosivo. Il profilo di Pretty Polly corre veloce sulla pista e non si ferma mai. Vengono i trionfi giovanili nelle Middle Park, dove St. Amant futuro dominatore del Derby di Epsom si deve arrendere, e nelle Cheveley Park. Fuoriclasse immensa, Pretty Polly sigla un grande slam leggendario: sono sue a tre anni in una suite imperiale le Mille Ghinee, le Oaks e il St. Leger, la Triplice Corona delle Femmine.
Dopo ogni trionfo la saura volante indugia quasi a reclamare l’ovazione della folla. Si guarda intorno a cercare quel pony che l’accompagna ad ogni partenza. E con il quale scambia nitriti, messaggi teneri che allontanano la paura del temporale quando la notte rovescia acqua sui prati d’Inghilterra. I cavalli hanno sentimenti meravigliosi. Forse restano sempre un po’ bambini. E scrivono favole. Come quella di Pretty Polly e del suo amico pony, ancora viva, indelebile nella memoria dopo un secolo.
La famiglia di Pretty Polly attraverso Molly Desmond è presente nella linea femminille di uno dei più grandi galoppatori della storia, il fascinoso Brigadier Gerard, allenato da Dick Hern e montato sempre da Joe Mercer. Vinse le Duemila Ghinee del 1971 sconfiggendo Mill Reef, il futuro derbywinner di Epsom e laureato dell’Arc. In autunno allungò sul miglio e un quarto delle Champion Stakes di Newmarket, successo che bissò nella stagione 1972. Quella fu l’ annata della sua consacrazione del “Brigadiere” con il sigillo sul tracciato di Sandown Park sui 2000 metri delle Eclipse Stakes ribadito dal vertice assoluto delle King George VI and Queen Elizabeth Stakes sul miglio e mezzo di Ascot, La grande qualità di Brigadier, un grande e scultoreo baio, gli veniva da Phalaris e da Prince Chevalier. Il secondo, attivo a metà degli anni Quaranta, faceva parte di quella dinastia dei Principi ben rappresentata dal padre Prince Rose, sire anche di Princequillo, da cui Round Table e di quel Prince Bio dal quale discendono Sicambre, Northern Light e il nostro Sedan, portacolori della Razza Ticino che vinse il Derby alle Capannelle nel 1958 battendo Tiepolo e Peveron. Quel Nastro Azzurro che auguriamoci di veder disputare appena l’emergenza epidemiologica cesserà e il profumo dell’erba, i cavalli al tondino, le casacche colorate dei fantini, accompagneranno di nuovo le nostre domeniche. Sognando ancora felicità.
Il Wood Memorial Stakes del 2019, è stato vinto dal figlio di Curlin, Irish War Cry di 3 ½ lunghezze da Battalion Runner. Come si comporta nel Derby del Kentucky dovremo ancora aspettare tre settimane, ma se vince, sarà davvero una vittoria notevole.Per la prima volta nella storia, un cavallo della leggendaria famiglia Pretty Polly avrebbe preso Run for the Roses.
Santorre di Santarosa – Claudio Gobbi
Cari lettori, ad oggi il gruppo “Cavalli da ricollocare” conta oltre 700 membri, cogliamo l’occasione per ringraziare tutti gli iscritti e chi ha apprezzato la nostra iniziativa, di seguito presentiamo i cavalli che potete vedere nel gruppo in cerca di una casa per la vita.
Doping (è un nome ndr) trottatore di 20 anni con un passato da vincente cerca casa come tosaerba e passeggiate leggere in Adozione, domato a sella.
Tambama è una purosangue inglese di 16 anni, alta 1.62 al garrese indole buonissima adatta a tutti, idonea anche come fattrice ed è in vendita.
Indian Summer una purosangue di 4 anni, era stata acquistata per le Quintane, mai corso in ippodromo, cerca casa come cavalla da trekking e lavoro in piano in vendita.
Silentfootsteps purosangue di 10 anni, castrone, struttura attorno all’1.70, cavallo docilissimo e collaborativo in tutto, quasi un cagnolone gigante, cerca casa come cavallo da compagnia e passeggiate tranquille in vendita.
Abbiamo ricevuto già richieste per alcuni di loro, ma in questo momento drammatico non sarà possibile spostare i cavalli per le normative del Ministero in atto, non appena sarà ripristinato l’ordine e l’emergenza sarà risolta tutti i nostri cavalli saranno disponibili per raggiungere le vostre case, potrete scegliere voi il trasporto oppure affidarvi ai nostri trasportatori di fiducia!
E’ del 1920 l’acquisto da parte di Tesio, di Chuette, la madre di Cranach e di Cavaliere d’Arpino. Ed è in quell’anno che viene inaugurato l’ippodromo di San Siro, il nuovo ippodromo ideato da Mario Locatelli e disegnato da Vietti Violi che sintetizzava nel suo ampio respiro, nella grandiosità dei tracciati, delle diritture, delle monumentali tribune, tutta l’ambizione del nostro galoppo di virare verso una prospettiva internazionale.
Ormai i grandi proprietari vedevano a portata di mano la possibilità di andare a vincere all’estero. Parte così da Milano il decennio d’oro dell’Italia che galoppa, illustrato da Apelle e da Ortello, attorniati da soggetti di altissimo valore quali appunto Cranach e Cavaliere d’Arpino e due femmine che nel 1928 daranno vita a duelli rimasti nell’immaginario, Delleana e Erba, la prima che oggi si direbbe front runner e la seconda dallo spunto micidiale piazzato dopo corsa all’attesa.
Apelle fu il primo cavallo italiano di valore assolutamente mondiale: tredici corse, otto vittorie, quattro piazzamenti, in meraviglioso sauro che stabilì un record rimasto a lungo insuperato, i 3000 metri del Gran Premio di Milano galoppati in 3’11” e 3/5. La madre di Apelle, Angelina, era stata acquistata nel 1921 da Tesio e, nel ’23, diede nel futuro laureato del Milano il miglior figlio di Sardanapale.
Ortello fu un grande passista alla Teddy e dopo aver vinto il Chiusura a due anni, fu il dominatore della campagna primaverile del 1929. Dopo aver dimostrato il suo grande valore sui 3000 metri del Milano, si confermò nel St. Leger staccando così il biglietto per Parigi dove nell’Arc venne fuori in dirittura respingendo nel finale il tentativo del piccolo Kantar. Alla linea di Ortello, attraverso suo figlio Torbido, appartiene lo scatenato e dispersivo Antonio Canale che dopo essere stato battuto nel Derby del 1948 venne impiegato all’attesa nel Milano. La tattica si rivelò vincente, con il nipote di Ortello dominatore in dirittura per ben otto lunghezze su Murghab e il francese Diamant VII.
Quel fuoco, quell’estrosità in razza Antonio Canale la trasmise a suo figlio Marco Visconti. Un prodotto della Razza Spineta, galoppatore di potenza rara, di magnifica azione ma psichicamente e anche fisicamente delicatissimo. Siamo nella stagione 1965 – vedete amici come ci portano a cavalcare gli anni, i decenni le linee del purosangue – e Marco Visconti nel Derby perde la partenza, resta indietro di cento metri ma recupera con coraggio e finisce terzo. E’il segno di una classe cristallina che l’erede di Antonio Canale esprimerà al meglio a 4 anni vincendo Milano e Jockey Club, le grandi corse di San Siro.
Antonio Canale diede anche un soggetto notevole nel derbywinner Braque, corridore di notevole potenza e con un difetto ad un piede (il piede dell’anteriore sinistro piu’ lungo del destro) che ne limitò la carriera. In campo nella stagione 1957 passò di vittoria in vittoria, dal Parioli al Filiberto, dal Derby e ancora Italia e Milano. Vedete come quel seme di sviluppo di un turf d’alto livello, posto nei primi anni Venti del Novecento abbia dispiegato, oltre agli Dei dell’ippica nazionale, da Nearco a Tenerani da Ribot a Molvedo, una miriade di progetti di corse e campioni, di linee di sangue. Rappresentano la linfa vitale, il pozzo inesauribile di cultura al quale il nostro turf, così come ogni appassionato, ogni ippico autentico, deve attingere per rilanciare ancora il SOGNO di un’ippica italiana dalla vocazione internazionale.
Solo incompetenti e spesso in malafede negano che il cavallo da corsa, purosangue e trottatore possa essere utilizzato nelle competizioni olimpiche e negli altri sport dedicati al cavallo. Ecco l’esempio e uno scritto di Sara Ceccacci e Camilla Orlandi (CG).
Buongiorno a tutti i lettori, ci presentiamo: siamo Sara Ceccacci e Camilla Orlandi, due ragazze unite da una passione in comune che nasce in entrambe con una storia analoga. Abbiamo 26 e 25 anni, abitiamo nel Lazio e in Toscana. Ci siamo affacciate nel mondo equestre all’età di 8 anni, per lo più passeggiate. Poi ognuna di noi ha avuto un vissuto distinto, Camilla ha dato una svolta alla sua passione con l’arrivo della sua prima cavalla Orbita Azzurra, una Trotter di 3 anni. Il suo arrivo l’ha trasportata nel mondo ippico per cercare notizie sul suo passato, ed è cosi riuscita ad entrare in contatto con gli allenatori della sua puledra entrando a far parte di una delle migliori scuderie di cavalli da trotto montato. La sua passione è maturata di giorno in giorno fino ad avvicinarsi al mondo del galoppo, del quale oggi fa parte come Amazzone montando in corsa.
Invece la mia storia equestre è partita nella monta inglese con la disciplina del completo e dei pony games, ma già da piccolissima ho sempre avuto attrazione verso il cavallo da corsa. Circa sette anni fa comprai la mia prima cavalla, una Anglo araba a fondo inglese in piena attività, ritirata da me dal mondo ippico, uscita lei, entrata io, che inevitabilmente finivo con l’innamorarmi di quei cavalli speciali, in particolare uno, quello che ha fatto scattare in me la voglia di fare qualcosa di concreto per loro. Only Now, purosangue, il cavallo dei miei sogni, un carattere eccezionale, venduto a fine carriera in Sicilia. Feci una promessa a quel cavallo, gli dissi che l’avrei salvato e dopo un viaggio durato 10 mesi l’ho riportato a casa con me. Arrivò zoppo, ma con una luce negli occhi che non dimenticherò mai.
Entrambe negli anni abbiamo cercato sistemazione per i cavalli che ci sono entrati un po’ nel cuore come nel caso di Noble Soul purosangue di 3 anni che Camilla ha sistemato a Roma in una famiglia con due bambine che lo trattano come un fratello, Aguja anche lei una purosangue di 3 anni che ho presentato ad un amico e condividono da tempo una bellissima storia di intesa e collaborazione.
La nostra unione oggi si concretizza nell’idea di creare un gruppo Facebook dove segnalare e condividere cavalli in cerca di casa, in vendita o adozione, filtrando noi le richieste per assicurarci che vadano a star bene. “Ricollocamento cavalli da corsa” il nome del nostro gruppo è solo l’inizio di mille idee che vorremmo portare a compimento, come quelle di fondare un’associazione atta a rieducare questi cavalli superlativi con l’appoggio di scuderie e volontari, così da poter dare una seconda vita non solo come animali da affezione ma anche come atleti, data l’età e la breve carriera ippica restano cavalli versatili su più discipline e sarebbe un messaggio importante per rilanciare anche il settore ippico sapere che in Italia esiste un canale di redistribuzione legale che pensa al loro benessere, poter dare cavalli avviati, rieducati, trasformerebbe anche l’opinione distorta che esiste nel settore equestre del purosangue ingestibile e non adatto.
Si rivalorizzerebbe una razza intera e cesserebbe di essere il cavallo preso perché costa poco che poi finisce nelle mani sbagliate che lo rende ingestibile. Faremo un passo alla volta sperando che questo progetto possa arrivare lontano e suscitare interesse nelle persone così da avere la possibilità di creare questa fondazione per aiutare cavalli e umani ad incontrarsi per vincere la corsa più importante insieme!