Winx rientra e vince la sua 26ma corsa consecutiva, infrangendo il record di Black Caviar

 

Redazione Chavalier

Winx, la formidabile femmina allenata da Chris Waller, infrange uno dopo l’altro ogni record. Sabato, a Randwick, la figlia di Street Cry è rientrata dopo quattro mesi di pausa in un impegno pubblico, portando a casa la sua 26ma, disarmante vittoria.

L’occasione del rientro di Winx è venuta nelle Winx Stakes – ovvero le ex Warwick Stakes che quest’anno hanno preso il nome della campionessa australiana, per onorarla e celebrare in modo speciale per questa sua réntrée sui 1400 metri, in cui incontrava la possibilità di stabilire un nuovo record per il turf australiano. La sua quota era di 12.5:10.

La 7 anni, montata dal suo partner abituale Hugh Bowman, fino all’uscita della curva stava solo aspettando d’essere ben dritta, per prendere corsia esterna e quindi lanciarsi in una folgorante progressione, esplosa a 120 metri dal palo con un parziale da brivido, arrembando sulle prime, affiancando il leader ed in breve staccarlo di due lunghezze. Il tutto, svolto con una nonchalance impressionante lasciando chockato Invictus Prince che, affiancato e superato da Winx, dava quasi l’impressione d’essere fermo, tanto lo “sgancio” della campionessa è stato folgorante anzi brutale. Ora, il suo tetto di vincite ammonta a 19 milioni di dollari australiani. Winx, con questo rientro, ha infranto il record precedente che spettava ad un’altra bellissima femmina australiana, Black Caviar (nata proprio 12 anni fa, lo scorso sabato), il cui record personale non aveva superato le 25 vittorie consecutive.

 

Vai alla corsa: https://www.facebook.com/horseracingnation/videos/546166105823065/UzpfSTEwMDAwNzQzNDYxNTE4MjoyMTMxNDU2MDQwNDQ1NTI5/?id=100007434615182

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Il “piano” saluta Merano con belle corse e il debutto dei purosangue arabi sulla pista di Maia.

Nelle foto le tribune gremite dell’ippodromo e una veduta della pista

di  Giorgio Bergamaschi

Merano celebra con un cross l’ultima carica di cavalleria della Storia, con un sorriso grato a Pio Bruni, che ha appena spento le 100 candeline  

Merano – L’ippica che ammalia e diverte in riva al Passirio non finisce mai di stupire, di attirare nuove attenzioni e di raccogliere consensi. Programmi divertenti, soggetti di buona caratura, specialità differenziate. Così che proprio in virtù di tanta varietà d’offerta, a fine convegno da Maia si torna a casa (o in albergo) accaldati, ma mai stanchi, soddisfatti, mai appesantiti…

È l’antica magìa che si rinnova: Merano e il suo ippodromo non conoscono l’insensibilità, l’avarizia, l’apartheid di un settore che altrove spesso arricciava il naso. Oggi il naso lo si può arricciare anche quassù, ma solo per rispondere all’espressione di occhi gioiosi, con cui l’olfatto fa pendant perché riconosce i profumi veri e buoni: anzi, le essenze di pregio. E Merano, scusate l’insistenza, ha sempre profumato di buono: perfino quando la politica ingombrante vi piazzava uomini-tampone, presidenti pro forma… Ma bisogna comprendere. E perdonare: come sanno fare i grandi di cuore. Perché in questo “Anno I° ”della Maia liberata finalmente vediamo un’Amministrazione comunale sensibile, Assessori che contribuiscono e non ingombrano; e poi una Provincia che, al pari del Comune, “crede in Maia” ed “in Maia investe”. Un esempio su tutti?

Osservate il traguardo, che possiamo ridefinire anche così: “Punto d’arrivo di un trend provinciale”, ma anche “sintesi di una promozione turistica che si fa bandiera internazionale”. E questo, scusate se è poco, inorgoglisce tutti, perché significa che una fascia sempre più larga di operatori, appassionati, sportivi e amanti del bello stanno tornando in quest’oasi straordinaria, in quest’ippodromo-giardino che sta alla sua città–giardino come la bellezza alpina sta a questa conca di insuperabile attrazione.

A Maia s’affacciano i cavalli arabi: una prémière da non perdere

E veniamo alla giornata di domenica che, guarda caso, sciorina altre novità… annunciate un paio di mesi fa. Certo, ma ora tradotte in realtà anzi in cartellone domenicale. Calcheranno la pista di Maia i purosangue arabi, quelli che (anche per manifestazioni legate al trekking) lo Sceicco #MohamedbinRashidAlMaktoum (già, proprio quello di #Godolphin) sta portando nel mondo, avendo realizzato in casa (Dubai) strutture ippiche divenute “cattedrali” dell’ippica, autentiche oasi con tanto di programmi sontuosi e corse tra le più ricche al mondo. Tutto era iniziato circa tre lustri or sono nella terra di San Francesco, con “Nakeel Umbria”, e quest’anno un’importante tappa è andata in scena in Toscana, con la Gazzetta dello Sport che pareva tornata ai fasti d’un tempo, quando Gianoli &C gestivano ampi spazi quotidiani dedicati agli sport equestri ed all’ippica in generale, mentre ora quotidianamente se ne intravede (male) solo un… francobollo.

Prima di entrare nel dettaglio delle corse, alcune precisazioni: il purosangue inglese deriva da tre stalloni base, di cui due arabi ed un berbero. “Il cavallo del deserto” ha inciso profondamente nel far “voltare pagina ai canoni d’estetica”. Perché prima il cavallo “bello per eccellenza” era soprattutto il Kladruber (grigio o nero), dal profilo montonino: in tedesco, Rahmkopf. Poi, ecco il cavallo arabo, la sua forte incidenza negli incroci ricavati con fattrici (anche galiziane) continentali fino a dare al nuovo modello estetico (il purosangue inglese) le caratteristiche provenienti dall’arabo; fronte larga, orecchie corte e diritte, giunture in proporzione ovvero brevi, groppa corta e dritta, raramente insellata. Ricordiamo che quest’inverno, durante una vacanza in Dubai, #GiovanniMartone e sua figlia Clara hanno allacciato i primi rapporti con quel mondo, per portare anche a Maia le corse per arabi già presentate in Sardegna ed in Toscana, così come a Roma e Milano.

Per questa prémière ci affidiamo allo chaperon dell’informazione di Merano Galoppo, che in una nota annuncia Manou Taouy e Alwaadi, una coppia di bella espressione agonistica dai pedigree selezionatissimi e atleti di buon livello che si pongono in evidenza in una… come ama definirla #Manigrasso, “gerarchia non ancora definita”. Da questi due soggetti dai nomi che evocano i grandi cavalieri del deserto, eccoci a quelli ben più occidentali, quale Luppolo Bosana. Nell’evento sistemato in coda al convegno, ecco farsi luce Burkan al Khaledia ma anche Djebel de la Roque, quindi Kakswan e Rammas al Khaledia, che battono colori polacchi.

Ed ora, le corse usuali nel teatro di Maia. Partiamo da una poule per siepisti (3 anni, ovviamente), con belle lame che ambiscono al Premio Bi-Elle, acronimo che sintetizza la “griffe” di Luca Bruschi, il professionista che ha ereditato (e meritato) di vestire fantini e cavalieri dopo l’uscita di scena della mitica signora Pellegrini, nel cui atelier milanese era quotidiano il viavai di proprietari e allenatori che sceglievano nylon e sete per le loro giubbe di scuderia.

Si continua con gli ostacoli, mixati con splendide volate in piano

Nella poule “premiata” da Luca Bruschi s’attende la coppia Leonardo da Vinci – Mensch, già a segno entrambi sul traguardo di Maia. Ancora dolorante Raf Romano, rivedremo in sella i due attori della domenica trionfale di Raf: Kousek e Pastouszka Contraltari alla coppia di Romano un ex transalpino, Andoins (pure lui “prelevato” alla corte di Macaire) ed il cèko King Heart, specialista di bella espressione, che dovrà vedersela anche con il crescente Forman e i soprattutto la coppia di Favero.

Come detto sopra, si ricorda anche la presenza di Savoia Cavalleria a Merano, dal 1957 (dopo aver lasciato la caserma di via Vincenzo Monti, a Milano), sino agli anni Novanta (poi spostata a Grosseto in un modo che ancora ferisce il cuore). Tutti in pista domenica, anche per sostenere la passione feroce del “centenario” #PioBruni: il quale sarà sicuramente nella sua bella casa meneghina, ma certo gradirà sapere che tutti lo ricorderemo con affetto per quanto ha dato all’ippica sia per quanto ha fatto al timone dell’ippica, sia per quanto espresso dai suoi campioni della Razza di Vedano, magnificata non solo in ostacoli ma anche in piano da quel Veio che aveva subìto uno scambio di passaporto, e che #GianfrancoDettori aveva tanto meravigliosamente montato negli anni ’70 nei gran premi per gli stayer. E allora, applaudiamo questi crossisti che “caricheranno” all’insegna della memoria. Perché questo cross ricorda proprio l’ultima carica di cavalleria della storia, operata eroicamente dal Savoia nella campagna di Russia. In questo Premio Carica di #Isbunschenskij spiccano Le Mulleau e Kitano; c’è anche Tequila Tango che si sta facendo le ossa nella specialità e tra gli altri Lost Monarch e Monte Pelmo, con l’interessante Ermetico impegnato a “non” farsi leggere più di tanto, per poter piazzare il colpaccio a sorpresa.

Dulcis in fundo, l’ultimo accenno alle volate dei professionisti del piano

Le cravaches del piano salutano il pubblico che da fine luglio alla terza settimana d’agosto li accoglie per applaudirli nelle loro brillanti e rapinose “invenzioni in sella”: uomini che vibrano assieme al cavallo in un’esplosione di nervi, muscoli e istinti che ne ha fatto “relatori simbiotici” del cavallo. Il saluto è con i baby impegnati in un nursery, il Premio Ribot, che per l’altisonanza del nome dovrà diventare Criterium di Merano ma che domenica sarà solo una condizionata per maiden sui 1500 (le partite migliori, quelle più pingui, sono già state giocate: vedasi la dormelliana Lamaire): l’augurio ad ognuno dei contendenti è proprio quello di lasciare Merano, per avviarsi ad una carriera ricca di altrettante (16) vittorie, conseguite da Ribot: così da concludere da imbattuto, con il fregio di un doppio centro nell’Arco di Trionfo, come seppe fare il figlio di #Tenerani e Romanella sia a 3 che a 4 anni. E poi, al primo anno da razzatore, fare le consegne al figlio Molvedo, cresciuto sui prati della #RazzaTicino di casa Verga e anche lui primattore del Grand Prix de l’#ArcdeTriomphe.

In questo Premio #Ribot la premiata ditta Botti (training firmato da Alduino), lancia Armageddon e Soul Hunter, già più smaliziato. Poi, ecco Vabobos ma anche Mike of Jape con il team Migheli che ci prova con Tempus Ingannadu.

Sui 1600 del Premio Quellenhof – Luxury Resort Passaier, Yellowgreen e Cool Climate tenteranno il colpo gobbo, per fermare il lancio di Stundaiu, ma anche Ralli e l’alterno Southpark cercheranno l’inserimento nella lotta per la vittoria, nel vivo del rush a traguardo.

 

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Nella foto Pio Bruni, nella sua casa di via Cenaia dove il 12 agosto ha compiuto 100 anni. E’ l’ultimo sopravvissuto della celebre e ultima carica della cavalleria, quella di Savoia a #Isbunschenskij a cui è intitolato il cross di questa giornata di corse.

 

 

Il meeting di ferragosto. Merano galoppa e salta tra la folla di successo in successo.

di Giorgio Bergamaschi

All’oro del sole Maia ha risposto con il rosa, tra belle signore e cavalle bellicose, in un convegno bellamente al femminile. Sun Macia sigla l’EBF, e solo la “Fährhoferin” Conscious cerca l’aggancio Nell’Alpi un’amazzone dolce e terribile gabba i fantini e fa esplodere il suo Mychoon   Raf Romano accusa contrattura, è comunque successo per i Troger in siepi mentre sullo steeple la risposta di Casa Aichner è secca, tassativa e perentoria

Ferragosto rovente. Ma non di fuoco, nel senso del sole cocente. Caldo, sì, ma non insopportabile. Il primo, grande appuntamento di Maia è stato fin dall’avvio piacevole, scorrevole, rinfrescante: lo spirito. Che s’è giovato tantissimo delle note caratteristiche del contorno tirolese, di panorami incantati e incantevoli. E di tante donne belle ed eleganti su e giù per il parterre, al tondino, sulle tribune stipate (unica nota stonata, qualche… signore in bermuda, calzante l’infradito: orrendi!). Ma Voi, girate pure qua e là, da sud a nord, gli ippodromi della penisola, e ben difficilmente troverete convegni affollati come qui, a Maia, crocevia divertito e divertente di internazionalità fra turisti, protagonisti a quattro zampe oppure a due gambe. Quassù, le frequentazioni meranesi sono sempre internazionali e splendide. Appunto come lo è il genere femminile, che sempre ci travolge per bellezza, fascino, aura… Non per nulla “Qualcuno” ha reso tutto – o quasi – maschio e femmina . E Ferragosto non ha solo mostrato “la bellezza al femminile”, ma anche “i valori, la tenacia, la capacità”: sempre al femminile. Soprattutto in pista!

Puntuale lezione delle germaniche, con Sol Macia che fila in avanti e semina Conscious

Al centro del convegno c’era la listed intestata all’EBF, con buona rappresentanza tedesca (ha dato forfait solo la portacolori di Dietrich von Bőtticher) e le nostre con la Botti targata Rencati a sventolare il… verde di una giustificata speranza. È andata secondo il nostro pronostico, solo a posizioni invertite. Già, ancora una volta Conscious ha perso la partenza, mentre in sella a Son Macia “Il Sottile”, Fabio Branca, ha assunto l’iniziativa fin dalla sgabbiata, ha compiuto un breve elastico, quindi ha raccolto la femmina di Suborics e l’ha fatta galoppare in mano, pur trattandosi di una corsa di testa. L’inganno perpetrato ha sortito effetto, perché ben presto Dario Vargiu in sella a Sladina s’è accorto della falsa andatura imposta dalla leader, ma – imprigionato nelle maglie del gruppo – non ha deciso subito di prendere iniziativa andando a scandirsi lui il tempo migliore per la terza delle nostre Oaks manovrando per altre linee (interne od esterne…), ed ha lasciato fare, attendendo che si giungesse in retta d’arrivo.

Martin Seidl finalmente iniziava ad avere sotto la sella la Conscious capace di sfoderare classe e azione, ma appena dritta Sun Macia rispondendo a Branca che s’era fatto impercettibilmente sfilare le redini dalle dita allungava, e allungava, e allungava ancora per poi essere ripresa in mano poco dopo l’intersezione delle piste, così potendo rifiatare mentre Conscious – unica del drappello – inseguiva tenace però già anticipando un primo spunto. Ai 200 finali la bella ospite, rifiatato a dovere, appena pungolata da Branca ripartiva manco avesse ancora un bottone supplementare del turbo… che, inserito, faceva il vuoto con Conscious unica a saper tenere botta… Sì, ma a rispettosa distanza. E l’EBF terminava in promenade. Dietro Sun Macia e la portacolori di Jacobs, terza era Miss England, per un terzetto targato “De”.

“È una buona femmina, davvero molto buona “, commentava nel dopocorsa Fabio Branca, “che ha praticamente ripetuto il refrain che lei preferisce: prendere posizione immediatamente, viaggiare sul morso senza strafare, poi appena in retta – con occhi e cuore già sul traguardo – iniziare una oprogressione alternata ad elastici come punte di speed: è capace di farne anche tre, in splendida successione. Insomma, ho fatto il gentleman, in questa listed: perché mi sono proprio divertito!”.

Martin Seidl, dal canto suo, ha detto che “contro la vincitrice non c’era nulla da fare: è stata la migliore del campo e ci ha dominato con una classe che, sul terreno pesante, fa di lei un soggetto che può militare anche in Gr. I senza complessi. Conscious è stata un po’ lenta nelle fasi iniziali, in retta ha piazzato una buona progressione e mi è piaciuta, ma… Ma son Macia era imbattibile”. Sladina ha pagato pegno per non essersi liberata dalle maglie del gruppo, finendo dietro l’altra tedesca, quella meno titolata, Miss England, capace di arginare dietro di sé il resto di una compagnia incapace di arrembare sulle prime.

Il Premio delle Alpi pone sul trono una bella svizzera, Claudia Wendel

Ed eccoci al Premio delle Alpi, l’Handicap principale che promette – e sempre mantiene – un volatone mozzafiato sul miglio, in cui spesso agguerrite cravaches debbono mettersi il cuore in pace e rendere omaggio all’avversario di turno. Ma questa volta, tra i dieci contendenti in sella, tutti rigorosamente… “maschi”, s’è inserita una graziosa amazzone svizzera, Claudia Wendel, in sella al Mychoon di famiglia (lo allena il suo compagno, Jürg Langmeyer, bravissimo cavaliere e sagace preparatore.

Ebbene, in sella a questo “torello a lei ubbidiente come un… “mycho”, l’amazzone svizzera (ormai meranese d’adozione) in retta s’è districata fra le maglie del gruppo tenendo caricato a molla il suo morello che, dopo l’intersezione delle piste, ha sfoggiato un mezzo allungo, per poi esplodere nelle battute conclusive una fucilata che ha lasciato di sale gli avversari, tra i quali So You Zen arrivava appena alla sella di Mychoon, con Matey terzo per un collo, mentre ad oltre due lunghezze concludeva Trump’s Magic, il più scarico dei Gasparini ed anche il più vitale ed abile, a scrollarsi di dosso gli avversari, al momento di tentare l’arrembaggio ai primi.

Il pomeriggio iniziato con l’impegno degli amatori sui 1900 in pista piccola, e l’entusiasmo del pubblico subito esprimeva tifo acceso, incoraggiando il rush di bella fattura messo in campo da Davide Migliore in sella a Titanic Blond, fermo nel respingere il tentativo d’aggancio operato da Dream Spirit, che si lasciava in scia Mc Enro e Oak Bluffs.

Nessuna scossa particolare, se non la gioia in tutti, per dipiù allo stato puro, fino al quarto evento quando nel cross Raf Romano, dopo il secondo posto in sella ad Opaleo incapace di reagire al ritorno di All About Cossio, in retta non ha produceva accelerazione alcuna e s’adeguava in scia al vincitore che, sino in curva, aveva faticato a mettere in campo l’azione giusta, per raggiungere e demarrare Opaleo.

Subito dopo, Raf Romano a cavalli già in pista doveva abbandonare la sella di Live Your Life per una dolorosa contrattura dorso-lombare, così il favorito era affidato al giovane Pollioni. Al via della siepi dei 4 anni, Solar Walker compagno del Live da umile gregario se ne andava in avanti, seguito da Sternkranz ben tenuto d’occhio da Live Your Life lungo tutto il percorso…. Ma, usciti dalla seconda diagonale, il “gregario” proseguiva obbediente: di fronte effettuando un paio di allunghi per poi tornare ligio alla mano di Jiri Kousek; poi, quando il “capitano” rompeva gli indugi per accampare i suoi diritti di “numero 1”, Solar Walker già in curva… accusava improvvisa sordità e allungava, e allungava … rendendosi imprendibile al famiglio inseguitore. Doppietta sul traguardo per Christian Troger e Raf Romano, dunque, ma a ruoli invertiti, col primattore annunciato in ruolo di valletto. Al terzo posto Aeneas, quindi Sternkranz che aveva sempre mediato le parti, lungo il percorso, facendo da “ufficiale di collegamento” tra l’avanguardia e le retrovie: infine premiato dalla quarta moneta.

Nello steeple intestato a Crème Anglais, applaudita rinascita di Quick Davier, vincitore a 4 anni del Vanoni (Macaire il suo mèntore di allora) con tripudio ovvio del team, espanso per tutto il parterre e su per le tribune. È sempre molto bello poter applaudire un soggetto che si era perso di vista, ed ora riammirarlo in spolvero assoluto. Èstato un doppio d’entusiasmo per Troger e la sua équipe, in una corsa che aveva predetto… Martinstar, e invece ha rilanciato il Quick affidato a Dominik Pastuszka. Nulla da fareb per la torma d’avversari. Dalla piegata conclusiva, con lancio avviato all’arginello di curva, l’ex francese è esploso in bellezza e potenza, lasciando gli avversari a distacchi industriali, con il solo Morning Star impegnato a cercare forze e orgoglio residui, per guardare la lontano la fuga del prim’attore.

Sulle siepi del Sittnerhof, però, un po’ di dolce anche per i Troger, che grazie a Capivari e Treizor du Pilori imponevano con indiscussa autorità l’alt aglai avversari. Terzo Thaini, davanti a Chateudemailmaison.

S’archivia così un meraviglioso Ferragosto, e già si guarda alla prossima domenica, che dell’Assunta è splendente e interessante coda.

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Tutte le foto del meeting di Ferragosto

Il campione argentino Roman Russo per #BobBaffert.

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Qui sopra Roman Rosso (Roman Ruler vs Rose City da City West) in azione. Nel riquadro in alto la genealogia molto interessante in cui compare il campione Fusachi Pegasus

Redazione

L’allenatore top Bob Baffert riceverà un nuovo cavallo nella sua scuderia, un soggetto top di Gr1. Provenie dal Sud America e e non ha mai corso negli Stati Uniti. Si tratta di Roman Rosso, un argentino con più vittorie nel Gruppo 1 nel continente sud americano

Il cavallo è un 4 anni da Roman Ruler. A marzo ha vinto la sua terza corsa consecutiva di alto livello: il Gran Premio Latinoamericano sponsorizzato da Longines, una corsa disputata dopo un altra vittoria 10 giorni prima. Ha anche terminato il 2017 con la vittoria nel Gruppo 1 Nacional, una corsa di 2400 metri conducendo il gate-to-wire.

Il cavallo è ora di proprietà di Zaur Bifov, Roman Rosso iniziò originariamente a lavorare a Los Alamitos prima di trasferirsi a Del Mar da Baffert. 

“Si sta allenando bene. Sta diventando sempre più forte “, ha detto Baffert martedì al telefono. “È un bel cavallo. Vuole spesso allungare, ma lo stiamo lavorando come si deve. Si sta lentamente acclimatando. Non è un vero tipo di cavallo veloce, speriamo di dargli maggiore sprint”.