MERANO GRANDI FIRME, DAL 1935 I BIG DELL’OSTACOLISMO SI SFIDANO NEL GRAN PREMIO.
di Paolo Allegri
L’ultima domenica di settembre, nella stagione dell’uva e delle mele, i cavalli del Gran Premio Merano-Alto Adige tornano al tondino per la 80ma volta. Eccola, finalmente, la corsa del galoppo più ricca d’anima: perché si disputa in un luogo inimitabile, un anfiteatro immerso nel verde d’una cornice di rara suggestione. Siamo certi che sarà ancora una volta un “Merano” di gran classe, presentato in una veste adeguata alla sua grandeur di steeple-chase internazionale. La scena, quella calcata dai più grandi campioni.
Il primo vincitore, nel 1935, si chiamava Roi De Tréfle; vinse il Gran Premio all’età di sette anni, portando in sella 65 chili. Un anno in più aveva Horizon, in evidenza nel 1936, mentre Empressor trionfava nel ’37, primo laureato di 4 anni sul traguardo del “Merano”. Aegior mise a segno una tripletta in anni diversi, aprendo il libro dei successi nel 1955, il bis nel 1959 e completando la suite nel 1961. Nel 1958 era apparso sullo smeraldo di Maia uno degli eroi del nostro ostacolismo, Spegasso, portacolori della scuderia Mantova.
Negli anni Sessanta entrava poi nella leggenda l’indimenticabile Cogne, della scuderia Aurora, montato da Sandrino Mattei.
Tante partecipazioni per questo iconico saltatore, l’ultima all’età di 16 anni con ancora tanta voglia di ribadire la sua grandezza, quarto al traguardo, dopo aver trionfato nel 1967 e nel 1969, il secondo Gran Premio vinto a 11 anni nel suo stile, irruente sui salti e poi devastante nel tratto piano conclusivo. Lampi e sconfitte nella carriera di Cogne, sicuramente il cavallo-simbolo di un ippodromo e di una corsa. Maia e la sua corsa gioiello, quei 5000 metri disseminati di 24 difficili ostacoli, la riviera, l’oxer, la fence, il verticale.
Merano che ha raccontato tante splendide avventure, esaltante quella di un gentleman, Andrea Donati, che in sella al suo Whispin trionfò nel 1972, anche per la caduta del favorito Chivas Regal, messo a terra dal francese Shako. Già, poi il portacolori della Razza Vallelunga, preparato sulle diritture di San Rossore da Federico Regoli, in evidenza nel 1974, Peppe Morazzoni in sella.
Tra i grandi del Merano Miocamen, che a 4 anni vinse con Pacifici in sella, replicando a 6 anni montato da Maurizio Moretti, i colori della Razza Montalbano e Roberto Pozzoli al training. Quando il tricolore sventola su Maia è grande festa, come per un altro quattro anni Sharstar, piccolo e coraggioso, capolavoro del maestro Favero, 2008 e 2009 i trionfi di questo eroe ‘azzurro’ del nostro ostacolismo.
Poi i grandi francesi, Or Jack, forse il più grande di tutti visto a Maia, ma anche gli assoli di Tempo d’Or e Rigoureux. il periodo dei tedeschi con Kifti e Scaligero, gli anni Novanta che finiscono con un grigio amato dalla gente, Something Special, creazione del barone Bec de La Motte.
Quindi, la novità negli anni Duemila dei cavalli provenienti dalla Repubblica Ceca, Masini, Kolorado. Un cavallo polacco Alpha Two trionfa due volte nel Merano, poi gli acuti nelle ultime edizioni di Al Bustan e Le Costaud, ancora un francese, quasi a ricordarci che loro considerano quella meravigliosa corsa dell’anima che si chiama Gran Premio Merano l’apoteosi tecnica di una carriera. La magia infinita di una grande storia, quel 5000 saltando nel verde e brindando alla vita. Sono 80, meravigliosamente portati.