Il servizio apparso su Libero domenica 8 aprile 2018
Il marchese Litta, membro del direttivo della Sire e già presidente del Circolo dell’Unione di Milano, dopo il nostro servizio su Libero della scorsa settimana, rivolge un appello a Regione e Comune perché facciano propria la richiesta all’Unesco per SAN SIRO PATRIMONIO DELL’UMANITA’
IL TESTO DEL SERVIZIO
L’Ippodromo di San Siro patrimonio dell’Unesco. Ecco la testimonianza e il parere del marchese Giovanni Battista Litta Modignani, membro del direttivo della Sire (la stessa società di cui fa parte il dottor Pio Bruni che ne è il presidente onorario e intervenuto su un precedente numero di Libero), e già presidente del Circolo dell’Unione, una delle più prestigiose istituzioni della città di Milano. Un intervento cha va anche nella direzione di riproporre l’ippica in un momento difficile della sua storia. <Malgrado la mancanza di visibilità attuale del mondo ippico, questo settore coinvolge migliaia di persone. E l’ippodromo di San Siro è li a testimoniare dal 1920, data della sua fondazione, non solo la sua storia, ma quella di un mondo di migliaia di appassionati che risale agli inizi del secolo scorso e più in la alle vestigia di strutture di cui San Siro è compagno: penso ad esempio all’ippodromo di Epsom a cui San Siro non ha nulla assolutamente da invidiare. La proposta che ho appreso da Libero, è pertanto ammirevole, e molto interessante. D’altra parte non è fuori luogo. La struttura dell’ippodromo è magnifica nelle sue geometrie. Fu voluta da una borghesia milanese illuminata e appassionata che ha fatto la storia non solo della città ma del Paese intero di cui era ed è l’avanguardia. Il luogo – prosegue Litta Modignani – è stato frequentato non solo da illustri personaggi italiani, ma da l’élite internazionale del mondo ippico e non solo, a partire dall’Aga Khan, tanto per fare un nome molto conosciuto>. L’ippodromo è patrimonio culturale e sportivo della città di Milano, come del resto la stessa Scala, pur essendo una struttura privata. <E’ opportuno – prosegue Litta Modignani che vengano coinvolte associazioni e istituzioni di peso per presentarsi all’Unesco con una sufficiente credibilità. Direi che in primo luogo debbano essere interessati il Comune di Milano e la Regione Lombardia. Ma sarebbe importante che vi fosse un’adesione ad esempio del Fai che si occupa della tutela del patrimoni artistico del Pese>. I venti della speculazione soffiano anche di questi tempi, tanto più su strutture che non hanno una grande visibilità mediatica e pertanto più vulnerabili. Litta Modignani non ritiene che in quanto patrimonio Unesco, l’ippodromo sarebbe definitivamente sottratto a qualsiasi speculazione edilizia su un area dove gli appetiti non sono mai stati definitivamente soddisfatti malgrado il suo inserimento nel patrimonio pubblico dei beni culturali sotto tutela? <Ma questo è certo. Una volta che l’Unesco lo avesse inserito tra i siti da tutelare, sarebbe molto difficile qualsiasi intervento speculativo di soggetti privati e pubblici>.