Considerazioni sulla classificazione degli ippodromi e sulle Listed concesse a Varese e Siracusa.

Al di la del fatto che la disposizione legislativa era resa obbligatoria dal art 14 comma 2 del decreto che riguarda la normativa relativa agli ippodromi, e che inderogabilmente stabilisce al 31.12.2017 la classificazione degli ippodromi, appare evidente che la suddetta classificazione ha risposto, almeno in parte a criteri di personalistici da parte del Mipaf qui identificato nel responsabile del dicastero onorevole Giuseppe Castiglioni. Un metodo, questo che in Italia è spesso usato quando si tratta di nomine o attribuzioni.

Detto questo, in risposta ai tanti che in questi momenti gridano allo scandalo, va detto quanto segue:

  1. questa disposizione di legge era attesa se nn da decenni, almeno da anni. Mai nulla è stato fatto per una organica e seria qualificazione, lasciando alle singole strutture qualsiasi decisione.
  2. dov’erano le singole società di corse in questi anni? perché nn hanno operato congiuntamente per una classificazione corretta da presentare al Mipaf? Oseremmo dire che ognuno ha pensato di operare singolarmente per trarne più benefici possibili, con i risultati che oggi sono sotto gli occhi di tutti.
  3. In ogni caso si è giunti a una legge, a una classificazione. Che piaccia o no, in un momento di profonda crisi, meglio una cattiva (da dimostrare) legge, che nessuna legge, abbandonando in toto il settore alla totale decadenza, come del resto sta avvenendo.

La Listed concessa a Varese e quella siciliana.

In un ottica totalmente interna al settore, e di stampo provinciale, senza nessuna capacità di guardare oltre il proprio naso, è stato dato lo status di Listed al criterium varesino, corsa per due anni. Un dono a chi tra i trainer fa man bassa di premi con la scusa di fare un favore ai piccoli proprietari.

In una prospettiva di respiro e di rilancio dell’ippica nazionale, la Listed andava concessa a Merano, un primo passo verso la creazione di un meeting internazionale che sappia essere punto di riferimento del mondo della Mitteleuropa, dove le corse sono in grande sviluppo con tanto di presidente della Repubblica Ceca, appassionato di purosangue.

Nella stessa ottica va quella concessa a Siracusa (vero è che l’ippodromo ha agito in un ottica del tutto particolare, ma del resto tutti gli ippodromi hanno agito nella stessa dimensione e quindi perché Siracusa avrebbe dovuto astenersi da questa pratica?). Perché l’ippodromo, adeguato a esigenze internazionali, potrebbe diventare quello che è la California per gli Stati Uniti, Con tanto di nuovo centro di allenamento, in cui possono svernare cavalli provenienti dalla Gran Bretagna e dai paesi del nord Europa.

Ps. Lasciamo ai provinciali ippici italiani la loro ippica ormai totalmente decotta e a interessi assolutamente particolari le corse nel Bel Paese che bello nn è di certo più.

Nei prossimi giorni una proposta per valorizzare il lavoro dei piccoli e medi allenatori e proprietari di galoppo e trotto.IMG_0069

(Foto) La pista da corsa di San Siro- Milano

 

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