Gli ippodromi sardi sono stati esclusi dalla classificazione voluta dal sottosegretario Castiglioni (Udc), un operazione fatta in fretta e furia prima di andarsene. Pertanto nn avranno più contributi dello Stato. Soni partiti i ricorsi al Tar, ma sarà difficile che tutto torni come prima. Dovranno arrangiarsi da soli.
Ma sarà poi negativo questa uscita mancata classificazione? La Sardegna è una grande NAZIONE ippica ed equestre. Dalle grandi potenzialità inespresse. Basti pensare che in casa ha un signore che si chiama Aga Khan, uno dei maggiori proprietari di purosangue del Mondo. Nn basta, l’isola è frequentata dal jet set internazionale. E allora? Allora bastava fare anche solo un po di marketing di quello serio per avere risultati incredibili.
Invece se ci si voleva superare, bisognava mettere in campo un progetto. L’obbiettivo poteva essere una nuova Deauville. Nn solo, ma la Sardegna poteva essere l’isola dove l’allevamento del cavallo, da quello purosangue all’arabo, al cavallo da concorso avrebbe trovato il suo naturale habitat, con un incremento importante del pil, e del lavoro, in una regione dove non ce n’è e i sardi sono sì costretti tutt’ora ad emigrare, Vedi i vari Dettori, Atzeni, eccetera, eccetera, eccetera.
Invece no. L’ottusità evidentemente la fa da padrona sull’isola. Era già successo con lo stesso Aga Khan, quando negli anni Sessanta capì, lui si, le potenzialità dell’isola e ci impiantò una vera e propria città: Porto Cervo. Poi il resto è venuto da se.
Forse ora, costretti a fare da soli, si spera, si rimboccheranno le maniche e intraprenderanno la strada di un marketing ippico (quantomeno), che porterà risorse, benessere e lavoro.
Nella foto, un esempio della grande tradizione equestre e ippica dell’isola.