#Hamburg-Horn, storia del #Derby e di una passione diventata “fede”, che in #Gearmania ferma anche le Tv. Dal 1869.

di Giorgio Bergamaschi

Il 1869 è una data importante per il turf tedesco: in quell’anno, infatti, veniva disputata la prima edizione del Nastro Azzurro e, sempre nel 1869, il capostipite dei von Oppenheim – dell’importante saga familiare dei banchieri tedeschi che amano l’ippica – fondava il Gestüt Schlenderhan. Come è ormai arcinoto, il Derby si corre all’Horner Moor, nella Hansestadt di Amburgo, da dove si diparte il lungo canale che arriva sino a Brema. Quella del Nastro Azzurro tedesco è una lunga tradizione, che non ha perso nulla del suo fascino, a dispetto del tempo che passa e dei costumi che cambiano.

Anzi, se pensiamo che dopo la guerra i von Oppenheim erano andati a cercare i loro cavalli sequestrati dalle SS e piano piano avevano ricostituito la loro scuderia e allevamento, e che l’erede, il barone Georg von Ullmann – figlio della baronessa Karin – sta proseguendo con forti investimenti sul doppio filone (Schlenderhan in rosso-blu e von Ullmann in giallo-blu) la grande tradizione ippica di famiglia, si comprende come i tedeschi abbiano nel cuore l’ippica sia come fenomeno allevatorio sia come espressione agonistica e perciò di selezione, animando all’inverosimile i convegni delle piste tedesche.

Anche i tedeschi chiamano il Derby Blaue Band (Nastro Azzurro, ndr), ma soprattutto la “Corsa delle corse”, e non è un caso – ma merito di intraprendenza e spessore sociale dei rappresentanti ippici nel tessuto socio-economico tedesco – se i notiziari televisivi nell’arco dell’anno ma soprattutto nella 10 giorni del Derby interrompono le notizie per dare aggiornamenti sul Derby! Che è e resterà la corsa più significativa ed emozionante dell’anno, nel calendario delle corse al galoppo tedesche. Dopotutto, un cavallo da corsa può vincere la Blaue Band solo a 3 anni, dunque una volta sola, e difficilmente va a ripeterla (o ad anticipare il trionfo casalingo), nelle prove paritetiche su piste estere…

Dai #vonOppenheim-vonUllmann ad #AndreasJacobs, da #vonFink agli #Ostermann, #Faust e #Miebach, è passione al servizio del #purosangue

La partecipazione al Derby di Amburgo costa 7.500 €, ma se qualche team non vi avesse provveduto per tempo, la… “riverniciatura” di un soggetto, ovvero l’iscrizione tardiva, comporta un esborso di 65.000 €, dovuti per i “late bookers”.

Nel corso degli anni, mi ha sempre stupito – tralasciando il discorso inglese e francese, come un fantino, un cavallo, il suo allenatore, i suoi proprietari e allevatori, siano guardati con rispetto e amati per i loro colori su tutto il territorio germanico. Come accade per il bremese Andreas Jacobs (Stiftung Gestü Fährhof ma anche Jacobs Caffè, Adecco, Barry Callebaut e Toblerone), oppure per il bavarese Helmuth von Fink (dei banchieri Merk Fink & Co.), titolare del Gestüt Park Wiedingen, che ha realizzato l’allevamento a Solltau a sud di Brema (in un ex allevamento di pappagalli): entrambi, e con loro Manfred Ostermann (Ittlingen) e Bruno Faust, così come Manfred Hellwig (Hőni Hof) e tanti altri, sono è portati in palmo di mano dall’euforico entusiasmo degli appassionati tedeschi… Ma così è per tutti!

Uno dei miti della Germania ippica, Hein Bollow (fantino e poi allenatore di grido), ha sempre ricordato con commozione che “Per un professionista della sella non c’è nulla di paragonabile, dall’ uscire vittorioso dal tappeto erboso del Derby tra le due cavalli bianchi”, ammiccava sorridendo il grande horseman che aveva infranto per primo la barriera delle 1.000 vittorie sia in sella che in veste da allenatore, in anni in cui le corse non erano così numerose come oggi. E ricordavava Bollow:”Io ho vinto la “corsa delle corse”quattro volte: nel 1953 con Allasch, nel 1954 con Kaliber, nel 1956 con Kilometer e nel 1962 con Herero: ed in ognuna di quelle occasioni s’è trattato di un’emozione e di una ridda di sensazioni indescrivibili. Poi, per vincere il Derby da allenatore, avevo dovuto aspettare il 1974, grazie a Marduk”.

Il titolare del Gestüt Wittekindshof, Hans Hugo Miebach, definisce la vittoria nel Derby per un turfista ‘la realizzazione del sogno di un’intera vita’, “e quando nel 2002 il mio Next Desert ha trionfato, la gioia di esserne sia l’allevatore che il proprietario mi aveva letteralmente sconvolto… In senso positivo, ovviamente, perché dietro quel successo sintetizzato dalle grandi capacità di Andreas Schütz al training e dalla genialità di Andrasch Starke in sella, alle spalle c’erano decenni di studio e pratica allevatori”.

La “colonna” #HeinzJentsch collaborava con l’uomo che sussurrava ai cavalli

Certo, personalmente cullo nella memoria quello che per me è stato fra il gigante per eccellenza del turf tedesco (e ricordo per quanti anni è venuto in vacanza a Merano…), ovvero Heinz Jentsch, l’uomo che ha dato un apporto notevole a tante griffes del turf: dallo Schlenderhan al Fährhof, tra l’altro plasmando fior di fantini e su tutti Peter Schiergen. Ricordo quando il Pirata diceva che a Baden Baden non si sarebbe potuto preparare un cavallo per il Derby. Ma ormai, dopo la vittoria di Osorio a Capannelle, era troppo tardi, per ”rinfacciarlo” al Maestro: Jentsch, che aveva inanellato vittorie sulle piste di tutto il mondo, fino ad un certo punto era rimasto a secco sul traguardo del Derby, al punto che l’aveva soprannominato “la corsa più pazza del mondo”. Ma questo signore (somigliante un po’ all’attore Curd Jürgens, lo ricordate?) dal 1969 (Don Giovanni) al 1994 (Laroche) avrebbe vinto ben otto edizioni della classicissima di Amburgo.

Solo un trainer, nella lunga storia del Derby tedesco, ha saputo fare meglio di Heinz Jentsch:
George Arnull, con nove vittorie, tutte per le insegne dello Schlenderhan, che di Derby ne ha vinti ben 18, di cui l’ultimo nel 2009 con Wiener Walzer. Fa bene al cuore, parlando anche con la gente comune tedesca, prendere atto che in Germania la storia del Nastro Azzurro non è solo la storia della razza equina più importante, quella dell’allevamento del purosangue tedesco, ma è anche un pezzo di “storia e vita culturale” della Nazione. Nonostante i disastrosi esiti di due guerre mondiali, il Derby è sopravvissuto, e per ben 5 volte era stato costretto a migrare dalla sua prima e naturale sede: passando da Hamburg-Horn nel 1919 a Berlin-Grunewald, e nel 1943 e 1944 a Berlino-Hoppegarten; quindi, nel 1946 a Monaco-Riem e l’anno successivo a Colonia-Weidenpescher Park. Ma Amburgo è la casa naturale di questa gara incomparabile che si disputa sempre ai primi di luglio.

Nelle foto Hein Bollow su Kaliber 1954 ad Amburgo e Heinz Jentsch con Peter Schiergen (a sx).

Ad Amburgo e giù, fino a Brema, quando si parla di Derby si ha quasi la sensazione di parlare di birra… Perché persino la gente che è taciturna diventa loquace, quando si tratta di parlare dei protagonisti del Derby-Meeting di Amburgo, e più di qualche volta ho sentito dire: “Ma lei non lo avverte questo profumo nell’aria? È il profumo del Derby!”. E allora, lasciamoci inebriare.

 

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#FrankieDettori: Stop! No allo Sceicco Joaan #AlThani Al Shaqab.

Nella foto Frankie Dettori in versione Al Thani.

 Frankie Dettori: Stop! Non sarà più il jockey abituale del team dello Sceicco Joaan Al Thani Al Shaqab.

di Giorgio Bergamaschi

La notizia già aleggiava ad inizio settimana. Cosa è accaduto, dunque, per promuovere questa separazione? Sembra che in futuro Frankie voglia concentrarsi maggiormente sui cavalli della scuderia di John Gosden. Il team dell’emiro del Qatar ha ridotto il numero dei propri effettivi sull’isola da 90 a 60 l’anno scorso, ed ora sta concentrando sempre più le attenzioni al di qua della Manica, in Francia, dove i cavalli in training sono già 80. Questo fattore, ovviamente, avrà anche provocato una riduzione dello stipendio del big jockey italiano e indotto Dettori a guardare altrove. Ad esempio in direzione di Gosden, l’uomo che nel momento più difficile del “ragazzo che sorride” lo aveva abbracciato professionalmente, affidandogli i suoi effettivi e così favorendo il ritorno di Frankienel Gotha dei fantini.

Andrasch Starke: 23 volte nel Deutsches Derby.

Nella foto sopra le monte del celebre fantino nel Derby du Amburgo.

di Giorgio Bergamaschi

La prossima domenica, Andrasch Starke nell’ IDEE 149. Deutsches Derby effettuerà la sua 23ma monta nel Nastro Azzurro, la “corsa delle corse”, che Andrash ha vinto per ben 7 volte, lanciato in primis da Andreas Schütz (figlio del mitico Bruno), poi andato ad operare ad Hong Kong.   All’ancor giovane professionista, che da anni è passato prima monta di Peter Schiergen, manca ancora una vittoria nel Derby tedesco, per eguagliare il record di 8 vittorie, ancora detenuto da Gerhard Streit seinen 23. Ritt im Blauen Band absolvieren. Sieben Mal hat er das Rennen gewonnen. Ein Sieg fehlt, um die historische Bestmarke von Gerhard Streit.

Mediamente, Starke in quanto a piazzamenti ha conseguito la quota di 5,1. I cavalli da lui interpretati erano andati alle gabbie con una quotazione di 107:10. E domenica anche Ecco potrebbe aggiungersi alla schiera, perché nel corso dell’ultimo anno le monte di Andrasch Starke hanno promosso un coefficiente di rendimento, una sorta di… “Starke Bonus” ‘più nel breve’ che non nel ‘lungo tempo’ del mercato delle scommesse.

Domenica sarà in sella a Ecco.

Ed ecco un’ulteriore sorpresa sul conto di Andrasch Starke, che domenica 8 sarà in sella al Schiergen Ecco. Il figlio di Maxios (appartenente allo Stall Hornoldendorf), mezzo fratello del vincitore della scorsa edizione Enjoy Vijay, alla luce della sagacia che Starke sa piazzare come un “asso” straordinario relativamente alla conoscenza “unica” dellas pista dell’Horner Moor, potrebbe operare un ulteriore miracolo con questo Ecco, che nelle Oppenheim-Union-Rennen è stato solo sesto, in scia a Weltstar, ed anche se si presenta al Derby come outsider, non si può assolutamente sottovalutare la chance dell’alfiere dell’ Asterblüte.

In anni recenti, Peter Schiergen ed il suo fantino hanno conquistato il Nastro Azzurro nel 2015 con Nutan, portando a 5 le vittorie del Biondino di Colonia nel Derby, in veste di trainer. Conoscendo Schiergen e Starke, potrebbe anche accadere che domenica, all’unisono, la coppia di Colonia possa dire, ma solo a seguito di un ulteriore successo: “Ecco, con lui finalmente il record di vittorie va a Starke (8, seppure condiviso con Gerhard Streit) come fantino, mentre io mi attesto a quota 6 come trainer…”.

#Zuccoli scrive a #Travaglio: “Ofelè fa el to mesté”, pasticciere (rivolto a #Travaglio) fa il tuo mestiere.

Da www.nelrossodelluovo.com

Lettera aperta di Carlo Zuccoli al Dr. Marco Travaglio, Direttore responsabile de Il Fatto Quotidiano.

Lei, scusi il mio Francese, ha pisciato fuori dal vaso a proposito di quanto ha scritto in materia di gambling (betting & gaming) nel Suo quotidiano articolo di fondo sul giornale da Lei diretto.

(03/07/2018 – 17:55)

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Egregio Dr. #Travaglio,

da anni sono un Suo fedele lettore, ma oggi, Martedì 03 Luglio 2018, Lei, scusi il mio Francese, ha pisciato fuori dal vaso a proposito di quanto ha scritto in materia di gambling (betting & gaming) nel Suo quotidiano articolo di fondo sul giornale da Lei diretto.

Lei scrive di piaga della ludopatia, di lobbies del gioco d’azzardo, della mega – evasione da 98 Miliardi di Euro dei concessionari delle slot – machines, della piovra dei biscazzieri che fino all’altro ieri faceva il bello e il cattivo tempo in Parlamento sotto ogni maggioranza, ottenendo licenze a go-go, sgravi fiscali, e poi il delirio continua.
Lei è un grande giornalista (lo ripeteva continuamente il Suo Maestro Cilindro detto Indro Montanelli), ma ha un gravissimo difetto, è supponente, molto supponente, è arrogante, molto arrogante, e non è capace di ascoltare, quando non conosce la materia, ma devo riconoscere che sono poche le materie che Lei ammette di non conoscere.
Cali le arie e legga quanto Le scrivo.
La premessa è un detto Milanese che probabilmente scriverò male: “Ofelè fa el to mesté”, pasticciere fa il tuo mestiere.
Vado con ordine e cerco di essere il più conciso possibile.

1) piaga delle Ludopatie

1) Piaga delle ludopatie. Le sfugge un concetto molto importante, Egregio Signor Pasticciere, e cioè che le ludopatie le ha create e le crea (se esistono) lo “Stato strozzino”, che impone il 31% di prelievo per la scommessa Vincente per il Totalizzatore Nazionale per le corse dei cavalli, quando la media mondiale è del 15% / 16%, che impone che le slot – machines restituiscano al giocatore il 70% dell’ingurgitato e che le VLT restituiscano al giocatore, causa i rotti rigiocati, tra il 60% e il 70% dell’ingurgitato, quando la media mondiale supera il 90% (nelle sperdute Isole Caraibiche si arriva anche al 95% e più e nessuno si “ammala”). Anni fa ho partecipato, in qualità di relatore, a una Conferenza organizzata dal Mef alla Scuola Superiore di Economia e di Finanza: era relatore anche Monsignor Hillary Franco, allora Capo della Diocesi di New York, che fece un intervento che è per me un faro, anzi il faro: “La Chiesa non è contraria al gambling (betting & gaming) se è fair, se è equo, se cioè lo Stato non “strozza” scommettitori e giocatori, per poi curarli nelle cliniche da € 1.000 al dì (altro vero scandalo). Le ultime parole le ho aggiunte io ora.

2) Le Lobbies del gioco d’azzardo.

2) Lobbies del gioco d’azzardo. Immagino si riferisca, in ordine alfabetico, a Lottomatica, Sisal e Snaitech, le prime due quotate in Borsa, una a New York e una a Milano: sa a quanto ammontano i debiti di questi concessionari? A oltre 12 Miliardi di Euro? E come hanno accumulato questi debiti? Elementare Watson (anzi Signor Pasticciere), partecipando ai Bandi per le concessioni proposte, in continuazione, dallo “Stato strozzino”.
Evasione da 98 Miliardi di Euro da parte dei concessionari delle slot – machines, condonata. Lei è al corrente di come lo Stato arrivò a quella cifra? Glielo spiego io con un esempio che riguarda le scommesse. Nel 2000 lo Stato, il Mef, decise d’incrementare il numero di sale corse da 329 (che facevano 10 o 20 volte il movimento che fanno ora in 10.000 e nessuno si “ammalava”), e i concessionari si “picchiarono” per partecipare a quel Bando, ma la Sogei, Società tremenda, la vera piaga del gambling (betting & gaming) in Italia, non fu in grado di collegare le 1.000 sale corse che, dopo aver pagato somme enormi per le concessioni, non potevano lavorare. Cause, arbitrati, lodi e perdita da parte dello Stato di centinaia di Milioni di Euro quali danni causati ai concessionari. Per le slot – machines è successa la stessa, identica, cosa. La Sogei doveva collegare, in un amen, da zero, 400.000 slot – machines. Ritardi pazzeschi e alcuni concessionari hanno lavorato non collegati, frodando lo Stato, per recuperare le cifre folli spese per assicurarsi le concessioni. Ma la frode non era di 98 Miliardi di Euro, perché c’è stato concorso dello Stato (Sogei) nel creare il danno come per le 1.000 sale corse. Lei è una persona intelligente: come avrebbero fatto quei 10 concessionari a pagare 9 Miliardi e 800 Milioni di Euro a testa? È come se lo Stato, per ipotetiche frodi del Suo giornale (è solo un esempio), dovute anche ai comportamenti dello Stato stesso, condannasse la Società editrice a pagare 9 Miliardi e 800 Milioni di Euro di multe: sareste in grado di adempiere all’obbligazione?

3) Licenze

3) Licenze a go – go. Trovo molto strano che Lei, che ha una cultura giuridica di primissimo ordine, confonda le licenze con le concessioni. Lo “Stato strozzino” ha obbligato e obbliga le Società, indebitate come Le ho spiegato più sopra, indebitandosi ulteriormente, a partecipare a quei Bandi “carissimi”, invitando “fortemente” le Banche creditrici a fare ulteriori esborsi, 4) E lo “Stato strozzino” o, meglio molti Comuni, “istigati” dallo “Stato strozzino”, impediscono ai concessionari di lavorare: è al corrente che in molte città d’Italia le sale corse, durante la disputa delle corse dei cavalli e delle partite di calcio, devono restare chiuse? Altri danni pesantissimi ai concessionari, che per le concessioni, hanno pagate cifre folli, sempre “istigati” dallo “Stato strozzino”.

Ha capito, egregio ed illustre Ofelè, dove sta il problema?
Non faccia come l’altro Ofelè, il Dr. Beppe Severgnini, insopportabile, che una volta a Otto e Mezzo, non contrastato da nessuno, ha affermato che gli Italiani hanno giocato e scommesso nell’anno 2016 una cifra spaventosa, che poteva essere utilizzata per scuole, ospedali e altre opere pubbliche.
Dimenticava il Dr. Severgnini, ripeto, insopportabile, per supponenze e arroganza, che esiste l’effetto churn, volano, e che gli Italiani non hanno tirato fuori dalle loro tasche quelle cifre, ma solo una minima parte di esse.
Si dia da fare, Lei che in TV può tutto o quasi, per organizzare un bel dibattito in materia di gambling (betting & gaming), però m’inviti e gli Italiani incominceranno a capire chi “ciurla nel manico” (si faccia spiegare questa espressione Comasca).
Se lo desidera Le posso mandare il mio CV e Le assicuro che nel mondo intero in pochi quel CV lo eguagliano e forse nessuno lo supera: scusi la modestia.
Suo

Carlo Zuccoli

P. S. Si ricordi che in tutti gli stadi del mondo i bookmakers fanno pubblicità, ma le quote che i loro analisti e odds – compilers propongono agli scommettitori sono fair e nessuno si “ammala”.
E il mercato delle scommesse a quota fissa per le corse dei cavalli non è regolamentato da nessuna Sogei, che a nome e per conto dello “Stato strozzino” affama gli scommettitori, vietando di applicare le regole del mercato mobiliare e la contrattualistica, che da quel mercato mutua il tutto.
Lei, che ripeto è un insigne giurista, studi la materia e poi ne riparliamo.
Le ho già scritto, senza ottenere risposta, of course, circa la pratica “Parnasi – Roma Calcio – Stadio – Unicredito – Di Benedetto – Pallotta”: quando vuole, ma deve calare le arie anche per questa occasione, ne parliamo diffusamente, anche in TV e anche lì gli Italiani capiranno chi “ciurla nel manico”.

 

 

 

 

– 3 Deutsches Derby : Star Max un povero ricco.

Manfred Ostermann, Titolare del Gestüt Ittlingen (scuderia)e del Gestüt Hof Ittlingen (allevamento).jpg

Nella foto Manfred Ostermann con il suo staff

di Giorgio Bergamaschi

Dagli Usa all’Europa è una generazione debole.

La Germania è un Paese molto particolare, certamente diverso dal resto d’Europa. Anche ippicamente… Siamo ormai oltre la metà della “settimana sacra” della Hansestadt, dove all’Horner Moor si corre il Derby tedesco. Come in tutti gli altri, anche ogni derby teutonico ha(ci deve essere) il suo perdente, il grande e inconsolabile outsider, il “soggetto senza speranza”. Questa 149sima edizione, però, è ancora più singolare, più… strana delle altre. Sì, perché l’estremo outsider, il soggetto meno accreditato non viene da un piccolo team, da un quartiere ippico che rappresenta solo se stesso, ma nientemeno che dal… Presidente dei Proprietari di cavalli tedeschi! Si tratta di Manfred Ostermann, che i meno giovani ricordano come allevatore ed proprietario del mitico Lando. La sua azienda è sostanzialmente un immenso mobilificio, da cui escono mobili sia umili che di assoluto pregio, per arredare perfino le corti regali.

Anche la cognata di Manfred Ostermann è proprietaria, Carde Ostermann Richter, e la sua giubba pone l’azzurro in luogo del rosso (la fascia verticale, i bracciali e la toque). La moglie del fratello di Manfred ha vissuto qualche annata di straordinaria notorietà ippica, legata al globetrotter Paolini. La sorella di Manfred, Jeannette, ha sempre vissuto a tutto tondo l’attività ippica della famiglia.

Domenica, i colori bianco-rosso dell’Ittlingen saranno rappresentati da Star Max, un soggetto che ha promesso molto ma, sin qui, ha ,mantenuto ben poco. Al punto che i book lo danno come estremo outsider. E allora, perché corre? Vale la pena ascoltare dalle parole di Ostermann la risposta più attendibile, che ha rilasciato ad un quotidiano del Gruppo editoriale von Schubert:”In ogni test mattutino di una certa importanza vola: questo 3 anni si è dimostrato sempre almeno di tre categorie superiore, rispetto a quanto poi faceva vedere in corsa”.

E sintetizza Ostermann: ” Innanzitutto, desidero non essere frainteso, perché non vorrei mai che qualche collega si offendesse per una mia dichiarazione… E però, ritengo che siamo alle prese con una generazione… un po’ deboluccia “. Sorride, Herr Ittlingen, e poi allarga le braccia, per farle ricadere verso le gambe,. E sorride, da quel gran signore che è, stringendosi un po’ nelle spalle: “E’ la natura, è… l’ordine delle cose… E’ il mistero della biologia. Insomma, è la vita”.

Amburgo sabato: Mehl Mülhens Trophy, trial in vista delle #Oaks di Düsseldorf.

Nella foto Sword Peinture sulla strada del Preis der Diana, le Oaks tedesche.

di Giorgio Bergamaschi

Prima le Signore, prego… E così, ad Amburgo, alla vigilia dell’Idee 149° Deutsches Derby, andrà in scena un importante trial per il Derby rosa. Si tratta del Mehl Mülhens Trophy (Gr. III, m. 2.200, 55.000 €), clou del convegno che precede il Derby day. Al via della pattern sono previste 9 femmine di 3 anni, le migliori delle quali andranno ad aggiungersi alle altre, frutto delle “scremate” precedenti in vista della classica di Düsseldorf, l’Henkel Preis der Diana che si disputerà la prima domenica di agosto al Grafenberg.

L’anno scorso, questa prova che nobilita la vigilia del Nastro Azzurro tedesco ha dimostrato di essere la corsa “perfetta” in prospettiva Düsseldorf, quando in retta Lacazar, erede di Eagle Flight, iniziava il suo gran volo verso il traguardo. Allora, sugli scudi era finito il sagace trainer della 3 anni, Peter Schiergen, che sabato sarà l’illustre assente del clou.

Il Biondino di Colonia lascia dunque spazio e motivi all’amico/nemico di sempre, Andy Wöhler, che all’Horner Moor lancerà due sue pupille e, verosimilmente, i favori del pronostico andranno proprio alla coppia di puledre proveniente da Gütersloh: in sella a Go Rose sale il raffinato panamense Eduardo Pedroza, ma non è detto che sia Go Rose la favoritissima del campo, perché la compagna di training Sword Peinture (Jozef Bojko) nel trial di del 19 maggio a Dusseldorf era stata battuta, ma dopo lotta assai vivace, dalla von Ullmann Well Timed, “punta” di Jean Pierre Carvalho in prospettiva Henkel Preis der Diana. Già, qualche settimana dopo, Well Timed era andata a vincere a Berlino Hoppegarten il Soldier-Hollow Diana Trial (Gr.II) , di fatto venendo incoronata quale prima favorita per le Oaks tedesche di agosto.

Henk Grewe e Markus Klug sabato presenteranno un… tridente a testa. Per Grewe saranno al via Taraja (Bauyrzhan Murzabayev), che nel Diana Trial di Hoppegarten era finita seconda, rinvenendo forte in scia a Well Timed. Tuttavia, la figlia di Chaparral non è iscritta al Preis der Diana. Verrà supplementata? Lo sapremo solo sabato sera, dopo la corsa. La situazione è diversa per la compagna Cheshmeh (Clement Lecoeuvre) , terza ad Hoppegarten e già forte di iscrizione alla classica. Il terzetto di Grewe si completa con Night of England (Filip Minarik).

Dina (Markus Klug trainer) favorita nel trial di sabato.

Markus Klug lancia in primis Dina (Adrie de Vries) puntando seriamente alla vittoria. La portacolori del Gestüt Röttgen è piaciuta a Baden-Baden nel Baden Badener Kronimus Diana Trial (LR.), poi ha cambiato proprietà (Masha), ceduta per 450.000 euro. La seconda punta di Klug è Wackere (Martin Seidl), quindi Enissa (Maxim Pecheur), sostanzialmente entrambe due outsider. Il campo si completa con l’allieva di Andy Suborics Wonder of Lips (Alexander Pietsch), che viene dal quinto posto nelle Oaks d’Italia (Gr.II) vinte dalla Wöhler Sand Zabeel.

#Riabilitazioneequestre (#ippoterapia): il #CentroVittoriodiCapua di #Niguarda.

Nella foto il servizio su Liberoquotidiano

Redazione

Il servizio integrale apparso su Liberoquotidiano il 3 luglio 2018

La mascotte si chiama Pasqualino, ed è un be cavallo di razza Fiord Norvegese. É quello più amato dagli oltre cento bimbi che frequentano il Centro di riabilitazione equestre Vittorio di Capua di Niguarda, il più importante della Lombardia.

Parlare di riabilitazione equestre non è mai abbastanza. Ancora oggi, dopo che è stata introdotta in Italia da Daniela Nicolas-Citterio negli anni settanta, un medico e psicologo francese che ha fornito un notevole impulso alla diffusione e al corretto uso del cavallo in medicina, anche attraverso l’Associazione Nazionale Italiana per la Riabilitazione Equestre, non tutti sono al corrente dei benefici che possono derivare da questa particolare terapia che fu introdotta in campo medico nel 1953 dal neuropsichiatra americano #BorisLevinson.

<Nella riabilitazione equestre – spiega la psicologa del centro, dottoressa Michela Riceputi – il cavallo assume un ruolo di mediatore nella relazione tra il paziente e il terapista, dato che il movimento del cavallo al passo, riproduce la corretta deambulazione. Il cavallo in questa dimensione favorisce il lavoro terapeutico anche nell’area psichico relazionale>. La riabilitazione equestre, agisce tra le varie patologie sui disturbi pervasivi dello sviluppo come ad esempio l’autismo, sulle paralisi celebrali infantili, la sindrome di Down e sulle sindromi genetiche.

Come usufruire del servizio.

<Per usufruire dei servizi del centro – prosegue la dottoressa Riceputi – è necessario essere inseriti nella Lista di Segnalazione del servizio. Successivamente i medici del centro valuteranno l’idoneità alla terapia. E al momento opportuno daranno il via all’intervento terapeutico, su indicazione medica.

Sette cavalli a disposizione degli utenti.

Sette i cavalli a disposizione del centro tutti acquistati direttamente dal Vittorio di Capua: Nilo, Birbante, Winter, Giove, Ledy, Adelina, e Pasqualino. Sono soggetti che prima di entrare a far parte dell’”equipe equina”, sono sottoposti a un esame che ne valuta l’affidabilità e le caratteristiche comportamentali specifiche. Successivamente vengono addestrati da operatori specializzati.

il Centro dipende da #Assp-GrandeOspedaleMetropolitanodiNiguarda

Il Vittorio di Capua dipende dal reparto di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza della #Assp-GrandeOspedaleMetropolitanodiNiguarda di cui è direttore il dottor #RobertoVaccari, e coordinatrice ospedaliera la dottoressa #PamelaFrigerio. La struttura esiste dal 1981 ed è composta da due neuro psichiatri infantili responsabili di ogni progetto riabilitativo, un terapista per la riabilitazione psichiatrica, due neuro psicomotricisti dell’età evolutiva, quattro coordinatori dell’animale, un amministrativo, due terapiste occupazionali, uno psicologo. Sono in parte ospedalieri, e in parte forniti dall’Associazione #AmicidelCentroVittoriodiCapuaOnlus, di cui è presidente Ludovico Doria Lamba.

Gli #AmicidelCentroVittoriodiCapuaOnlus

<L’associazione ha un ruolo chiave nel “Vittorio di Capua” – ci spiega #PaoloDanielutti, che ne è il vice presidente -. É nata nel 2002 ed è iscritta nel Registro del Volontariato della Regione Lombardia. Il nostro scopo è contribuire alla continuità terapeutica del centro, operando sia in termini di volontariato, sia per la raccolta fondi. Il nostro sponsor principale sono I “#BambinidelleFate”, la fondazione creata da #FrancoAntonello. Inoltre Bisogna considerare – prosegue Danielutti – che una volta smesso il ciclo terapeutico i bimbi smettono di frequentare il centro, con immenso dispiacere anche dei genitori. É per questo che abbiamo messo in campo attività complementari per non lasciare che genitori e figli fossero dispersi>. Infine, #PaoloDanielutti con la Onlus ha varato il progetto “Semi per crescere insieme” in cui su un area messa a disposizione dal centro stesso, i ragazzi possono coltivare tutto quello che serve per l’alimentazione dei cavalli. In particolare le mele di cui sono ghiotti.

– 4 Deutsches Derby: nessuna supplementazione – Andrea Atzeni invece di Demuro su Jimmu.

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 Markus Klug, dopo l'estrazione  dei numeri di gabbia ieri sera al Casinò Esplanade.jpg
Nella foto in alto il campo definitivo dei partenti. Qui sopra Markus Klug dopo l’estrazione dei numeri di partenza.

di Giorgio Bergamaschi

L’ultima notizia che lunedì sera era rimbalza da Amburgo è questa: nel 149° Idee Derby nessun soggetto straniero o tedesco era stato supplementato, mentre dal campo dei probabili sortiva High Noon. Quindi, neppure l’annunciata coppia di John Quinn tenterà l’assalto all’Horner Moor da Oltremanica, come era invece stato ventilato e creduto sino alla scorsa domenica.

A questo punto, cancellati quasi una decina di nomi probabili, il tabellone ha assunto un assetto definitivo, con 14 pretendenti alla corsa faro dell’ippica tedesca, che andrà in scena domenica 8 luglio. Questa classica per 3 anni sui 2400 m. avrà una dotazione di 750.000 € e, sin da ieri sera, si può affermare che lo schieramento è quello definitivo, così come anche i nomi dei fantini ingaggiati (e che sarà confermato alla dichiarazione dei partenti). Il nome del favorito è suggestivo, si tratta di Royal Youmzain e, benché onorato del N° 1 di copertino, all’estrazione avvenuta al Casinò Esplanade gli è toccata in sorte la gabbia N° 13, dunque all’esterno di tutti (era da vedere la faccia di Andreas Wőhler…). Naturalmente, il controfavorito è il vincitore delle Union Oppenheim Rennen, il Rőttgen Weltstar, che ha avuto in sorte lo stallo N° 6. Nelle ultime due edizioni, il vincitore (Windstoß, Isfahan) al via del Nastro Azzurro tedesco aveva occupato lo stallo N° 11, che nell’occasione è stato assegnato dal sorteggio a Chimney Rock. All’esterno del favorito, invece, con il 14 si troverà Aldenham.

Resta da dire di qualche variazione di monta, e poi – prima di buttarci sul listone con i numeri di starting stall – sui nomi dei trainer in lizza nel Derby. Ad Amburgo sembrava cosa fatta circa l’ingaggio di Mirco Demuro per il grigio Jimmu: invece, Mirkissimo ha dovuto declinare l’impegno ed Henk Grewe perb il suo specialista del pesante ha trovato un altro “geniale italiano”, Andrea Atzeni.

OGGI AD AMBURGO: Grosser Preis von Lotto Hamburg, Gr. III

All’Hamburg-Horn si attende con curiosità un’altra corsa di gruppo, il Großer Preis von Lotto Hamburg (Gr.III) sui 2000 metri, che si correrà nel convegno di giovedì, per il quale sono previsti 8 partenti. Si presenterà al via con i favori del pronostico l’allievo di Andreas Wöhler, Va Bank. Questo figlio di Archipenko ha effettuato il suo apprezzatissimo comeback a Baden Baden nel 40° Badener Meile, il Gr. II vinto dall’inglese Stormy Antarctic, dietro al quale il rientrante Va Bank aveva compiuto una performance maiuscola, essendo al rientro…

Ad Iffezheim Va Bank, nonostante una condizione non ancora al top, aveva preceduto eccellenti soggetti, quali i vincitori di gruppo Palace Prince ma anche Degas, il laureato del precedente Großer Preis der Wirtschaft (Gr- III) al Grafenberg di Dortmund. Giovedì, l’allievo dell’omino di Brema, che avrà in sella il fantino (e modello) Eddy Pedroza, dovrà superare l’esame del Park Wiedinger Devastar.

Quest’ultimo, portacolori del Gestüt Park Wiedingen di Helmuth von Fink (della famiglia bavarese dei banchieri della Merk Fink &. Co), avrà in sella l’evergreen Adrie De Vries, uno dei tète de liste della graduatoria tedesca, che ad Amburgo ha già messo in carniere due listed. Devastar è allenato dalla rivelazione Markus Klug il quale, ogni qualvolta è libero, affida i suoi cavalli migliori all’Olandese Volante… Il champion-trainer in corsa presenterà anche Northsea Star (Maxim Pecheur) e Fosun (Martin Seidl).

Gli altri aspiranti all’alloro di giovedì sono il campione uscente Matchwinner, allenato da Marian Falk Weißmeier ( Fabian Xavier Weißmeier), quindi Itobo (Marco Casamento) per Hans-Jürgen Gröschel ed infine per Henk Grewe sarà al via Sky Full Of Stars (Antoine Hamelin). Qui, invece, c’è un supplementato: si tratta di Sound Check, in rappresentanza della forma di Peter Schiergen, ovviamente con Andrasch Starke in sella.

 

 

 

– 5 al Deutsches Derby 2018.

Nelle foto la partenza del Derby di alcuni anni fa e il vincitore del 2012 Pastorius.

di Giorgio Bergamaschi

Negli ultimi anni, alle gabbie dell’Horner Moor non si sono mai presentati più di 20 aspiranti (numero massimo consentito) al Nastro Azzurro. E domenica 8 luglio al via dell’ IDEE 149. Deutsches Derby i partenti saranno solamente 14, come nell’edizione del 2012, vinta da Pastorius, che era stata un po’ avvilita da qualche ritiro. Ma pensate che nel 2005, anno della vittoria di Nicaron, il campo aveva raggiunto a fatica le 12 unità. Ma in un paio di edizioni, e precisamente nel 1964 e nel 1968, al via del Nastro Azzurro s’erano presentati soltanto 11 3 anni.

Ieri sera al Casinò della Hansestadt, il sorteggio dei numeri di steccato.

Ieri sera, nella bella cornice del Casinò della Hansestadt, all’Esplanade verranno sorteggiati i numeri di steccato degli aspiranti al Derby, nel corso della tradizionale serata che da decenni riunisce il turf teutonico. A chi verrà assegnato  lo startbox più fortunato? Dal 2007 al 2017, per quattro volte ha vinto il Nastro azzurro l’assegnatario della gabbia N° 15 e tra questi Pastorius, Lucky Speed e Sea the Moon. Ma… Ma quest’anno la dea bendata non potrà assecondare alcuno tra proprietari, allevatori, allenatori e fantini, perché i partenti saranno solo 14.

Amburgo - la partenza del Derby

Deauville: il “Bois” (Gr 3 mt 1000 per femmine di 2 anni) alle battutissime di Ascot.

Nelle foto la sfortunata figlia di Bungle Intheiungle
BUNGLE INTHEJUNGLE

di Giorgio Bergamaschi

Deauville –  Oggi, nella prova di centro sulla pista della Toque, si collocava il Prix du Bois, Gr. 3 sui 1000 metri per 2 anni, dotato di 80.000 euro. Nella corsa in cui s’attendeva Ross, gli inglesi hanno inviato un terribile terzetto, e anche dall’Asterblüte di Colonia Peter Schiergen lanciava Rope a Dope, disarmante vincitrice a Baden del BBAG Badener Jugendpreis. La fiducia di Schiergen è stata però sgretolata prima dal mancato arrivo di Andrasch Starke, rimasto bloccato con l’auto a Stau (a 200 km da Deauville); sostituito da Maurice Veron, il Biondino s’è presto fatto terreo, però. Perché in corsa, proprio a metà retta  – mentre  la figlia di Bungle Inthejungle si stava lanciando su un terzetto di ospiti britanniche che iniziavano a muovere verso il traguardo – Veron ha iniziato inspiegabilmente a rallentare.

Rope a Dope

Al jockey francese si gira la sella e la tedesca Rope a Dope, arriva rallentata.

Contro la volontà della cavalla, perché sulla schiena della due anni si stava girando la sella. Mentre la tedesca concludeva ottava, rallentata, in avanguardia s’era accesa una lotta a tre, appunto fra le britanniche Little Kim di Karl Burkes, Chelsea Cloisters allenata da Wesley Ward e Shumookhi di Archie Watson, che hanno fatto piazza pulita delle avversarie. Le tre finite in lotta a Deauville, solo due settimane fa si erano incontrate nelle Queen Anne Stakes, finendo nona, undicesima e decima. Oggi hanno sbaragliato un campo che non le valeva. La vittoria dell’inglese ha pagato 70:10.